Quartieri Ricicloni in zona Paolo Sarpi: l'incontro con i giovani di Associna
Ambiente, raccolta differenziata e riciclo, sprechi alimentari. Dall'incontro con le "Seconde generazioni cinesi" a Milano emerge che "in Cina si ricicla molto, ma perché c'è un guadagno diretto". Le istruzioni AMSA girano in cinese su WeChat
29 November, 2016
Associna, ossia "Seconde generazioni cinesi", un'associazione importante in tutta Italia, in modo particolare a Milano, che raggruppa i tanti ragazzi e ragazze cinesi della metropoli lombarda, spesso nati nel nostro Paese, e che si ritrovano a vivere una realtà particolare, con la ricchezza della doppia appartenenza culturale.
Si è partiti dalla questione dei rifiuti, della raccolta differenziata e del riciclo. In Cina il riciclo dei rifiuti e dei materiali esiste eccome ed è molto forte, ma soprattutto perché è una questione economica, ci hanno spiegato i ragazzi. C’è un vasto mercato di riciclatori privati che pagano, anche se poco, per recuperare tutto. “Qui in Italia i cinesi non avrebbero incentivi, è difficile che facciano qualcosa in più della raccolta differenziata, già richiesta dal Comune e da AMSA, a maggior ragione che si paga la tassa rifiuti", ammette Eric Mu, Segretario Generale di Associna.
Una pratica di cui AMSA e il Comune sono a conoscenza, anche perché svolta abbastanza alla luce del sole, e che non comporterebbe una violazione di legge, poiché le norme in materia prevedono l"esclusiva" del gestore pubblico dei rifiuti solo per l'indifferenziato, ci ha spiegato AMSA. Gli operatori autonomi possono fare la raccolta differenziata di carta e cartone. Altro discorso, precisa AMSA, è che tali operatori siano davvero "autorizzati", ossia abbiano le necessarie licenze di operatori ambientali. Questione che però spetta ai controlli dei Vigili urbani, ossia del Comune.
Più in generale, quando si parla di dedizione alle pratiche del riciclo, del riuso e del recupero, emerge che "Riparare, recuperare, non buttare era più una fissazione dei nostri nonni”, aggiungono le colleghe di Eric, Bruce Zhou e Wang Momu. "Noi giovani non l’abbiamo più perché siamo più consumisti; quando qualcosa si rompe, di solito ne compriamo uno nuovo".
Una certa attenzione, nella comunità cinese di via Paolo Sarpi, sembra esserci soprattutto nel settore alimentare e della ristorazione. Abbiamo già parlato dei locali che utilizzano ingredienti a Km 0 (o quasi), come la ravioleria cinese di Age; o della macelleria che cerca di donare gli scarti di carne ai possessori di animali. Ma ci sono altri locali particolarmente attenti a limitare gli sprechi: come il negozio di "formaggi di soia", Dha Zong, di via Sarpi 6. Una piccola bottega cinese che vende formaggi di soia (tofu) buonissimi, tra cui spiccano i "cubetti piccanti". Lui è molto attento a non sprecare nulla ed ha una produzione perfettamente tarata sul venduto: "Non avanza mai nulla, tanto che se si arriva tardi al pomeriggio, non si trova più nella", ci spiegano gli amici di Associna.
Infine, in via Messina, operano alcuni negozi di ortofrutta cinesi, frequentati quasi esclusivamente da loro connazionali, che vendono frutta e verdura che di solito negli esercizi italiani non si trovano, come il cavolo e le zucchine cinesi. Verdure coltivate nei loro orti fuori Milano, quindi quasi "a KM 0".
In ogni caso, soprattutto tra i giovani, lo sforzo di essere bravi cittadini in ambiti come la raccolta differenziata c'è, eccome. Sara, italiana di Associna, e la sua collega, Wang Momu, ci parlano delle istruzioni AMSA tradotte in cinese. Un avviso che è girato molto su WeChat, l'app che usano i cinesi, simile a What'sApp. "Ma molto più completa e intuitiva", ridacchia Eric.
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