Al via la strategia Italiana sulla bioeconomia, sinergia tra istituzioni e imprese
Presentata a Roma la strategia nazionale sulla bioeconomia presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, alla presenza dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti nella sua stesura e di rilevanti stakeholder nazionali ed europei del settore
21 April, 2017
È il risultato di un lungo e importante lavoro congiunto e multidisciplinare da parte di stakeholders istituzionali – il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – e di attori nazionali, quali l’Agenzia per la Coesione Territoriale, la Conferenza delle Regioni e i Cluster Tecnologici Nazionali SPRING* e AgriFood. Così è stata ufficialmente presentata la strategia nazionale sulla bioeconomia, presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma, alla presenza dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti nella sua stesura e di rilevanti stakeholder nazionali ed europei del settore. La presentazione si è svolta ieri a Roma in concomitanza con la Giornata Informativa Nazionale del bando 2017 dell’iniziativa Bio Based Industries Joint Undertaking– BBI JU.
Elaborata sulla base del lavoro svolto dai gruppi Agrifood e Biobased Economy nell’ambito della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente, la strategia mira ad offrire un quadro delle opportunità, degli strumenti attuativi e delle risposte che una bioeconomia fortemente radicata nei territori può offrire alle sfide economiche, ambientali e sociali nazionali - in linea con quanto già in atto in altri Paesi dell’Unione.
Il Cluster SPRING è entrato fin da subito tra gli interlocutori che hanno contribuito in maniera decisiva alla redazione del documento - nella convinzione che essa rappresenti un’opportunità fondamentale per l’Italia di rafforzare la sua competitività e il suo ruolo nel promuovere la crescita sostenibile in Europa e nel bacino del Mediterraneo, partendo proprio dalle istanze dei singoli territori, raccolte e rappresentate dai Cluster Tecnologici Nazionali.
Dopo i saluti di apertura del Ministro della Coesione Territoriale e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, gli interventi di Fabio Fava (Rappresentante Nazionale presso lo States Representatives Group BBI JU, e consigliere di SPRING), Paolo Bonaretti (Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Agrifood) e Catia Bastioli (Presidente di SPRING) hanno illustrato la strategia descrivendone il quadro programmatorio di contesto nazionale e gli strumenti attuativi di sostegno. A seguire, Waldemar Kütt (Head of Unit Bioeconomy della DG Research&Innovation della European Commission) e Philippe Mengal (Executive Director della Biobased Industries Joint Undertaking) ne hanno sottolineato le prospettive in ambito europeo, prima di passare la parola ai rappresentanti di tutte le istituzioni che hanno partecipato attivamente alla stesura della strategia.
“Il nostro Paese possiede già un grande patrimonio di tecnologie e know-how nel settore della bioeconomia: la strategia dimostra come poterlo consolidare, attraverso un progetto condiviso che coinvolga industria, ambiente, accademia e scuola, istituzioni, mondo del consumo e del lavoro” ha sottolineato Catia Bastioli, Presidente di SPRING. “Il percorso che abbiamo intrapreso aiuterà il Paese a focalizzarsi su un settore ricco di sfide ma soprattutto di opportunità da cogliere, perseguendo un modello di sviluppo capace di salvaguardare il capitale naturale e al contempo creare occupazione e crescita inclusiva” ha concluso Bastioli.
Si tratta di “una piattaforma comune” che "mette insieme diversi settori”, dall'agricoltura alle bioraffinerie alla chimica verde, “che prima non si parlavano” e che adesso, grazie ad una regia, possono sviluppare una “cultura della sperimentazione”. L'intento, dunque, è sviluppare progetti di sperimentazione che devono nascere sui territori: “per questo è fondamentale lavorare insieme includendo la popolazione”. Adesso, “è importante capire come andremo a declinare questa strategia” perché la vera sfida, spiega l'ad di Novamont “è essere capaci di 'scaricare' sui territori le opportunità della bioeconomia”. L'Italia, conclude la Bastioli, "può giocare questa partita al fianco dell'Europa riconnettendo economia e società".
Il ministro alla Coesione Territoriale ed al Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha illustrato in sintesi gli obiettivi della strategia: "Entro il 2030 aumentare del 20% il valore della produzione e del 15% l'occupazione nel settore della bioeconomia". In Europa, spiega il ministro, “il fatturato delle produzione della bioeconomia è di 2mila miliardi all'anno e conta circa 20 milioni di posti di lavoro”. L'Italia “è il terzo paese in Europa per dimensione della bioeconomia, dopo Germania e Francia con un fatturato di 250 miliardi di euro all'anno e un mln e 700 mila posti di lavoro”. L'obiettivo, conclude il ministro, "è promuovere azioni e investimenti di valore nazionale ed europeo, che creino le condizioni per il rafforzamento e lo sviluppo imprenditoriale".