LETTI PER VOI - L'UE ridurrà i suoi consumi energetici
Presentato il Libro Verde sull’efficienza energetica - da Kyoto dal basso, Obiettivo Ambiente - Pro Natura notiziario di ottobre 2005
11 October, 2005
<b>Domenico Filippone</b>
Ecoistituto del Piemonte
Centro Studi Sereno Regis - Torino
E' stato presentato il "Libro Verde" sull'efficienza energetica.
Secondo gli esperti del settore <b>è difficile avere delle stime certe su quanto petrolio abbiamo a disposizione per il futuro</b>. Il petrolio è una risorsa finita e come tale prima o poi si esaurirà: quello che dobbiamo chiederci è quando ciò accadrà.
I fattori determinanti che occorre considerare per stabilire la durata della futura produzione di petrolio sono molteplici e non si limitano solo a stabilire quanto sono le riserve presenti oggi e alla future esplorazioni geologiche di giacimenti che comunque non sembrano promettere grandi sorprese.
Quanto petrolio possiamo ancora consumare? 2000 miliardi di barili (2000 Gb) per la maggioranza degli esperti, 3000 Gb per gli ottimisti sino ad arrivare a 4000 Gb per quelli che potremmo definire “superottimisti” o “politici del petrolio”.<b>I ricercatori più accreditati a livello mondiale stimano una potenziale produzione per il futuro tra 2000 e 2500 Gb</b>.
Proviamo allora afare i cosiddetti “conti della serva”, basta carta e penna.
Abbiamo attualmente superato i 70 milioni di barili al giorno (70 Mb/g) di produzione di petrolio a livello mondiale. In un anno ne estraiamo 25.550 Mb, cioè 25.5 Gb.
Facendo i conti della serva <b>2000 Gb si produrranno in 78 anni</b>, mentre per produrne 2500 Gb ci vorranno circa 100 anni. Alla televisione sentiamo dire che in 100 anni (anzi molti meno!) saremo in grado si sviluppare tecnologie energetiche alternative al petrolio e alle altre fonti fossili.
L’illusione cade in quanto la questione è più complessa è come tale va affrontata.
<b>Che il petrolio finirà sono tutti d’accordo, sul quando ci sono varie tesi.</b> Proviamo a stabilire non solo quanto petrolio abbiamo a disposizione ma anche quando raggiungeremo il picco di produzione giornaliera (ppg) a livello mondiale. Questo dato dipende fortemente dalla richiesta mondiale di petrolio. <b>Stabilita la possibile data del picco di produzione, da quel giorno in avanti la produzione iniziare a scendere</b> a causa di fattori geologici, tecnologici, economici, politici e sociali. <b>La curva discendente secondo la maggioranza dei modelli revisionali sarà di tipo esponenziale, dunque abbastanza rapida.</B>
Si può già anticipare che i 78 o 100 anni calcolati prima vanno drasticamente ridotti
Per sapere quanto petrolio abbiamo ancora da estrarre molti ricercatori hanno cercato di definire “modelli di riduzione” dei pozzi stabilendo il loro picco di produzione. Solitamente i modelli hanno la forma di una campana che sale rapidamente verso il picco e poi declina esponenzialmente. A livello mondiale lo stesso profilo può essere utilizzato per la produzione complessiva e tutto dipende dai pozzi ce via via vengono scoperti. In questo senso la precedente figura asimmetrica diventa sempre più simmetrica e il picco di produzione ci dice che il pozzo ( o l’intera produzione mondiale) ha raggiunto la metà del suo potenziale estrattivo.
Esiste un ampio numero di studi per definire la produzione cumulativa di petrolio a livello mondiale e quando questa raggiungerà il suo picco. Le stime vanno da 2000 Gb (considerando il petrolio presente nelle profondità marine e sotto la calotta polare) sino a circa 4000 Gb. La maggior parte delle previsioni si attestano intorno ai 2000 Gb e le analisi fatte a livello regionale mostrano che la produzione raggiunge il massimo al 50% delle previsioni stesse. Le stime superiori ai 2000 Gb presentano una bassissima probabilità di veridicità.
