Fried Egg: nuova apertura all'insegna della corretta differenziata
A Vanchiglia, il quartiere laboratorio di Eco dalle Città sul fronte dei rifiuti, ha da poco inaugurato Fried Egg, piccola gastronomia che ha deciso di fare della corretta differenziazione dei rifiuti uno dei punti fondamentali della propria attività
08 October, 2016
È da un po’ di tempo che non parliamo di Vanchiglia e delle sue attività. Il quartiere di Torino, scelto da Eco come punto di osservazione privilegiato per l’evolversi della gestione rifiuti in città, non si ferma mai. Qui, a due passi dalla Mole, vicini alla Dora ma anche al Po, stretti tra il vecchio Palazzo Nuovo e il mastodontico campus Einaudi, dove abitano decine di studenti e anche tante famiglie, il commercio è da sempre una delle attività principali.
E commercio significa ovviamente più rifiuti. Non è un caso, infatti, che nei fine settimana aumenti considerevolmente la raccolta del vetro per via dei numerosi locali affacciati sulle vie principali, più volte sollecitati dalle nostre Sentinelle a fare bene la raccolta differenziata. Da questo punto vista un buon esempio arriva da Fried Egg, piccola gastronomia che ha appena inaugurato in via Santa Giulia 35 A e che ha deciso di fare della corretta differenziazione dei rifiuti uno dei punti fondamentali della propria attività.
“Per me è un dovere” ci dice la titolare, Maria, giovane ma esperta cuoca che si è appena messa in proprio dopo anni passati nelle cucine di diversi locali torinesi. “E poi io non riesco più a non farla, sono troppo abituata a casa. Purtroppo nella maggior parte dei ristoranti i rifiuti non si differenziano correttamente, non c’è interesse. Solo per dirne una, l’olio esausto. Nella mia esperienza veniva quasi sempre buttato nei bagni e non era mica poco. Io mi sono attrezzata per raccoglierlo e conferirlo correttamente, te lo vengono pure a prendere gratis. Basta solo un po’ di cura”.
Nella saletta arredata con eleganti oggetti di eco design, come i tavoli a doppio ripiano ricavati da vecchie macchine da cucire e i lampadari realizzati con delle teiere di metallo rovesciate, i clienti non possono sbagliare: i contenitori impilati segnano organico, plastica, carta e vetro.
Non solo. Maria ha deciso di utilizzare quasi esclusivamente stoviglie compostabili realizzate in mater-bi, dopo averne conosciuto le virtù al Salone del Gusto: “Era da un po’ che riflettevo su quale potesse essere il materiale migliore e vedere che le posate e le stoviglie del Salone potevano essere buttate nell’organico mi ha convinto. Devo dire che in questo caso è servito moltissimo il lavoro dei ragazzi e delle ragazze che controllavano il corretto conferimento dei rifiuti. Ho notato tante persone che erano quasi felici di sapere dove buttare le cose piuttosto che liberarsene al primo bidone qualsiasi. Anche qui a Vanchiglia potrebbe essere utile un servizio del genere, sulla scia di quello che per un periodo avete fatto con le Sentinelle. Certo che però bisogna posizionare meglio i cassonetti, sperando che davvero prima o poi arrivi il porta a porta, in modo che una persona non debba fare centinaia di metri per buttare la plastica ad esempio. Io ne ho visti parecchi di anziani che fanno bene la raccolta a casa, non abito distante da qui, scendono col sacchetto pieno di bottiglie vuote e le buttano nel cassonetto dell’indifferenziato più vicino perché non sempre riescono a camminare tranquillamente”.