Rifiuti: import-export, saldo quasi in pari, l’import alimenta le industrie verdi
A calcolare il percorso dei rifiuti per l’estero e dall’ estero verso l’ Italia è il Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi
30 May, 2017
Siamo un paese esportatore di rifiuti? No, Il saldo dell’export dei rifiuti urbani è limitato allo 0,5% del totale ; l’import dei rifiuti speciali supera invece l’export ed è l’1,5% del totale. A calcolare il percorso dei rifiuti per l’estero e dall’ estero verso l’ Italia è il Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi. “L’ Italia è un Paese più importatore che esportatore di rifiuti –dice Ronchi- anche se in percentuali piccole. Importiamo - perché siamo un Paese riciclone in settori economici importanti- soprattutto rottami ferrosi e non ferrosi , legno, plastica e vetro che alimentano con materie prime riciclate le nostre industrie”. I Comuni che ricorrono all’export di una parte consistente dei loro rifiuti urbani, come Roma e Napoli, sono “eccezioni”, osserva Ronchi, dovute alla forte dipendenza dai TMB (separatori dei rifiuti non differenziati con trattamento meccanico e biologico).
"Nel 2015, il 56% dei rifiuti nel Lazio e il 50% in Campania–sottolinea Ronchi-è stato trattato in impianti di TMB e dopo il trattamento questi rifiuti devono andare , per la gran parte, in discarica e all’incenerimento. Molte Regioni invece trattano nei TMB quantità ridotte di rifiuti perché hanno puntato con successo su raccolte differenziate spinte di buona qualità , su efficienti impianti di pretrattamento e di riciclo dei diversi rifiuti di tutte le filiere , su impianti industriali per il trattamento anaerobico e aerobico dei rifiuti organici e sul riciclo anche dei rifiuti da spazzamento . Alimentando così quello che ormai è un fiorente settore della green economy”.