Tenendo conto di quanto detto e guardando i tassi di crescita annui del numero di barili estratti giornalmente, gli esperti della ASPO (Association for the Study of Peak Oil ) stimano che il picco di produzione del petrolio verrà raggiunto entro il 2008-2010. Questo significa che, a quelle date, avremo consumato la metà del greggio disponibile ad oggi.
Secondo l’Unione Europea gli elevati prezzi del petrolio (arrivati a 65 dollari al barile) ostacolano la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro. <b>Una ragione in piu' per incoraggiare la diminuzione dei consumi di energia con risparmi che la Commissione europea vorrebbe portare fino al 20% entro il 2020</b>. Questo il nucleo centrale del Libro Verde sull’efficienza energetica presentato a Bruxelles nel mese di giugno scorso.
<b>L’UE allargata presto raggiungerà il 70% (l’Italia ha ormai superato l’85%) della dipendenza energetica dal fossile.</B> Risulta dunque impellente la definizione di una seria politica energetica basata sulla riduzione dei consumi e l’efficienza tecnologica. A tal proposito il Libro Verde prevede una riduzione dei consumi del 20% entro il 2020 (l’UE ritornerebbe ai livelli del 1990 allinenandosi all’anno di riferimento previsto dal Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra). Questa riduzione farebbe risparmiare agli stati membri oltre 60 miliardi di euro all’anno che potrebbero essere reinvestiti nell’industria energetica con la creazione di un milione di posti di lavoro.
<B>Il Libro verde enumera una serie di misure non complesse che permetterebbero di economizzare i consumi di energia</B>, grazie a un deciso cambiamento nel comportamento dei consumatori e all'introduzione nelle produzioni e nei sistemi di elementi di innovazione tecnologica a alta efficienza energetica.
Grazie a questi interventi la fattura energetica della UE potrebbe <b>diminuire di oltre 60 miliardi di euro all’anno</B>, che verrebbero dirottati su altri settori più deboli rafforzando la competitività regionale.
Il ricorso a lampade a basso consumo, la sostituzione di caldaie obsolete e di elettrodomestici di vecchia generazione, una attenta verifica dei pneumatici delle auto, l'isolamento degli edifici, l’utilizzo di sistemi solari termici, sono solo alcune delle misure che i consumatori possono adottare per contribuire a tale strategia. Le industrie potrebbero invece introdurre elementi di miglioramento nei processi produttivi, anche con l'ausilio di incentivi pubblici.
Se non si saprà rispondere a questa sfida, le prospettive sono allarmanti. Il trend attuale indica consumi sempre più elevati e il loro livello nella UE potrebbe subire un incremento di almeno il 10% nei prossimi 15 anni.
<b>Con il Libro Verde la Commissione intende far partire una strategia che garantisca un decremento del 10% senza agire sul quadro normativo ed amministrativo</B>, intervenendo in materia di servizi energetici, di prestazioni di impianti e apparecchiature, di edilizia. L'altro 10%, invece, potrebbe essere conseguito con interventi anche di carattere legislativo e dando vita a una serie di misure di sostegno e a una politica di incentivi per imprese e privati in tutti i settori, produzione, utilizzazione finale, industria e servizi, trasporti.
Anche a questo scopo la Commissione auspica la messa in pratica di una serie di strumenti: la predisposizione di piani annuali di azione in materia di efficienza energetica; un miglioramento dei sistemi tariffari e della tassazione, per penalizzare la dissipazione dei consumi, il sostegno pubblico alla sperimentazione e all'introduzione di tecnologie innovative, il reperimento di risorse per favorire l'applicazione di sistemi e fattori di innovazione nelle costruzioni, nell'edilizia, nei servizi.
<b>Nel 2006, alla fine di una consultazione nei paesi membri, la Commissione presenterà un vero e proprio piano di azione, con una serie di opzioni e misure e una analisi dei costi-benefici</B>.