'Il flacone dell’immagine ha un valore ambientale ed economico'
La responsabile dell'Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino, Agata Fortunato, ci ha chiesto di intervenire per criticare un post di Conai su Facebook
06 January, 2017
In pausa pranzo mi imbatto in un post di CONAI che sulla sua pagina facebook dice: “Il recupero dei materiali di imballaggio permette di ottenere nuova energia! Corepla”. Sotto il messaggio un’infografica mostra come da un flacone in HDPE si possa produrre energia sufficiente a tenere accesa una lampadina da 60 watt per un’ora e mezza.
Il messaggio che mi arriva forte e chiaro è che dopo aver chiesto ai cittadini consumatori (che nel prezzo di quel flacone di detersivo hanno pagato anche il fine vita dell’imballaggio attraverso il CAC-Contributo Ambientale Conai) di mettere quel flacone nella raccolta differenziata (per fare la quale i cittadini pagano la tassa rifiuti), dopo aver chiesto al Comune di raccogliere in modo separato gli imballaggi in plastica e avergli chiesto di conferirli a Corepla, Corepla cosa fa? Prende quell’imballaggio, lo fa separare e lo manda in un termovalorizzatore per produrre energia!
Torno in ufficio arrabbiata. Si proprio arrabbiata perché insieme ai miei colleghi, ho passato gran parte degli ultimi dodici anni (tempo pagato dal cittadino con le sue tasse) a spiegare quali sono i motivi per cui è necessario fare la raccolta differenziata, a monitorare (attraverso l’Osservatorio provinciale rifiuti) l’andamento della raccolta differenziata, a scrivere bandi e misure di sostegno anche economico per i Comuni affinché implementassero la raccolta differenziata e passato altro tempo a fare la raccolta differenziata a casa (questo però lo faccio da più di dodici anni!); e poi mi trovo davanti questa pubblicità.
Da tecnico so bene che non tutto purtroppo è riciclabile, anche se raccolto in modo differenziato; so bene che su questo sarebbe necessario un incisivo intervento del governo per rendere più che solo parole “l’economia circolare”; so anche bene che come cittadini consumatori possiamo attraverso i nostri consumi orientare le scelte dei produttori di beni e servizi. Questa pubblicità però guarda al passato, almeno spero: non voglio neppure pensare che invece esprima una nuova politica dei consorzi.
Non sono contraria alla termovalorizzazione per produrre energia dai rifiuti, sia chiaro, ma questa come giustamente dice la legge (europea e italiana) viene gerarchicamente dopo il riciclo, solo per quei rifiuti che per motivi tecnici o economici non hanno possibilità di essere riciclati.
Il flacone dell’immagine ha un valore ambientale ed economico: se raccolto in modo separato e conferito all’industria del riciclo diventa un nuovo oggetto; è solo così che “da cosa (ri)nasce cosa”! Che Conai non lo sappia mi stupisce davvero molto o molto più probabilmente è solo poco attento alla comunicazione.
Questa non è comunicazione che fa bene all’ambiente né ai tanti che ogni giorno lavorano per migliorarlo o se non altro cercano di limitare l’impatto che la nostra esistenza produce.
Torno a fare il mio lavoro, faccio finta di non aver visto anche la vecchia lampadina a incandescenza e intanto spero in una correzione del messaggio.
Agata Fortunato, responsabile dell'Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino