Rifiuti Genova. Aggregazione Amiu - Iren Ambiente: Gcr Liguria scrive all'assessore comunale all'Ambiente
Lettera aperta del Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti della Liguria all'assessore all'Ambiente del Comune di Genova, Italo Porcile, in merito al progetto di aggregazione tra Amiu e Iren Ambiente
27 January, 2017
In seguito all’audizione con le commissioni V e VI del comune di Genova del 13 gennaio, riteniamo utile precisare le nostre richieste, già motivate nelle osservazioni presentate:
Il comune di Genova può accettare un partner per Amiu solo per realizzare il Piano industriale 2014, come richiesto a suo tempo. Quindi:
1. Costruire tutti gli impianti previsti dal piano metropolitano:
- trattamento combinato della frazione organica per 70.000t/a con produzione di bio-metano da usare per autotrazione o in rete e di compost da usare in agricoltura o nei parchi
- TMB flessibile da 173.000t/a per separare a freddo con selezione meccanica ulteriore materia dal RUR, convertibili nei prossimi anni alla valorizzazione delle frazioni da raccolta differenziata.
Con questi impianti Genova inizierà un cammino di autosufficienza nella gestione dei rifiuti e avrà un recupero occupazionale specializzato, utile in una città con gravi problemi (ad es. i lavoratori ex Ilva potranno essere reimpiegati negli impianti di trattamento dell'organico). Eliminando il trasporto fuori regione dell’organico e del CSS non si avranno extra-costi per i cittadini.
2. Ritirare la proposta di limitare RD al 45%, con raccolta congiunta in 3 cassonetti, arretrata ed inaccettabile in base alla legge nazionale e contraria alle scelte operate dal territorio: Piano Regionale 2015 e Piano Metropolitano 2016. Il comune non può dimenticare di avere appena speso per lo studio di un piano metropolitano virtuoso.
3. Proseguire coi metodi di raccolta tipizzati per tutte le frazioni secche (carta, plastica) oltre che per l’organico ed il vetro: porta a porta ovunque possibile per densità di popolazione con eliminazione dei cassonetti: con questa separazione a monte si avrà aumento progressivo della RD, miglioramento della qualità e quindi aumento del riciclo e soprattutto diminuzione drastica (almeno il 20%) del RSU per l’impossibilità di conferimento di rifiuti impropri, fonte di costi inammissibili. Il costo della RD non scende a fronte di un minor numero di cassonetti, ma cresce: infatti mettendo insieme materiali leggeri e pesanti non si può procedere ad una forte compattazione, per non pregiudicare poi la separazione, il materiale caricabile è quantitativamente poco, con conseguente alto costo di trasporto.
4. Introdurre appena possibile la TARIP (tariffa puntuale) dove la parte variabile dipende dai conferimenti di RUR (rifiuto residuo o indifferenziata), in modo da premiare e incentivare i comportamenti virtuosi e penalizzare quelli irresponsabili.
5. Cercare altri finanziamenti per mantenere l’ammortamento dei costi di messa in sicurezza di Scarpino 1 e 2, in 30 anni, in modo da non incidere eccessivamente sulla TARI. Questo permetterebbe di mantenere almeno la tariffa attuale, come richiesto dalle Associazioni dei consumatori e di categoria
6. Non produrre CSS (combustibile solido secondario), che ha maggiori costi di produzione e smaltimento rispetto al recupero di materia, ma seguire Piano industriale 2014 e Piano Metropolitano. I cittadini genovesi non hanno interesse ad alimentare inceneritori a Torino e Parma, ma a pagare TARI meno onerosa, non gravata da costi di trasporto e smaltimento e alleggerita dai ricavi di vendita delle materie seconde.
In alternativa proponiamo, per rispettare i referendum 2011, la trasformazione di AMIU in una azienda speciale consortile che permette la gestione di un servizio pubblico senza profitti nell’interesse della comunità.