Atac, Meleo: "Aprire ai privati non è la soluzione per il trasporto pubblico di linea"
Stoccata dall'assessora Meleo. La privatizzazione, secondo il campidoglio, ucciderebbe la municipalizzata.
11 August, 2017
"Aprire ai privati non è la soluzione per il trasporto pubblico di linea, non è quello che serve a Roma e ai cittadini. I Radicali fanno campagna elettorale sulle pelle dei romani e sui circa 11.700 dipendenti che lavorano in azienda". È questa la risposta che l'assessora alla città in movimento di Roma ha inviato ai Radicali, promotori di una raccolta firme per chiedere un referendum consultivo sulla mobilità romana.
La raccolta mira a indire un referendum che chieda l'opinione dei romani in merito all'ipotetica messa a gara del servizio pubblico che i promotori vorrebbero affidare a più soggetti, aprendo alla concorrenza. "Le gare stimolano le imprese, pubbliche o private che siano, a comportarsi in modo virtuoso, e l’apertura alla concorrenza introdurrebbe anche forme più moderne e innovative di trasporto - affermano i Radicali romani - Roma Capitale è ferma, così come il Paese, e ha bisogno di attrarre nuove realtà imprenditoriali che possano investire: contro i monopoli (sia pubblici che privati), ma anche contro le privatizzazioni agli amici degli amici: se non liberalizziamo ora il servizio la svendita di ATAC sarà l’unica “soluzione” che, nei prossimi anni, proporranno alla città".
Non di questa opinione il Campidoglio che, attraverso il profilo facebook di Linda Meleo, ha risposto in modo deciso alla proposta: "Il referendum sponsorizzato da Magi non collima con il percorso che stiamo portando avanti per avere un’azienda pubblica e forte. Puntare alla liberalizzazione del servizio è un grave rischio e parlarne oggi rappresenterebbe solo la morte della municipalizzata. Lo sanno i Radicali e lo sa bene anche il Pd. - afferma l'assessora - Con questo referendum non si sta proponendo una soluzione nell'immediato, con la messa a gara del servizio i Radicali non offrono una soluzione per l'oggi. I radicali quindi prendono in giro i romani. Quello che non dicono ai cittadini è che non è questa la via più veloce e giusta per poter riuscire a garantire l’efficienza del tpl romano".
"La concorrenza per il mercato, ossia le gare per il TPL, ha generato diversi problemi. Pensiamo a quanto accaduto in Toscana o in Friuli in tema di ricorsi alle gare con costi aggiuntivi per la collettività, ma anche l'esperienza romana delle linee private che servono le periferie. L'aver affidato il servizio tramite gara non ha garantito maggiore efficienza - conclude Meleo - I pericoli più evidenti di una liberalizzazione oggi? Prima di tutto il rischio di un servizio pubblico di serie A e uno di serie B, disomogeneità sul territorio, con un tpl differenziato a seconda della redditività delle tratte, e con il rischio di creare un vero e proprio monopolio a livello nazionale con costi elevati prima di tutto per i cittadini".