'La città resiliente': un libro di di Pietro Mezzi e Piero Pelizzaro
Un libro racconta l’arte di adattarsi al cambiamento climatico delle “città resilienti”, da Barcellona a Rotterdam, passando per Milano e Roma: un repertorio delle politiche e delle prassi per ridurre i potenziali effetti negativi degli “eventi estremi” e studiare progetti di “rigenerazione urbana”. Testi di Stefano Caserini, Paolo Pileri, Cristina Tajani, Alessandro Coppola
27 December, 2016
“La resilienza - scrive il co-autore Piero Pelizzaro nel Manifesto per un
nuovo immaginario resiliente che apre il volume - è la velocità con cui una
comunità, un sistema ecologico o socio-economico ritornano al loro
stato iniziale - e lo fanno innovandosi - dopo essere stati sottoposti a
uno shock, causato da eventi naturali o da attività antropiche”. Oggi è in
primis il cambiamento climatico a mettere alla prova le città con eventi
estremi - come uragani, inondazioni, periodi di siccità, isole di calore -, ma
le comunità devono adattarsi anche alle conseguenze più gravi della lunga
crisi economica e sociale. La sfida è stata raccolta dalle resilient cities, ormai
decine in tutto il mondo, spesso unite in network come le 100 Resilient
Cities della Rockefeller Foundation: questo libro propone il repertorio delle
politiche e delle prassi resilienti di Barcellona, Rotterdam, Copenhagen,
Malmö, New Orleans, Boston, New York, Norfolk, Jakarta (raccontate da
Pietro Mezzi) e - in Italia - di Milano, Roma, Bologna, Venezia.
Gli autori
- con il supporto di dati scientifici - disegnano con chiarezza i possibili
scenari d’impatto del cambiamento climatico nel prossimo futuro, i suoi
costi economici e sociali nelle nostre città e - soprattutto - le strategie
resilienti con cui le amministrazioni hanno reagito alle crisi dal punto
di vista organizzativo e pratico: i progetti per difendersi da uragani,
inondazioni, innalzamento del livello del mare, le “piazze d’acqua, i Climate
adaptation plan, i quartieri sostenibili, i modelli di urban greening per la
mitigazione del clima, fino ai progetti di rigenerazione urbana più ampia,
che contemplano anche la mobilità sostenibile, le politiche di accoglienza
e altro ancora. Nel capitolo dedicato all’Italia spicca il caso di Milano, che
produce “innovazione resiliente” con risultati misurabili attraverso la
congestion charge collegata all’Area C: -29,2% di traffico all’interno della
zona centrale, -18% per le emissioni di Pm10 e -35% per quelle di CO2.
GLI AUTORI:
Pietro Mezzi è architetto, giornalista, ricercatore
e consulente nei settori dell’ambiente
e delle costruzioni. Attualmente scrive per
alcune riviste di architettura. Ha ricoperto
incarichi pubblici - è stato sindaco di Melegnano
e assessore al Territorio della Provincia
di Milano - e negli anni si è impegnato in
battaglie civili, ambientali e per la legalità.
Piero Pelizzaro esperto di resilienza e co-fondatore
della start up Climalia. Già responsabile
Cooperazione Internazionale Kyoto Club,
oggi è project manager del “Dipartimento
per l’innovazione economica, le Smart City e
l’Università” del Comune di Milano (progetto
sharingcities.eu). Collabora con Commissione
Europea e MinAmbiente sulle politiche di
adattamento ai cambiamenti climatici, con
università e riviste specializzate. Ideatore
della Scuola sulla Resilienza (progetto-rena.it)
Stefano Caserini, titolare del corso Mitigazione
dei cambiamenti climatici del Politecnico
di Milano, ingegnere ambientale e dottore
di ricerca in Ingegneria sanitaria. Autore di
“Imparare dalle catastrofi” (Altreconomia) e
“Il clima è (già) cambiato. 10 buone notizie
sui cambiamenti climatici” (Ed. Ambiente).
Introduzione di Paolo Pileri, professore di
Pianificazione e Progettazione Urbanistica al
Politecnico di Milano. Contributi di Cristina
Tajani, assessore allo Sviluppo economico del
Comune di Milano e di Alessandro Coppola
già Chief Resilient Officer di Roma