'Cittadini per l'Aria' firma la 'Dichiarazione di Roma'. Obiettivo: ridurre l'inquinamento atmosferico prodotto dalle navi nel Mediterraneo
Le principali ONG della regione del Mediterraneo riunite a Roma hanno adottato una dichiarazione finalizzata a designare nel Mar Mediterraneo una zona di controllo delle emissioni per limitare l'inquinamento atmosferico come già accade nel Mare del Nord, Mar Baltico e la Manica
29 March, 2017
Una coalizione di associazioni ambientaliste ha adottato martedì 28 marzo una dichiarazione finalizzata a designare nel Mar Mediterraneo una zona di controllo delle emissioni per limitare l'inquinamento atmosferico prodotto dalle navi. L'alleanza, rappresentata per l’Italia dalla Onlus Cittadini per l’Aria, è operativa dal 2016 e raccoglie principalmente le ONG della regione del Mediterraneo, e in particolare Spagna, Francia, Italia, Malta, Grecia, oltre all’associazione europea con sede a Bruxelles Transport & Environment e l’associazione tedesca NABU. La "Dichiarazione di Roma" – questo il nome scelto per la dichiarazione - è stata adottata all’esito della Conferenza internazionale “Reducing air pollution from ships in the Mediterranean Sea” tenutasi il 28 marzo a Roma.
L'iniziativa è tempestiva dopo che, all’inizio di marzo, nel corso di una riunione del gruppo di lavoro del Consiglio d’Europa, la Francia ha intrapreso un coraggioso tentativo di spingere per l’istituzione di un’area ECA nel Mediterraneo. Idealmente questa proposta comprende l’istituzione di aree di controllo delle emissioni di zolfo (SECA) e ossidi di azoto (NECA) e, allo stesso modo, affronta esplicitamente le emissioni di particolato e di black carbon.
"La designazione del Mar Mediterraneo come area ECA è un passo atteso da tempo per ridurre l'inquinamento atmosferico prodotto dalle navi nella regione in modo significativo. È inaccettabile – ha detto Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria - che le persone e l'ambiente dell’Europa meridionale debbano ancora soffrire a causa delle emissioni dei gas di scarico del settore marittimo, mentre il Mar Baltico, il Mare del Nord e la Manica hanno standard molto più stringenti da anni.”
Il CEO di NABU, associazione capofila del progetto Europeo, Leif Miller, ha aggiunto che gli ambientalisti e i gruppi di riferimento delle comunità nelle città portuali dei vari paesi del Mediterraneo hanno accolto con favore l'iniziativa del governo francese e hanno invitato i rispettivi governi a intensificare l’impegno a sostegno di questo approccio. È opinione condivisa dalla coalizione che non possano esservi più scuse per consentire un ulteriore rinvio di norme più severe alle emissioni delle navi in Sud Europa considerando che le principali rotte marittime dall'Asia verso l'Europa e l’America attraversano il Mar Mediterraneo e che, secondo le previsioni, il traffico navale è destinato a crescere fino al 250% entro il 2050. Inoltre il Mediterraneo è sede di alcune delle destinazioni di crociera più popolari in Europa, con un numero sempre crescente di scali e conseguenti problemi di inquinamento atmosferico locali. In aggiunta, durante il periodo estivo, l’intensa radiazione solare in combinazione con gli inquinanti atmosferici delle navi genera un inquinamento da ozono troposferico dannoso per la salute.
L’istituzione di un’area ECA mediterranea ripristinerebbe parità di condizioni nel mercato unico europeo dove, finalmente, gli armatori e i porti del sud sarebbero sottoposti agli stessi requisiti normativi vigenti nei mari del nord. Infine, sarebbe uno stimolo per l'adozione di tecnologie a basse emissioni e il trasferimento del know-how necessario all'interno dell'Unione Europea, migliorando la leadership europea nella tecnologia e la creazione di posti di lavoro nel settore marittimo. Pertanto, standard di emissione più severi nel Mediterraneo sono anche di vitale importanza per garantire la sostenibilità del settore marittimo dell'UE e la sua competitività economica.
Fonte: Onlus Cittadini per l’Aria