Conclusa la prima edizione di ‘PFU Zero sulle coste italiane’: in meno di due mesi gestiti 8.700 PFU
Gestiti oltre 2.100 PFU nel corso della prima edizione di 'PFU Zero sulle coste italiane', realizzata con Marevivo, il patrocinio del MinAmbiente e di Federparchi-Europarc Italia e in collaborazione con la Guardia Costiera. A questi vanno aggiunte 6.500 gomme giunte a fine vita raccolte nell’ambito di Let’s Clean Up Europe
04 July, 2017
Sono stati gestiti oltre 2.100 PFU nel corso della prima edizione di PFU Zero sulle coste italiane, realizzata con Marevivo, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di Federparchi-Europarc Italia e in collaborazione con la Guardia Costiera. A questi vanno aggiunte 6.500 gomme giunte a fine vita raccolte nell’ambito di Let’s Clean Up Europe. Complessivamente, tra maggio e giugno, il Consorzio EcoTyre ha gestito 8.670 pneumatici fuori uso, grazie al progetto di raccolta straordinaria, PFU Zero.
Numerosi gli interventi straordinari fatti da EcoTyre negli ultimi due mesi. Il Consorzio ha correttamente gestito 8.670 PFU in tutta Italia, di cui 5.000 a Campoli Appenino, in provincia di Frosinone, 1.500 a Volvera, in provincia di Torino. Nell’ambito di ‘PFU Zero sulle coste italiane’, dopo un primo intervento a Nisida in cui sono stati raccolti più di 350 PFU, è stata la volta di Monte Argentario in cui sono stati gestiti circa 220 PFU, per proseguire a Gallipoli (250 PFU), ad Anzio (oltre 100 PFU), a Lampedusa (circa 900 PFU) e concludere il viaggio a Milazzo (350 PFU: sono state raccolte a terra circa 300 gomme giunte a fine vita pari a 2.500 kg; in mare 50 PFU di grandi dimensioni per un totale di 2.500 kg).
Tutti gli PFU sono stati condotti dai mezzi del Consorzio EcoTyre agli impianti di trattamento per essere correttamente gestiti. Sono, infatti, una tipologia di rifiuto cosiddetta ‘permanente’: se lasciata in natura e in mare, necessita di centinaia di anni per degradarsi completamente. Se gestita in modo corretto, invece, è riciclabile al 100%: la maggior parte viene triturata generando il cosiddetto “granulato di gomma”, un materiale di riciclo riutilizzabile per diversi usi come i fondi stradali e le superfici sportive, per l’isolamento o per l’arredo urbano.
Tutte queste iniziative rientrano in PFU ZERO, il progetto di EcoTyre, patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, con l’obiettivo di creare e avere a disposizione una mappatura di depositi abbandonati di PFU segnalati da enti locali, associazioni e cittadini. Le raccolte straordinarie eseguite da EcoTyre sono svolte in modalità totalmente gratuita e senza alcun costo per le Amministrazioni locali. È possibile segnalare un deposito abbandonato di PFU, collegandosi al sito internet dedicato (www.pfuzero.ecotyre.it): EcoTyre valuta ogni segnalazione, coordinandosi con gli enti locali per gli interventi di raccolta.
“Grazie ad EcoTyre da quattro estati portiamo avanti una ‘sessione speciale’ di PFU Zero focalizzata prima sulle isole minori e quest’anno in particolare lungo le coste italiane: abbiamo voluto dare concretezza, in quest’ambito specifico, alle raccomandazioni del G7, l’incontro dei grandi a Taormina, e della Conferenza Onu sugli oceani di New York e cioè che i rifiuti vanno gestiti correttamente e devono diventare da problema una risorsa. Solo in questa prospettiva, possiamo affrontare l’emergenza della marine litter che sta invadendo i nostri oceani - ha affermato Carmen di Penta, Direttore Generale Marevivo -. PFU Zero sulle coste è stata un’importante iniziativa che ha permesso di diffondere questi temi, con particolare attenzione al corretto riciclo degli pneumatici, e che ha visto una crescente partecipazione e collaborazione dei volontari subacquei e dei cittadini dei Comuni in cui siamo stati presenti e fondamentale è stato il supporto delle Capitanerie”.
“Siamo molto orgogliosi del lavoro svolto tra maggio e giugno. Oltre alla copiosa raccolta di PFU – ha dichiarato Enrico Ambrogio, Presidente di EcoTyre – nel corso del nostro viaggio in Italia, abbiamo portato avanti campagne di sensibilizzazione grazie alle quali abbiamo potuto spiegato ai cittadini presenti agli interventi come funziona la nostra filiera e quanto sia importante non disperdere le gomme nell’ambiente ma piuttosto lasciarle presso i gommisti. Grazie al contributo ambientale (un piccolo importo che il consumatore trova in fattura al momento dell’acquisto di una gomma nuova) i gommisti possono usufruire del ritiro gratuito delle gomme da parte di Consorzi come il nostro. Le campagne di sensibilizzazione sono di importanza fondamentale; il cittadino è, infatti, il primo tassello di una filiera che garantisce una gestione corretta degli PFU e, quindi, il rispetto dell’ambiente. Le gomme giunte a fine vita – ha concluso Ambrogio – sono delle risorse: grazie al loro recupero si generano materie prime seconde che, con l'industria del riciclo e un mercato di prodotti riciclati, determinano il successo dell'economia circolare”.