Sentinella dei Rifiuti bloccata dalla neve in Puglia. Ma non tutti i mali...
C'è chi doveva rientrare al Nord l'8 gennaio e ancora al 12 non è riuscito a partire. La testimonianza di Rocchina Cericola da Orsara di Puglia. Il blocco delle strade, l'acqua che manca come ad agosto
11 January, 2017
Mercoledì, 11 gennaio 2017 non nevicava. Il sole si staglia alto sul Monte Cornacchia e la distesa bianca inizia a macchiarsi del marrone della terra. Non sono tornata a Torino. Apro la finestra e invece della cioccolateria di Gobino vedo ancora le montagne pugliesi. Il gelo sulle strade e le costanti nevicate tardo pomeridiane – serali hanno creato notevoli disagi ai trasporti stradali. Difficile raggiungere Foggia e forse ancora più difficile attraversare l’Italia specie nel tratto abruzzese. Alcune corse degli autobus Marino sono state soppresse. I call center della compagnia di pullman di Altamura sono stati irraggiungibili domenica e lunedì. Linee intasate, centinaia di passeggeri rimasti a terra. Tra cui io che non l’ho presa più di tanto male.
Bella la neve, romantica, se la si guarda dal finestrone in legno di una baita con il camino acceso davanti e una cioccolata calda con panna tra le mani. In caso contrario, nove volte su dieci, le nevicate coincidono con disservizi e problemi e, noi orsaresi, ben lungi dall’avere lo spirito di iniziativa dei conterranei baresi non facciamo altro che crogiolarci nella rabbia e nella bestemmia social. C’è chi si è arrabbiato perché a causa del gelo notturno è scoppiato il contatore dell’acqua e da tre giorni non ha acqua in casa. C’è chi si è arrabbiato perché per lo stesso motivo ha avuto per ore un fiume d’acqua che correva davanti alla porta del suo bar. Altri si sono arrabbiati perché due cm di neve si sono trasformati nel giro di poche ore in due cm di ghiaccio ed hanno puntato il dito contro le istituzioni locali che, diversamente da quello che succede nel lontano e agognato Nord Italia, non solo non hanno messo in campo spargimenti di sale preventivi (nonostante le previsioni meteo avessero dato per certe le nevicate dei giorni scorsi) ma hanno latitato anche dopo, quando la neve era ben attaccata all’asfalto e le macchine slittavano in curva. Altri ancora ultimavano e perfezionavano il lavoro dello spazzaneve con la pala, a mano. Gli unici a non lamentarsi sono stati i vecchietti più temerari, che nonostante la neve tutte le mattine si sono avviati verso la campagna per dar da mangiare agli animali e i bambini che hanno avuto due giorni in più per rotolarsi nella neve e dare vita alle strade.
I disservizi sono stati tanti: i contatori esplosi, le abitazioni senza acqua per 72 ore, l’autobotte dell’AQP rotta per strada e le code lunghissime di bidoni da 10 litri allineati per essere riempiti senza contare che la corrente elettrica è venuta meno quasi ogni sera per il peso della neve che si accumulava sui fili elettrici. Fossimo stati a Milano qualcuno avrebbe avuto una crisi isterica pensando alle migliaia di euro che diventavano fumo ogni ora passata in casa, ma per fortuna siamo ad Orsara di Puglia e ne abbiamo approfittato per continuare a giocare a carte in compagnia di famiglia e amici, alcuni dei quali iniziano a mettere su famiglia. Passiamo più tempo a lamentarci dei riscaldamento globale che a goderci la neve che finalmente torna a far visita alle nostre montagne e a creare quegli stessi disagi (sale da neve a parte) che causa anche il troppo caldo ogni estate. Già, perché ogni anno, ad agosto, l’acqua viene dosata: il paese si riempie ma il bacino, viste le piogge rare, si svuota e quindi amministrazione e acquedotto sono costretti a erogare il bene pubblico più amato dagli italiani con il contagocce. Faremmo meglio a stare zitti e incantarci a guardare il fumo uscire dai comignoli ricordando che 50 anni fa ci si sposava a gennaio proprio perché la terra riposava e dava modo agli uomini di stare assieme e riscoprirsi comunità.