La brutta verità sullo spreco di cibo a Singapore
Nella città-stato asiatica, quasi metà della frutta e della verdura raccolta e messa in vendita non arriva in tavola per via del suo aspetto imperfetto e poco attraente
19 November, 2016
A cura di Laura Tajoli
Una parte consistente dei cittadini di Singapore getta in pattumiera il “cibo brutto”, contribuendo così ad aggravare il problema dello spreco alimentare. Una nuova inchiesta ha infatti dimostrato che i cittadini di Singapore mangiano prima con gli occhi: frutta e verdura con qualche tacca, un colore poco vivido o una forma strana non vengono portati in tavola. Il risultato è che nel 2015 nella città-stato asiatico sono state sprecate 785.500 tonnellate di cibo. Le autorità si sono mobilitate per modificare questa insalubre tendenza.
Lo scorso mese, l’azienda di elettrodomestici Electrolux ha intervistato 1000 cittadini di Singapore, sondando le loro abitudini di acquisto. Tra tutte le persone coinvolte nel sondaggio, il 52 per cento ha ammesso che preferisce buttare via il “cibo brutto” in vece di mandarlo, anche se questo gesto contribuisce allo spreco alimentare. L’83 per cento degli intervistati ha dichiarato di preferire frutta e verdure dall’aspetto fresco e uno su quattro ha ammesso di non acquistare mai frutta o verdura scolorita o con qualche difetto.
La consapevolezza della gravità del problema non sembra in alcun modo spingere i cittadini a tornare sulle loro posizioni e a pensarci due volte prima di buttare cibo ancora commestibile: il 61 per cento degli intervistati hanno detto di sapere che lo spreco di cibo è una questione grave, ma uno su cinque ha comunque affermato che non gli importava. Il numero di persone indifferenti al problema dello spreco alimentare era più elevato tra quelli con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni e tra i maschi (21 per cento). Il 44 per cento delle persone oggetto dell’inchiesta ha dichiarato che lo spreco degli alimenti “brutti” era una cosa triste, il 37 per cento ha affermato di sentirsi colpevole e il 26 per cento, addirittura, “scioccato”.
Il cibo con un aspetto brutto è uno dei fattori che contribuiscono allo spreco alimentare, una questione ancora poco analizzata e discussa. È tempo di agire, perché non tutto è perduto, comunque, perché il 65 per cento degli intervistati ha affermato che utilizzerebbe il “cibo brutto” nei pasti quotidiani se venisse venduto a un prezzo inferiore.