Cop22, Galletti in plenaria: "Gli impegni di Parigi saranno sul tavolo del G7 nel 2017"
Lo ha affermato a Marrakesh il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo oggi alla sessione plenaria della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Legambiente: "Si passi dalle parole ai fatti"
17 November, 2016
(askanews)
Cop22 come "occasione di proseguire il comune cammino che abbiamo tracciato a Parigi". E per quanto riguarda l'impegno italiano, "la sfida di Parigi" sarà portata avanti "inserendo all'ordine del giorno del tavolo del G7, che presiederemo nel 2017, proprio la lotta ai cambiamenti climatici". Lo ha affermato a Marrakesh il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo oggi alla sessione plenaria della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
"L'impegno nella nostra quotidiana lotta ai cambiamenti climatici continua e si rafforza - ha sottolineato davanti ai delegati della convenzione sul clima dell'Onu -, la prova tangibile è che dopo solo 11 mesi dalla firma l'intesa è già entrata in vigore, e oggi qui a Marrakech, si celebra la prima Conferenza delle Parti dell'Accordo di Parigi".
Per Galletti, "accanto ai governi esiste una moltitudine di attori non statali che ha segnalato a Parigi la volontà di essere parte attiva di questa partita". "Il loro slancio ha contribuito a generare e alimentare una varietà di iniziative che attraversa tutti settori della società e dell'economia, determinando un fenomeno non solo significativo in termini di dimensioni ma concreto in termini di risultati", ha proseguito il ministro", per il quale a Parigi "abbiamo forgiato un Accordo che rappresenta una fonte di ispirazione per azioni concertate a livello internazionale, nazionale e locale. Proprio per alimentare quella "ecologia integrale che è stata invocata anche da Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Sì".
Galletti intervendo alla plenaria della COP22 ha inoltre sottolineato come il 2015 sia stato "veramente un anno di svolta". "Abbiamo adottato a New York una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, tra cui alcuni fortemente legati ai cambiamenti climatici, saldando insieme l'azione a favore del clima, il sostegno alla crescita economica, la cura degli aspetti sociali e ambientali a livello globale - ha continuato il ministro dell'Ambiente -. La successiva adozione dell'Accordo di Parigi ha definitivamente cristallizzato un'architettura in materia di clima che punta a limitare la crescita della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre - industriali e assicurare al contempo uno sviluppo delle nostre economie che miri a ridurre le vulnerabilità soprattutto nelle aree più povere del pianeta".
Ma il 2015 "è stato anche l'anno in cui l'organizzazione meteorologica mondiale ha comunicato che è stato stabilmente superato il limite di 400 parti di C02 per milione nell'atmosfera". "E' una soglia scientifica, ma anche psicologica, che ci indica che il tempo è scaduto e che dobbiamo proseguire con la massima determinazione nell'attuazione e nell'incremento degli obiettivi di Parigi se intendiamo affrontare credibilmente il surriscaldamento globale", ha detto ancora Galletti.
"L'Italia, lo dico con forza, vuole affermare davanti a tutte le Nazioni del mondo che indietro non si torna. Abbiamo avviato un processo che è irreversibile. Ce lo chiedono i cittadini di tutto il mondo, ce lo chiede l'economia globale. Siamo convinti che una nuova economia a misura d'uomo è più forte e produce più posti di lavoro - ha concluso Galletti -. Molte imprese e molte esperienze italiane lo dimostrano, già oggi in Italia il 40% dell'energia elettrica prodotta è rinnovabile. Ma vogliamo fare di più; davanti a queste sfide, l'Italia è pronta a dare come sempre il suo contributo e a lavorare con i partner che dispongono di minori capacità e risorse o che sono più vulnerabili ai mutamenti del clima, come i nostri amici dell'Africa o delle Piccole isole. E i nostri sforzi non saranno limitati alle attività di cooperazione internazionale. Sarà infatti nostro preciso impegno quello di portare avanti la sfida di Parigi e lo faremo inserendo all'ordine del giorno del tavolo del G7, che presiederemo nel 2017, proprio la lotta ai cambiamenti climatici".
Il commento di Legambiente
Nel suo intervento questa mattina a Marrakech il ministro Galletti ha espresso una posizione del governo italiano condivisibile, nel quale si sottolinea, alla luce delle recenti elezioni presidenziali americane, l’irreversibilità dell’Accordo di Parigi. E' importante che il ministro abbia ribadito che “indietro non si torna”, vista la crisi climatica in corso e la direzione impressa dall’Accordo di Parigi verso la decarbonizzazione dell’economia globale grazie all’importante contributo del mondo delle imprese, delle istituzioni locali e delle organizzazioni della società civile. In questa direzione va anche la decisione del governo di mettere l’azione climatica nell’agenda della presidenza italiana del G7.
Per Legambiente, il Governo italiano deve, ora più che mai, passare dalle parole ai fatti sia a livello nazionale che europeo. “Non è più sufficiente limitarsi, a livello nazionale, a sottolineare il raggiungimento dell’importante obbiettivo del 40% di rinnovabili nella produzione elettrica – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Si tratta di un risultato frutto dell’onda lunga degli investimenti del passato, ma che oramai vede fermi i progetti da fonti rinnovabili per la mancanza di una coerente politica nazionale per il clima e l’energia. Non è un caso che dopo anni di riduzione, le emissioni (-19.8% nel 2014 rispetto al 1990) nel 2015 – secondo i dati preliminari Ispra – siano aumentate del 2% con una crescita del 3% nel settore elettrico. Ma anche a livello europeo serve un protagonismo italiano che consenta all’Europa di mettere in campo un pacchetto clima-energia 2030, in coerenza con gli ambiziosi obiettivi dell’Accordo di Parigi”.
L’Europa, se vuole essere coerente con l’Accordo, deve infatti ridurre le sue emissioni complessive di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile. Secondo il Rapporto di Ecofys per il Parlamento europeo, solo con il raggiungimento congiunto degli obiettivi del 30% di rinnovabili e del 40% di efficienza energetica si realizzerebbe una riduzione delle emissioni climalteranti del 54%. In Europa abbiamo tutte le condizioni per poterlo fare. L’Europa ha già un trend di riduzione delle sue emissioni del 30% al 2020. Rivedere l’attuale impegno di riduzione del 40% è pertanto possibile senza grandi sforzi e con un impatto positivo sull’economia europea.
“Serve un immediato cambio di rotta dell’Europa – ha concluso Edoardo Zanchini -. Non solo per essere un credibile leader a livello internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici, ma soprattutto per rilanciare l’economia europea attraverso il volano delle rinnovabili”.