Torino, il presidente di Amiat annuncia: "Entro il 2020 vogliamo l'avvio a riciclo effettivo del 65% dei rifiuti"
Lorenzo Bagnacani: "L’obiettivo che ci siamo posti è di aggredire nel minor tempo possibile i 450 mila abitanti che ancora non hanno il porta a porta. L'ambizione è arrivare nel 2020 con gli obiettivi di legge tutti centrati, cioè tassativamente il 65% di riciclo effettivo"
09 February, 2017
A poco più di quattro mesi dal suo insediamento ai vertici di Amiat, Eco dalle Città ha incontrato il presidente dell’azienda, Lorenzo Bagnacani, per sapere quali sono le prospettive nella gestione dei rifiuti di Torino. All’orizzonte ci sono diverse novità. L’obiettivo di Amiat e del Comune è quello di raggiungere gli obiettivi di legge regionali ed europei di differenziata e avvio a riciclo entro tre anni. Ecco cosa ci ha detto Bagnacani.
Raccolta differenziata a Torino. I numeri attuali non sono entusiasmanti ma sappiamo che state lavorando per migliorarli. Cosa bolle in pentola presidente Bagnacani?
La sfida dell’amministrazione è quella di rilanciare la raccolta differenziata ferma da tanti anni. Dal mio insediamento fino ad oggi abbiamo lavorato a tutto tondo su questa prospettiva, che sia concreta e immediata ma anche progettuale di lungo periodo. Adesso siamo ai lavori finali, anche perché nel bilancio della città dev’essere inserito entro febbraio lo stanziamento necessario per il progetto. Siamo proprio agli ultimi giorni e la determinazione dell’Assessora Giannuzzi (Stefania, assessora all’Ambiente del Comune di Torino, ndr) su questa sfida crea le condizioni ideali per costruire buoni risultati.
Ci dia qualche anticipazione.
Abbiamo l’obiettivo di ottenere risultati importanti già nell’anno in corso. Al di là del fatto che per ottenere dei numeri statistici apprezzabili serve un tempo tecnico di set-up, di verifica e di studio, direi che il miglioramento delle performance di raccolta differenziata, operando con grande intensità, potrebbe avere inizio a settembre di quest’anno. Abbiamo pochi mesi utili e non vogliamo perdere tempo.
Abbiamo pensato di modulare il lavoro su due fronti principali. Attiveremo da subito un progetto su tutta la cittadinanza, in particolare quella che già è servita dalla raccolta porta a porta, ovvero una grande campagna di sensibilizzazione che abbia l’accortezza di capire con l’aiuto dei cittadini perché il potenziale del porta a porta non viene sfruttato a pieno. Che cosa c’è che non va e che cosa può essere migliorato e perfezionato. L’obiettivo è quello di preparare una sorta di ricetta per estrarre il miglior potenziale possibile sia in termini di quantità che in termini di qualità della raccolta differenziata.
Se noi guardiamo i dati dell’osservatorio provinciale rifiuti infatti c’è un monito molto esplicito che dice “attenzione che è inefficiente raccogliere organico e plastica se poi più della metà di questa va a smaltimento perché di pessima qualità”. Migliorare questi dati attraverso un’organizzazione più efficiente è una sfida importante e vincendola diamo due risposte: da una parte ci prepariamo per il nuovo metodo di conteggio per la valutazione della gestione rifiuti che impone l’Europa e che si basa sul tasso di riciclo effettivo. Cioè non mi interessa quanta raccolta differenziata fai, mi interessa quanto ricicli effettivamente. Dall’altra ci mettiamo nell’ottica del piano regionale di gestione rifiuti del Piemonte, che fissa l’obiettivo di riduzione dei rifiuti indifferenziati pro capite da qui al 2020 di 89 chilogrammi rispetto ai numeri attuali. Fare la raccolta differenziata di qualità significa quindi ridurre lo smaltimento, è questa le vera sfida. Una sfida che a Torino non si gioca da troppo tempo.
Su quella parte di città, metà circa, che invece ha ancora la raccolta di rifiuti stradale cosa farete?
Da settembre parte l’estensione del porta a porta in tre nuovi quartieri, quelli annunciati qualche tempo fa ovvero San Salvario, Vanchiglia, Santa Rita, per un totale di 70mila abitanti. Con notevoli sforzi abbiamo fatto in modo che il sistema entri a pieno regime entro il 2017. Ma non solo. Stiamo già lavorando al piano per i prossimi tre anni, perché l’obiettivo che ci siamo posti è quello di ‘aggredire’ nel minor tempo possibile i 450 mila abitanti che ancora non hanno la raccolta domiciliare. La nostra ambizione è quella di arrivare nel 2020 con gli obiettivi previsti dalle normative tutti centrati, cioè tassativamente con il 65% di riciclo effettivo. Si tratta di una strategia che mette insieme le esigenze di un piano industriale e gli obiettivi programmatici dell’amministrazione comunale.
A corollario di tutto questo ci sono anche dei progetti diciamo ‘minori’ che però minori non sono. Ad esempio, grazie a l’esperienza maturata con il progetto che vede coinvolto Eco dalle Città a Porta Palazzo, abbiamo definito le linee di indirizzo per il rifacimento delle gare d’appalto per la raccolta nei mercati che sono in scadenza. Le nuove linee guida si prefiggono l’obiettivo di ‘mercati a rifiuti zero’, introducendo gli strumenti dell’incentivazione o del disincentivo per gli operatori in base ai risultati effettivi della differenziata. L’obiettivo di base è quello del 70-75% di raccolta differenziata di qualità che sarà opportunamente controllata con delle verifiche merceologiche. Se tu ne fai di più vieni premiato, ma se tu vai sotto questa percentuale vai incontro a delle penalità. Se per due semestri successivi l’operatore non sarà stato in grado di raggiungere gli obiettivi minimi di raccolta differenziata potremo recedere dal contratto.
Altra cosa che vogliamo fare è ridurre l’impatto del nostro servizio all’esterno. Stiamo facendo degli importanti investimenti per ammodernare il parco mezzi per ridurre le emissioni. Vorremmo poi che tutti i principali luoghi pubblici di Torino, dalle scuole agli uffici pubblici alle palestre, abbiano un sistema di raccolta differenziata organizzato ed efficiente in modo che il pubblico dia il buono esempio. Ultima cosa il tema delle isole ecologiche. Stiamo individuando due nuove aree per due nuove isole ecologiche in quelle parti della città che ne sono sprovviste, per migliorare i servizi offerti alla cittadinanza.