Roma, telecamere sui cassonetti. Benvenuti: 'Non può essere l'unica soluzione per implementare la raccolta differenziata'
L'ex presidente Ama: "Installare delle telecamere potrebbe essere sicuramente un buon deterrente contro chi getta i rifiuti ingombranti per strada, dall’altra un provvedimento di questo tipo oltre a sottolineare il flop della differenziata in questi ultimi 4 anni"
26 September, 2017
Installare delle telecamere sopra i cassonetti della spazzatura a Roma “potrebbe essere sicuramente un buon deterrente contro chi getta i rifiuti ingombranti per strada, dall’altra un provvedimento di questo tipo oltre a sottolineare il flop della differenziata in questi ultimi 4 anni – dove l’ultimo sostanziale incremento è datato al 2013 con il raggiungimento del 40% – non può rappresentare l’unica soluzione per incrementare e far riparte la raccolta”. Così Piergiorgio Benvenuti, ex presidente di Ama, a proposito del provvedimento che la giunta Raggi dovrebbe iniziare a mettere in atto a breve, stando almeno a quanto riporta il Messaggero: secondo il quotidiano l'amministrazione capitolina sarebbe pronta a partire con una prima sperimentazione su 50 cassonetti situati nelle zone 'più calde' dei quindici municipi della città.
In realtà gli ultimi resi noti proprio da Ama dicono che la raccolta differenziata dei rifiuti della Capitale nel primo semestre 2017 ha raggiunto quota 44,2%, con un incremento dell’1,7% rispetto al primo semestre del 2016. Nei primi 6 mesi dell’anno (gennaio – giugno), sono stati raccolte e avviate ai centri di trattamento 476.625 tonnellate di materiali non riciclabili. Un dato indubbiamente ancora basso ma che dimostra che qualcosa si sta muovendo.
Secondo Benvenuti tutavia “puntare solo sugli occhi elettronici sarebbe un’arma spuntata nonché uno spreco di risorse economiche. Affinché Roma si attesti ad essere competitiva insieme alle altre capitali europee serve una programmazione certa e una strategia che trasformazione lo scarto in risorsa e ciò è possibile solo con il modello ‘rifiuti zero’, su cui Roma però è ancora in ritardo. Proprio in questi giorni si è tornati a parlare degli impianti, e certamente ne servono di nuovi per il trattamento degli scarti organici per la trasformazioni in compost, insieme all’ampliamento dell’impianto Ama di Maccarese che ad oggi può trattare sino a 30.000 tonnellate all’anno quindi da tempo insufficiente”.
“Così come è necessario per la nostra città di un’impiantistica pubblica e non soggetta o monopoli del settore rifiuti. Manca un approccio di sistema, una strategia che unisca progettazione industriale ed educazione ambientale attraverso un rapporto sinergico di responsabilità collettiva da parte di tutti gli attori in campo”, conclude.
Parole che paradossalmente sono moto simili a quelle utilizzate dall'assessorato per descrivere proprio le politiche per la gestione rifiuti messe in atto negli ultimi mesi. Anche ieri infatti l'assessora Montanari, in occasione della presentazione del libro “Zero Rifiuti in casa” di Bea Johnson, ha ribadito su facebook che la città continua a lavorare al Piano per la gestione sostenibile dei Materiali Post Consumo: "L'obiettivo che ci siamo dati è quello di ridurre di 200.000 tonnellate i rifiuti prodotti ogni anno nella città Roma. Produrre meno scarti significa avere meno materiali da raccogliere, trasportare, lavorare, smaltire con vantaggi economici ed ambientali per tutti".
Nel primo semestre del 2017 i rifiuti indifferenziati a Roma sono calati del 3,9% rispetto al primo semestre 2016, passando da 495.993 tonnellate a 476.625. Una differenza di circa 19.300 tonnellate. Per quanto riguarda invece la produzione totale, data dalla somma dell'indifferenziato più i rifiuti raccolti in maniera differenziata, il calo si riduce: se nei primi sei mesi del 2016 la produzione totale era pari a 862.391 tonnellate, nello stesso periodo del 2017 le tonnellate sono state solo 8.200 in meno, una riduzion dello 0,95%.