COOU e Viscolube: 'Sugli oli lubrificanti usati l’Italia detta la linea all’Europa'
Con più del 95% destinato alla rigenerazione, l'Italia supera nettamente Germania, Francia e Regno Unito. Il nostro Paese ha già superato l’obiettivo UE del 2025 e il prossimo 24 aprile il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e la Viscolube presenteranno questa best practice davanti alla Commissione di Bruxelles
18 April, 2017
C’è un particolare settore dell’economia circolare nel quale l’Italia detta legge in Europa: la raccolta e il riciclo degli oli lubrificanti usati. Meglio di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito: nessuno, nel Vecchio Continente, avvia a rigenerazione - un processo tecnologico che consente di trasformare un rifiuto pericoloso proveniente dalle automobili e dalle industrie in una nuova base lubrificante - quantitativi di olio usato paragonabili al nostro. Non a caso il prossimo 24 aprile a Bruxelles, Paolo Tomasi e Franco Barbetti del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati - l’ente senza fine di lucro che gestisce questo settore in Italia dal 1984 - e Antonio Lazzarinetti di Viscolube - l’azienda italiana leader in Europa nella rigenerazione degli oli lubrificanti usati - sono stato invitati a presentare questa best practice tricolore davanti alla Commissione UE e al Vicepresidente Jyrki Katainen.
Il 14 marzo scorso, l’Europarlamento ha approvato il pacchetto Economia Circolare; il Parlamento dovrà ora negoziare il testo con il Consiglio dei ministri UE e questa trattativa deciderà il futuro della gestione dei rifiuti e delle imprese europee per i prossimi decenni. Sul fronte degli oli lubrificanti usati, l’Italia non solo sarà indicata come esempio da seguire, ma chiederà alle istituzioni europee di alzare il più possibile l’asticella del nuovo Pacchetto. Nel nostro Paese infatti, già da alcuni anni, oltre il 95% degli oli usati raccolti vengono inviati a rigenerazione per la creazione di nuove basi lubrificanti, in perfetta ottica di economia circolare; altri Stati, invece, privilegiano ancora la strada della combustione per la creazione di energia termica: la Spagna rigenera il 68% degli oli, la Francia il 60%, la Germania il 50% e il Regno Unito solo il 14%. L’emendamento 195 del Pacchetto sostiene che gli Stati membri dovranno adottare le misure necessarie volte a garantire che, entro il 2025, la percentuale di oli usati avviati a rigenerazione sia aumentata almeno all'85%: l’Italia ha già superato questa soglia con ben 8 anni di anticipo, e ora saranno gli altri Paesi a doverci rincorrere.
Dal 1984 a oggi, la rigenerazione degli oli lubrificanti usati ha consentito all’Italia di risparmiare ben 3 miliardi di euro sulla bilancia petrolifera: riciclare gli oli usati vuol dire infatti ridurre le importazioni di petrolio per la produzione di nuove basi lubrificanti; pochi lo sanno, ma oltre il 25% dell’olio che permette ai motori e alle macchine utensili di funzionare è realizzato utilizzando una base rigenerata.