Recup, recupero e distribuzione del cibo che avanza nei mercati
I volontari ogni giorno recuperano frutta e verdura dopo i mercati e la mettono a disposizione degli indigenti
01 August, 2017
Con gli angeli di Recup gratis frutta e verdura
avanzate dai mercati
Recuperano 250 chili di merce al giorno e la redistribuiscono
subito a chi la chiede, da La Repubblica 1 agosto 2017
Chiara Baldi
Duecentocinquanta chili di frutta e verdura recuperati ogni giorno dopo il mercato cittadino e subito messa a disposizione degli indigenti gratuitamente: mentre si smontano le bancarelle, loro distribuiscono poco distanti la merce salvata. Così Recup, associazione nata nel 2014, combatte lo spreco alimentare in città. E dal 19 giugno lo fa con un crowdfunding sulla piattaforma Woopfood: «La raccolta soldi dal basso ci serve per acquistare strumenti che possano incrementare la nostra attività», spiega Alberto Piccardo, milanese di 25 anni e presidente di Recup. Nella lista degli acquisti che faranno con i 2.500 euro donati — di cui oltre il 50 per cento è già stato raccolto — ci sono i refrigeratori per mantenere il cibo, le bilance per pesarlo e i carrelli con cui trasportarlo.
In tre anni l’associazione è cresciuta e si è fatta conoscere: oggi i volontari sono 35 e nel direttivo ci sono 9 persone. Si lavora su sei mercati milanesi — piazzale Martini, via Termopili, via Curiel, via Cambini, piazzale Sant’Agostino e via Valvassori Peroni — e uno di provincia (a Melegnano). Qualche giorno fa Recup ha partecipato a un bando del ministero delle Politiche agricole per il quale ha avuto il sostegno del Comune, il quale a dicembre aveva già donato a Recup due cargo bike, biciclette progettate per trasportare carichi: «Se vincessimo questo bando potremmo sviluppare un sito e una app utile non solo ai nostri clienti ma anche ai fornitori, che potrebbero così segnalarci quanto cibo avanzato hanno», racconta Piccardo che, insieme con i suoi colleghi di Recup, sogna in grande. E progetta un futuro fatto di 12 mercati a Milano, lezioni nei licei, come faranno a settembre in un istituto di Rho, e anche la possibilità di avviare collaborazioni con le scuole per l’alternanza scuola-lavoro. «Sarebbe bello — dice — che gli studenti venissero con noi nei mercati a imparare che il cibo non si butta e che anzi può essere donato a chi non ne ha, e non può permetterselo». «Pago 630 euro al mese di affitto, ho una pensione ridicola e mia figlia ha un lavoro precario. Se non ci fosse Recup che mi fa fare la spesa gratis non saprei neanche cosa mangiare», racconta una signora italiana.
Proprio gli italiani sono la categoria
che pian piano in questi mesi si è avvicinata sempre di più alle
cassette di Recup. «Chi viene da noi ha in media più di 60 anni, una
pensione minima quando c’è, figli disoccupati o precari e affitti da
pagare», dice Piccardo. Italiani
e stranieri si alternano davanti alla cassette
e scelgono con cura le verdure, poi passano alla frutta. Con i volontari di Recup si scambiano le ricette tanto che,
racconta Cecilia Pizza, 22 enne mantovana che da un anno è la responsabile del
recupero cibo in piazzale Martini, «stiamo pensando di fare un
ricettario, visto che qua la merce cambia velocemente e non sempre si sa
come cucinarla». Anche i
proprietari dei banchi del mercato ormai conoscono Recup. Claudio porta dei fichi e i clienti in fila si
entusiasmano.
«All’inizio non era così — , conclude Cecilia — ci abbiamo
messo un bel po’ a farci accettare. Poi gli standisti hanno capito la
filosofia dietro a Recup e hanno cominciato a collaborare ».