Sicurezza stradale: "A Torino servono momenti di confronto ampio e alto"
La proposta è per l'assessora ai Trasporti Lapietra e arriva da Giuseppe Piras, uno dei principali esperti di mobilità sostenibile sotto la Mole, che dopo due morti in due giorni scrive una sorta di requisitoria su facebook richiamando l'amminstrazione Appendino alle proprie responsabilità
10 October, 2016
Ecco il post di Giuseppe Piras che riportiamo integralmente:
"Se sotto l'amministrazione Fassino ci fossero stati due morti in due giorni, questa pagina e FB in generale, si sarebbero scagliati (a ragione) chiedendo la testa delle Tedesco (ve la ricordate la Tedesco?) di Lubatti e di Fassino. Ora mi pare che la reazione sia fin troppo contenuta. Evidentemente Appendino gode ancora di uno status di fiducia incondizionata. Ma 100 giorni sono passati e la luna di miele è finita. Chi si è candidato ad amministrare questa città lo ha fatto prendendosi la briga anche di caricarsi di una situazione di cui non era responsabile. E ora gli tocca. Da tutte le polemiche fin ora mi sono tenuto alla larga (alghe, panino, dieta vegana, tutte cazzate), ma sui morti non si scherza.
Premesso questo mi permetto di fare un paio di proposte alla sindaca e all'assessore Lapietra, con la speranza che qualcuno possa riportargliele.
Prima di tutto mi pare evidente che serva un momento di confronto sulla sicurezza stradale. Una cosa seria, ben fatta, non la pantomima del tavolo sicurezza Lubattiano che si è esaurito in una passerella e nella cancellazione di un paio di attraversamenti. Servono momenti di confronto ampio e alto come da anni ce ne sono in Italia, con urbanisti, tecnici, psicologi del traffico (si esistono) che coinvolga la polizia locale (questa sconosciuta), l'azienda del trasporto pubblico (che se i tuoi autisti ignorano gli attraversamenti pedonali è un po' anche colpa tua), e tutti i soggetti più o meno organizzati. I tecnici comunali hanno bisogno di formazione e confronto (oltre che di stimoli politici) il che è abbastanza evidente guardando gli splendidi esempi di corso principe oddone e il progetto di corso grosseto: strade che sembrano progettate apposta per diventare teatro di incidenti e morti. Serve aprire un confronto con i media, che la smettano di fare titoli e articoli illeggibili in cui la responsabilità è di tutti tranne di chi guida. Iniziare veramente a fare cultura della strada non costa tantissimo (molto meno della metà dello stipendio mensile di un dirigente). Serve dare un segno. E serve darlo subito!
Il secondo lavoro fondamentale è una ricognizione della rete stradale: non è un caso che gli incidenti accadano spesso negli stessi posti, luoghi già segnalati più volte dai cittadini. Non ci vuole un genio a capire che un attraversamento pedonale su un corso a 3 corsie dove le auto sono lanciate da 300 metri di strada dritta è pericoloso, o che una strada larga 40 mt come corso vercelli non sia facile da attraversare. Certo bisognerebbe cacciare a calci in culo il tecnico che li ha progettati, ma qui ritorniamo al punto precedente, non sono preparati. Serve quindi ripensare la gerarchia viaria non solo in termini di fluidità del traffico, ma prima di tutto di sicurezza (si mi spiace è più importante una persona viva che 5 minuti in più di coda), e operare per mettere in sicurezza i punti più pericolosi: si può fare in tanti modi (no, non con i dossi).
Va costruito finalmente un piano di zone 30, partendo da alcune esperienze più avanzate (nel cassetto del comune c'è un progetto di sperimentazione a basso costo su vanchiglia pronto da testare). Sperimentare delle zone 30 temporanee o delle pedonalizzazioni non costa (quasi) niente: in alcune città d'Italia con Matteo Dondé lo abbiamo praticamente fatto a costo zero.
Insomma se questa amministrazione vuole segnare una discontinuità deve farlo ora, altrimenti mi viene da dire che se la linea è quella di spingere il salone dell'auto, non vedo nessuna differenza con l'amministrazione precedente.
Datevi una regolata.
p.s. sindaca io almeno una parola di cordoglio, da delegata alla sicurezza, per questi due morti ammazzati l'avrei detta".