I dati della conferenza Onu di Quito: le città più verdi risparmiano
Abbattono le spese per l’energia e fanno aumentare i valori immobiliari - da La Stampa di lunedì 17 ottobre 2016
17 October, 2016
di Vittorio Sabadin
Si dice che i soldi non crescono sugli alberi, ma è solo perché
non si è guardato bene tra le foglie. A Quito, in Perù, si tiene in
questi giorni una conferenza dell’Onu alla quale bisognerebbe
prestare un po’ di attenzione, perché spiegherà agli
amministratori di tutte le città del mondo come la presenza di
piccole foreste urbane possa generare nei loro bilanci risparmi per
decine di milioni all’anno.
In città, tutti amiamo gli
alberi perché la loro vista ci rilassa, perché i parchi offrono
occasioni di svago e rendono meno inquietante un paesaggio altrimenti
composto solo da mattoni, cemento e asfalto. Ma per convincere
sindaci e costruttori a piantarne un po’ di più bisogna dire loro
che tra i rami di ogni albero c’è del denaro. Ed è proprio quello
che gli esperti riuniti a Quito per il convegno Habitat III vogliono
dimostrare.
La città di New York, che ospita a Central
Park una delle foreste urbane più vaste del mondo, ha calcolato che
l’impatto dei suoi alberi all’economia locale vale 120 milioni di
dollari l’anno, a fronte dei 22 milioni necessari per la
manutenzione delle aeree verdi. Gli alberi contribuiscono per 28
milioni ai risparmi di energia, per 5 milioni al miglioramenti della
qualità dell’aria e per 36 milioni a ridurre le spese dovute al
contenimento delle inondazioni da pioggia.
Ma come fa un albero
a generare tanta ricchezza? Secondo gli studi che verranno presentati
a Quito, gli alberi con la loro ombra possono abbassare le
temperature delle città tra i 2 e gli 8 gradi; se sono piantati
vicino a un edificio, consentono di ridurre del 30% il costo
dell’aria condizionata in estate, e di abbattere le spese per
l’energia fra il 20 e il 50% in inverno. Un solo grande albero
assorbe 150 chili di CO all’anno, filtrando anche molti particolati
emessi dalle auto e dagli impianti di riscaldamento. Lo stesso
albero, assimilando circa 5000 litri di acqua all’anno,
contribuisce a mantenere il sottosuolo asciutto, pronto a impregnarsi
di altra acqua piovana. La città ideale dovrebbe avere, secondo gli
esperti, almeno il 40 per cento della propria superficie ricoperta da
alberi. Chi vende case sa bene che quelle circondate dal verde
valgono almeno un 20 per cento in più e questo dovrebbe fare
riflettere anche chi le costruisce.
Agli esseri umani gli
alberi piacciono, e non solo per ragioni estetiche. Gli studiosi del
comportamento umano sanno da tempo che la visione di scene urbane
prive di verde fa fluire maggior sangue all’amigdala, la parte del
cervello che gestisce gli allarmi e lancia segnali di emergenza,
stimolando gli ormoni che preparano al combattimento o alla fuga. I
panorami bucolici mettono invece in funzione il lobo dell’insula e
il cingolato anteriore, che governano consapevolezza e altruismo, e
passeggiare nel verde diminuisce i livelli di cortisolo, attenuando
le tensioni. «Nelle aree con più alberi – ha detto l’esperto
britannico di salute pubblica William Bird al Guardian – la gente
esce più spesso di casa, ha migliori rapporti con i vicini ed è
meno affetta da ansia e depressione. Ridurre i livelli di stress
consente di avere maggiore energia da dedicare alle proprie
attività».
A Toronto, in Canada, una ricerca condotta dal
professor Marc Berman ha dimostrato che bastano 10 alberi in più
intorno a un isolato per consentire agli abitanti di sentirsi almeno
7 anni più giovani e dare loro una percezione di benessere analoga a
quella di incassare 10.000 dollari in più all’anno.
Quando
gli alberi scompaiono, hanno scoperto gli studiosi, i tassi di
mortalità degli esseri umani che vivono nella zona aumentano e le
donne partoriscono neonati meno robusti. I bambini che crescono
lontani dagli alberi perdono poi ogni contatto con la natura, alla
quale daranno da adulti minore valore. Ma non è solo per assorbire
CO e rendere più piacevole la vita che le foreste urbane sono
importanti. A Quito verrà lanciato un allarme che riguarda un futuro
non troppo lontano, nel quale il 60% dell’umanità, più di 4
miliardi di persone, abiterà in una città. Ampliare le metropoli
senza dotarle anche di ampie zone di verde le renderà invivibili,
insalubri e pericolose, autentiche metastasi che si ingrandiscono nel
corpo sano della Terra.