La politica al bivio tra proposta e imposizione
L'analisi di Paolo Griseri su La Repubblica Torino del 06.03.2017
05 March, 2017
LA PRIMA domenica ecologica dell’era Appendino è stata un successo. Strade sostanzialmente deserte, vie di fatto pedonalizzate. Come si dice in questi casi, i pedoni hanno preso la loro rivincita sulle auto, anche grazie alla bella giornata di sole. Tutto bene dunque? Forse. Certamente è stata positiva l’esperienza di “Just the woman I am” con 15 mila torinesi a correre per le strade del centro. Ma è un fatto che la chiusura al traffico di ieri non trova alcuna giustificazione nei dati dell’inquinamento. Nei giorni scorsi vento e pioggia hanno spazzato l’aria della città e si sarebbe dunque potuto liberamente circolare senza superare i limiti. Il fatto è che la domenica ecologica non nasce per necessità ma per la volontà dell’amministrazione di educare i cittadini alla mobilità alternativa. Cioè a non usare l’auto. Un’imposizione? «Non una imposizione ma una scelta dell’amministrazione », risponde Appendino. In realtà non c’era alcuna libertà di compiere scelte diverse, a meno di non prendersi la multa. Un’imposizione dunque, sia pure a fin di bene. Accusare l’attuale giunta per questo sarebbe ipocrita: giunte di destra e di sinistra hanno propinato domeniche ecologiche a man bassa nei decenni scorsi. La questione è un po’ più profonda: quale diritto ha la politica di educare il popolo? C’è una lunga tradizione: da Platone ai totalitarismi del Novecento, lo Stato educativo ha affascinato filosofi e governanti. Quasi replica watches sempre spingendoli a limitare la libertà dei cittadini in nome del bene comune e di un interesse superiore. Crolla (forse) il sistema Torino, cambiano i gruppi dirigenti ma le vecchie abitudini resistono: quando avremo una politica che propone e non impone?