Emilia Romagna: nel 2015 raccolta differenziata al 61%
La raccolta differenziata dei rifiuti nel 2015 tocca quota 60,7%, con un incremento rispetto all’anno precedente del 2,5%. Tutte le province superano il 50%, la più virtuosa è Parma con il 73,3%
12 October, 2016
Continua a crescere, in Emilia-Romagna, la raccolta
differenziata dei rifiuti. Nel 2015 tocca quota 60,7%,
facendo registrare, con 1 milione e 796.765 tonnellate, pari a 403
chilogrammi per abitante, un incremento rispetto
all’anno precedente del 2,5%. Percentuale che
conferma il trend in continua crescita degli ultimi quindici
anni, in cui la raccolta differenziata è più che
raddoppiata, passando dal 25,3% del 2001 all’attuale
60,7%. Parma, Bologna e Modena
le province che hanno fatto registrare gli incrementi percentuali più
significativi.
Contemporaneamente, cala quindi la produzione di rifiuti urbani indifferenziati. Nel 2015 la riduzione è stata del 5%, in linea con il continuo e costante decremento registrato a partire dal 2002: allora la produzione annua era di 1.901.063 tonnellate, nel 2015 è scesa a 1.165.311 tonnellate.
Costante e decisa la riduzione dello smaltimento in
discarica, dove i rifiuti conferiti scendono dall’11,1%
del 2014 all’8,5% del 2015. Un dato che colloca già
l’Emilia-Romagna al di sotto della soglia prevista a livello
comunitario per il 2030 (pari al 10%) nel nuovo pacchetto di
misure sull’economia circolare.
In leggero aumento (+1,1%) la
produzione complessiva dei rifiuti urbani, pari a 2
milioni e 962.076 tonnellate, che a livello pro capite passa da 657 a
665 chilogrammi per abitante.
Sono alcuni dei principali dati sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani nel 2015 in Emilia-Romagna, elaborati da Regione e Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell´Emilia-Romagna) prima del consueto Report annuale e disponibili da oggi sul sito di Arpae. Dati a cui si affiancano quelli relativi ai rifiuti speciali per l’anno 2014.
Raccolta differenziata
La raccolta differenziata oltrepassa abbondantemente il 50% in
tutte le province (si va dal 54,4% al 73,3%). Parma tocca
il 73,3%, facendo registrare l’incremento maggiore, +4,1%; a Reggio
Emilia arriva al 67,6% (+2,4%), a Modena al
63,3% (+3,2%), a Piacenza al 62,5% (+3,6%), a
Ravenna al 57,1% (+0,3%), a Ferrara
al 56,1% (+2,4%), a Forlì-Cesena al 54,7% (+2,2%).
Consistente l’aumento percentuale anche a Bologna,
+3,4%, che raggiunge così il 54,4%. A Rimini sfiora
il 60% (59,8%), anche se, rispetto all’anno scorso, subisce un calo
dell’1,8%, dovuto alla scelta delle attività produttive di mandare
direttamente a recupero una parte dei rifiuti altrimenti destinati
alla raccolta differenziata.
Per quanto riguarda la
composizione merceologica media della
raccolta differenziata, a livello regionale, fatto 100 il
totale, la percentuale maggiore (26%) è relativa al verde
(scarti di giardino e grosse potature); seguono carta e
cartone (21%), umido (14%), vetro
(9%), legno (8%), plastica (7%),
ingombranti (letti, materassi…) e inerti
domestici (oggetti di scarto di lavori edili domestici 5%),
metalli ferrosi e non (2%), altre raccolte
differenziate (2%) e, infine, i rifiuti da
apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti
Raee (1%).
Le modalità di raccolta
Il sistema di raccolta tradizionalmente più diffuso a livello regionale continua ad essere quello con contenitori stradali, anche se in diminuzione rispetto al 2013, che intercetta il 33% della raccolta differenziata. Seguono i centri di raccolta (30%), gli altri sistemi (servizi di raccolta effettuati su chiamata, tramite ecomobile, attraverso specifici contenitori in esercizi commerciali, scuole, uffici) con il 19% e la raccolta porta a porta (18%). Nell’ultimo triennio (2013-2015) le differenze sono minime, con un leggero aumento dei servizi dedicati (+2%) e un calo dei contenitori stradali (-4%); aumenta anche il porta a porta (+1%).
Il sistema impiantistico regionale
Il
sistema impiantistico dell’Emilia-Romagna è in grado di soddisfare
il fabbisogno di trattamento/smaltimento dei rifiuti indifferenziati
residui, rendendo autosufficiente il territorio
regionale.
Nel 2015 erano presenti 10 impianti di trattamento
meccanico-biologico, 8 impianti di incenerimento attivi, 24
discariche per rifiuti non pericolosi - di cui 16 operative e 8
inattive, cioè che non hanno smaltito rifiuti - e 21 impianti di
compostaggio per la gestione della frazione organica, che nel 2015
hanno prodotto oltre 126 tonnellate di compost.
La gestione dei rifiuti indifferenziati
Complessivamente, 18.518 tonnellate di frazioni merceologiche omogenee sono state avviate a recupero di materia; 135.474 tonnellate sono state avviate a bio-stabilizzazione per la produzione della frazione organica stabilizzata; 253.081 tonnellate sono state conferite in discarica; 758.236 tonnellate sono state avviate agli impianti di incenerimento.
I rifiuti speciali
I dati disponibili
per i rifiuti speciali, ossia quelli che provengono dal
settore produttivo, si riferiscono al 2014.
La produzione regionale, costituita per il 90% da rifiuti non
pericolosi, si attesta a circa 8,6 milioni di tonnellate,
escludendo i rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, con
un aumento del 6% rispetto al 2013. Un dato coerente con l’incremento
della produzione rilevato su scala nazionale, +5%.
Le modalità
di gestione di questa tipologia di rifiuti è sempre più virtuosa:
il 50% dei rifiuti speciali non pericolosi viene
infatti recuperato come materia e come energia (8%),
solo il 15% avviato in discarica e il 3% negli impianti di
incenerimento.
Fonte: Regino Emilia Romagna