California: gli elettori confermano la messa al bando dei sacchetti di plastica
I cittadini californiani con il 52% dei voti hanno confermato la legge del 2014 che bandiva i sacchetti monouso e istituiva una tassa di 10cent su quelli riutilizzabili
10 November, 2016
L'Election Day di mercoledì 8 novembre, per i cittadini della California non è stato solo il giorno in cui scegliere il futuro presidente degli Stati Uniti e se legalizzare la marijuana a scopo ricreativo, ma nelle loro mani c'era anche il destino della legge che nel 2014 ha istituito la messa al bando dei sacchetti di plastica. Una legge bloccata a livello statale dalle lobby dei produttori di petrolio, ma che non ha impedito, in due anni, a centocinquantuno comunità di legiferare in favore della messa al bando dei sacchetti di plastica.
La campagna elettorale, come quella presidenziale, è stata senza esclusione di colpi. Il fronte pro sacchetti, fino all'ultimo, ha cercato di far passare il provvedimento del 2014 come qualcosa di superfluo che “non prendeva in considerazione i veri problemi dell'ambiente”.
Ma le urne hanno dato torto alle lobby del sacchetto e i cittadini della California hanno approvato con il 52% dei voti la Proposition 67, confermando il divieto di utilizzo dei sacchetti in plastica monouso e la relativa tassa di 10 centesimi di dollari per ogni sacchetto (anche in carta) riutilizzabile ceduto ai clienti degli esercizi commerciali.
Inoltre i californiani, sempre nella votazione di mercoledì, si sono espressi negativamente con il 55% dei voti, rispetto alla Proposition 65, che prevedeva la creazione di un fondo ambientale speciale nel quale far confluire i proventi della tassa di 10cent sui sacchetti riutilizzabili.
Interessanti sono le cifre spese dai due fronti che si contrapponevano in questo scontro elettorale, infatti il fronte pro sacchetto ha speso per le due campagne ben 6,1 milioni di dollari contro i 3,7 degli avversari.