Rifiuti, sulla differenziata siamo meglio di Francia e Uk. Ma delude il mancato calo della spazzatura prodotta
Il 2016 della "monnezza" raccontato attraverso i dati Ispra. Nella Ue meglio di noi solo Germania, Svezia e Belgio. Smentito il legame tra quantità di spazzatura e ricchezza, cavallo di battaglia di chi promuove la politica dei nuovi inceneritori - l'analisi di Paolo Hutter sul Fatto Quotidiano
05 January, 2017
L’Italia potrebbe toccare nel 2016 il 50% di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, o almeno sfiorare tale quota simbolica. I dati arrivano a rilento e vengono vagliati e rielaborati con lenta meticolosità dall’Ispra che solo in questi giorni ha pubblicato i consuntivi del 2015. Dai quali emerge che “nel 2015, la percentuale di raccolta differenziata raggiunge il 47,5% della produzione nazionale, facendo rilevare una crescita di + 2,3 punti rispetto al 2014 (45,2%).” E’ un dato ancora abbondantemente al di sotto del 65% previsto dalla direttiva europea, ma comunque del tutto rispettabile a livello europeo dove solo Germania, Svezia e Belgio fanno nettamente meglio, mentre anche Francia e Gran Bretagna, per non parlare della Spagna, sono ancora indietro nel cammino verso la “economia circolare”.
Ma andiamo con ordine, cominciando da un dato che solo per i più preparati addetti ai lavori è ovvio: il leggerissimo, millimetrico calo della produzione complessiva dei rifiuti solidi urbani. Nel 2015 abbiamo prodotto complessivamente 29 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti, con una media di circa 487 kilogrammi pro/capite. Il calo della produzione complessiva è stato dello 0,4% ma in realtà, secondo le statistiche incrociate utilizzate da Ispra, c’è stato anche un calo della popolazione residente e quindi i rifiuti sono scesi solo dello 0,2% procapite. In pratica un kilo in meno a testa.
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