Ancora schermaglie sull’aggregazione Amiu Genova e Iren Ambiente
L'azienda comunica che le banche “hanno sospeso l’anticipo delle fatture di Amiu” e senza nuove risorse i “lavori di messa in sicurezza della discarica di Scarpino rischiano di fermarsi”. GCR Liguria propone invece di "fare 3 bandi riservati a società di impiantistica industriale per la realizzazione di singoli impianti"
25 April, 2017
Le banche “hanno sospeso l’anticipo delle fatture di Amiu” e senza nuove risorse i “lavori di messa in sicurezza della discarica di Scarpino rischiano di fermarsi nei prossimi mesi”. E’ quanto hanno affermato nei giorni scorsi Ilaria Gavuglia, membro del collegio sindacale di Amiu, e Marco Castagna, presidente dell’azienda, in una commissione comunale sull’aggregazione Amiu-Iren Ambiente. “Il consiglio di amministrazione di Amiu non può aspettare l’eventuale riequilibrio di bilancio del Comune di Genova a luglio prima di prendere decisioni a garanzia del proprio credito con il Comune - ha aggiunto Castagna -. In assenza dell’aggregazione Amiu-Iren o di un intervento che garantisca la continuità aziendale, Amiu si riserva di adottare le deliberazioni adeguate a recuperare il suo credito, prima di portare i libri in tribunale chiederemo agli organi competenti che il credito con il Comune ci venga riconosciuto”. Sul futuro dell’aggregazione, che ha già visto una bocciatura in consiglio comunale e un ritiro della proposta da parte della Giunta, Marco Doria ribadisce che quella “è la scelta migliore”. Secondo il sindaco di Genova "questa soluzione evita gli aumenti della Tari, insostenibili, e anche il declino di Amiu. Questa è una soluzione industriale seria, nessuno è mai stato in grado di proporre ipotesi alternative". Di avviso diverso il Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti della Liguria: “Se, visti i costi di messa in sicurezza di Scarpino, le banche non concedono ulteriori crediti ad AMIU per i nuovi impianti (circa 70 milioni € secondo il piano metropolitano, che comunque Iren non avrebbe finanziato), allora perché escludere un’altra strada: fare 3 bandi riservati a società di impiantistica industriale per la realizzazione di singoli impianti di: 1) selezione e recupero materia seconda 2) bio-digestione con recupero metano e successivo compostaggio 3) compostaggio? Si chiede di costruire gli impianti con recupero dell’investimento in 15 anni, con eventuale condizione di assumere manodopera e tecnici AMIU. Gli impianti producono utili, non sono solo un costo!
“Per questo abbiamo proposto al Consiglio Comunale la sospensione della delibera e l’istituzione di un tavolo tecnico per elaborare un progetto condiviso. Ora - continua la nota di GCR Liguria - cercheremo insieme a lavoratori AMIU, cittadini e gruppi di difesa ambientale contrari all’ipotesi di privatizzazione, di costruire un’alternativa possibile”.
Secondo Rifiuti Zero Piemonte “in un momento come questo, trasformare una realtà di produzione di servizi in un luogo di “creazione di valore”, come ripetutamente affermato dai propugnatori di questa ipotesi, ha effetti nefasti anche in termini economici generali (riduzione dell’occupazione, dilazione degli investimenti e aumenti tariffari che aggravano anziché contrastare la crisi economica), la Multiservizi diventa un’azienda estranea alle città interessate, che espropria i consigli comunali dei loro poteri e allontana le decisioni dal controllo democratico. Oggi - concludono - serve una gestione dei servizi prossima ai cittadini e alle amministrazioni locali, per garantirne la trasparenza e la partecipazione alla gestione”.
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