De Santis, Conai: favorevoli a revisione normativa, ma ci vogliono trasparenza e organicità
Presentata a Roma ricerca LUISS-CONAI. Secondo lo studio non sempre concorrenza e tutela dell'ambiente coincidono
25 January, 2017
“Nella gestione dei rifiuti da imballaggio, tutela dell’ambiente e della concorrenza sono obiettivi che si intersecano, ma che non convergono necessariamente”. È questo il risultato principale emerso da una ricerca, promossa da CONAI e realizzata dall’Università LUISS-Guido Carli, intitolata “La gestione dei rifiuti di imballaggio in Italia: profili e criticità concorrenziali”.
La ricerca si è soffermata ad analizzare i principali profili e criticità concorrenziali dell’attuale organizzazione della gestione dei rifiuti da imballaggio, evidenziando che vi sono casi “in cui i meccanismi concorrenziali non riescono a garantire un adeguato livello di tutela ambientale” .
Tutela ambientale e tutela della concorrenza finiscono infatti per intersecarsi, in quanto il raggiungimento degli obiettivi ambientali si basa in gran parte sul corretto funzionamento dei meccanismi concorrenziali e, allo stesso tempo, il perseguimento di tali obiettivi fornisce un adeguato livello di tutela ambientale, giustificando l’adozione di misure limitative della concorrenza.
L’analisi effettuata da CONAI e LUISS ha mostrato come il sistema consortile in funzione sussidiaria rispetto ad altri operatori, sia “giustificabile al fine di garantire la prestazione universale del servizio, che assicura la gestione dei rifiuti di imballaggio su tutto il territorio nazionale e per tutti i tipi di rifiuti da imballaggio”.
"Non rifiutiamo una revisione della normativa che da una parte salvaguardi l’ambiente e da una parte la concorrenza - ha dichiarato Roberto de Santis, Presidente di Conai in apertura della conferenza - crediamo però che ogni revisione debba essere accompagnata dalla trasparenza. Si deve infatti fare attenzione perché spesso le revisioni sono solo a vantaggio di alcuni e non dell’interesse generale".
Secondo la ricerca infatti il rischio è che si verifichi il fenomeno del cosiddetto cherry picking, ovvero che gli operatori prediligano la gestione dei rifiuti più remunerativi nelle aree geografiche in cui il servizio è meno costoso, lasciando scoperte le altre aree geografiche e le altre tipologie di rifiuti.
Lo stesso fenomeno rischia di verificarsi anche riguardo i criteri di applicazione del CAC (contributo ambientale Conai). Secondo il consorzio infatti “laddove vi siano operatori indipendenti che si occupano della gestione degli imballaggi su suolo privato provenienti dal circuiti commerciale ed industriale, i produttori e gli utilizzatori degli imballaggi intercettati non possono essere esonerati dall’adesione al Conai”.
“Abbiamo commissionato all’Ateneo LUISS una ricerca sui profili e criticità concorrenziali nella gestione dei rifiuti da imballaggio per aggiungere un contributo di valore al dibattito su questo tema - ha aggiunto de Santis - Riteniamo che, qualora si intenda procedere ad interventi di evoluzione della normativa, ciò debba avvenire in maniera organica, evitando interventi legislativi parziali che potrebbero mettere a repentaglio gli importanti risultati di riciclo conseguiti. Occorre che tutti i soggetti coinvolti si facciano carico degli oneri ambientali connessi alla loro attività e siano chiamati ad obblighi di compliance”.