Sicilia, chiuso impianto di compostaggio a Ramacca. L’Isola verso una nuova emergenza rifiuti
Situazione critica per gli otto impianti di compostaggio dell’isola. Dopo Ramacca anche quello di Caltagirone sta raggiungendo la saturazione. Per Orlando “la regione deve intervenire sull’impiantistica, altrimenti beffa per amministrazioni e cittadini impegnati nella differenziata”
05 July, 2017
La situazione rifiuti in Sicilia potrebbe diventare ancora più critica di quanto sia attualmente. Infatti dal primo luglio ha smesso di ricevere conferimenti l’impianto di compostaggio di Ramacca in provincia di Catania semplicemente perché l’impianto ha raggiunto il limite massimo di capienza operativa.
Con la chiusura del sito catanese in tutta l'isola sono rimasti solo sette impianti di compostaggio aperti su di un totale di 47 autorizzati (solo 18 effettivamente realizzati, come emerso dal dossier voluto dall’Assessora regionale ai rifiuti Vania Contrafatto) e, se si considera che anche l’impianto di Caltagirone (Siracusa) è vicino ai limiti operativi, la situazione rischia davvero di far ripiombare la Sicilia in una situazione di emergenza, per il semplice fatto che tutto questo organico dovrà esser portato in discarica, andando a stressare ancora di più il delicato equilibrio delle discariche siciliane.
Le dichiarazioni di Leoluca Orlando
Per Leoluca Orlando sindaco di Palermo e Presidente di Anci Sicilia “i sindaci, come è noto in questi ultimi anni hanno fatto importanti sforzi per innalzare i livelli della raccolta differenziata. Il risultato è stato quello di un importante aumento dei quantitativi delle diverse frazioni di rifiuti, compreso ovviamente l'umido. Tutto ciò ha richiesto agli amministratori e soprattutto ai cittadini un sacrificio non indifferente”.
“Ci auguriamo adesso che, malgrado l'ennesima criticità, in atto nella parte orientale dell'Isola - ha continuato Orlando - la situazione di difficoltà non si debba tradurre in una beffa per le amministrazioni locali e soprattutto per i contribuenti chiamati a sopportare l'onere finanziario derivante da un incomprensibile aumento dei costi del servizio dovuto alla mancanza di un'adeguata impiantistica regionale”.
“Non serve ricordare che alla Regione, anche a seguito dell'emanazione delle diverse ordinanze presidenziali degli ultimi mesi – ha concluso il presidente dell'Anci Sicilia - competono ampi poteri specialmente per ciò che attiene alla realizzazione dell'impiantistica per il trattamento dei rifiuti. Appare ancora più singolare, infatti, che il problema emerga oggi, quasi all'improvviso, proprio con riferimento dell'umido che è notoriamente, tra le frazioni di rifiuto, la meno complessa da trattare. Auspichiamo, pertanto, che si intervenga con tempestività ed efficacia evitando che l'ennesima situazione di emergenza posa tradursi in un ulteriore battuta d'arresto di quel faticoso percorso che deve portare anche in Sicilia al rispetto dei livelli minimi di differenziata”.
a Caltagirone, impianto vicino ai limiti operativi.