Commenti all'approvazione del pacchetto economia circolare da parte dell'Europarlamento
Il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti : "Bene Ue su economia circolare, bisogna armonizzare regole degli Stati". In esclusiva per Eco dalle Città i commenti di Walter Facciotto (direttore generale Conai) e Agata Fortunato (responsabile Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino)
14 March, 2017
Il 14 marzo il Parlamento europeo ha approvato il pacchetto sull'economia circolare che contiene target di riciclo più elevati rispetto a quelli proposti dalla Commissione Ue. La plenaria di Strasburgo ha confermato a larghissima maggioranza l'aumento al 70% di rifiuti urbani riciclati entro il 2030 (contro il 65% chiesto da Bruxelles) e all'80% per gli imballaggi (contro il 75%), la riduzione al 5% di quelli in discarica (contro il 10%), e ha introdotto anche il taglio del 50% degli sprechi alimentari. L'Aula dovrà ora negoziare il testo con il Consiglio Ue per arrivare a un accordo finale. Pubblichiamo di seguito alcuni commenti all'approvazione del pacchetto da parte dell'Europarlamento.
Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti: "Bene Ue su economia circolare, armonizzare regole degli Stati"
“Siamo contenti che il Parlamento europeo abbia scelto di procedere con decisione sulla strada dell’economia circolare. L'europarlamentare Simona Bonafé, relatrice del provvedimento, ha fatto un ottimo lavoro". Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, commentando l’approvazione del pacchetto sulla circular economy da parte dell’Europarlamento. "Il testo approvato - spiega Galletti - è molto elevato nei target e, per quanto ci riguarda, non potrà prescindere da un punto sul quale lavoriamo in Consiglio europeo dal primo giorno: l’armonizzazione delle regole, ovvero una spinta di pari intensità da parte degli Stati membri e un’effettiva comparabilità tra le loro performance. Ci attende un negoziato non semplice - conclude il ministro - ma è indispensabile arrivare a un testo molto ambizioso in grado di avviare l’Europa verso un futuro di crescita sostenibile”.
Walter Facciotto, dg Conai: "Obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio particolarmente sfidanti. Il sistema consortile ha tutte le carte in regola per raggiungerli"
Anche il Consorzio Nazionale Imballaggi riprende la notizia sul proprio sito e ricorda che secondo i deputati europei, "entro il 2030, almeno il 70% in peso dei cosiddetti rifiuti urbani (familiari e di piccole imprese) dovrebbe essere riciclato o preparato per il riutilizzo, ovvero, controllato, pulito o riparato. La Commissione europea aveva proposto il 65%. Per i materiali di imballaggio, come carta e cartone, plastica, vetro, metallo e legno, si propone l’80% come obiettivo per il 2030, con obiettivi intermedi per ogni materiale nel 2025". Il direttore generale di Conai Walter Facciotto ha sottolineato ad Eco dalle Città che "le proposte di direttive sull’economia circolare prevedono il raggiungimento di obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio particolarmente sfidanti, soprattutto per alcuni materiali come la plastica. Alla luce dei risultati già conseguiti, a parità di normativa, possiamo comunque affermare che il sistema consortile ha tutte le carte in regola per raggiungerli".
Legambiente: “Questa è l’Europa che vogliamo. Il 24 aprile saremo a Bruxelles insieme ai campioni italiani dell’economia circolare a sostegno di un accordo ambizioso con il Consiglio”
Un ulteriore passo verso un’ambiziosa riforma della politica europea dei rifiuti. Il voto di oggi a larga maggioranza del Parlamento Europeo apre la strada verso una politica europea finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica ed occupazionale. Il rapporto adottato – grazie all’impegno della relatrice Simona Bonafè - migliora considerevolmente la proposta del 2015 fatta dalla Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani ed all’80% per gli imballaggi.
Il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe – secondo la valutazione della stessa Commissione Europea – di creare 580 mila posti di lavoro, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie ad un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una riduzione delle importazioni di materie prime. I posti di lavoro potrebbero crescere sino a 867 mila se, all’obiettivo del 70% di riciclaggio si accompagnassero a livello europeo e nazionale anche misure ambiziose per il riuso, in particolare nell’arredamento ed il tessile. Solo nel nostro paese si possono creare almeno 190 mila nuovi posti di lavoro, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo.
Opportunità che non possono essere sprecate. Legambiente nelle prossime settimane si mobiliterà per una rapida approvazione del pacchetto legislativo sull’economia circolare in linea con quanto proposto oggi dall’Europarlamento.
“Questa è l’Europa che ci piace. Un’Europa capace di indicare una strategia moderna e sostenibile per uscire dalla crisi puntando su innovazione e coinvolgimento sinergico tra cittadini, istituzioni e economia – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni -. Il 24 aprile saremo a Bruxelles, insieme ai campioni italiani dell’economia circolare, proprio per sostenere un accordo ambizioso tra Parlamento e Consiglio e far sì che la riforma della politica europea dei rifiuti divenga al più presto realtà. Ma anche il nostro governo deve fare la sua parte. L’Italia, in sede di Consiglio, deve sostenere una riforma della politica comune dei rifiuti che faccia da volano per l’economia circolare europea, senza nascondersi dietro le posizioni di retroguardia di alcuni governi che si oppongono ad un accordo ambizioso con il Parlamento”.
Agata Fortunato, responsabile Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino: "Salgono gli obiettivi di avvio al riciclo per gli imballaggi, ma già oggi per alcune tipologie si è raggiunto una soglia difficilmente superabile se non con un cambio di modello""Che il tema sia in agenda è già di per sé un’ottima notizia e che l’Europa definisca obiettivi sfidanti è fondamentale. Come si passa però dalla enorme mole di carta prodotta dalle istituzioni europee alle azioni concrete? Al momento non è dato sapere, ma bisogna essere fiduciosi". A dirlo è Agata Fortunato, responsabile Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino che commenta così il pacchetto sull'economia circolare approvato dall'Europarlamento:
"Al momento si è proposto un consistente aumento degli obiettivi di riciclo ma in Italia manca ancora un metodo univoco per calcolarlo, e così la percentuale si trasforma in almeno due percentuali (una più alta e una più bassa), ma soprattutto quella che chiamiamo “percentuale di avvio a riciclo” somiglia molto di più ad una percentuale di intercettazione (che è proprio un’altra cosa). Salgono gli obiettivi di avvio al riciclo per gli imballaggi, ma già oggi per alcune tipologie si è raggiunto una soglia difficilmente superabile se non con un cambio di modello: quello che vedo invece è un arroccarsi su uno schema che è stato. Interessante anche la misura sullo spreco di cibo, ma anche in questo caso dovremo aspettare di vedere come si tradurrà nel concreto".
"In Italia - conclude Agata Fortunato - si parla di rifiuti e ancora troppo poco si parla di come non produrli, di come allungare la vita utile dei beni ad esempio o di come trasformare il possesso di un bene nell’acquisto di un servizio: il passaggio dal lineare al circolare sembra ancora, nonostante molti ottimi esempi, lontano".