Acqua di Roma, tre associazioni chiedono a Virginia Raggi la riapertura dei nasoni
Terra!, l'Associazione 21 Luglio e il Coordinamento Romano Acqua Pubblica con questa lettera lanciano la campagna #RiallacciamoIlNasone, per spingere l'Amministrazione a riaprire le fontanelle pubbliche chiuse ad agosto: rispettare la giustizia climatica, non far pagare la siccità a chi non ne è responsabile
03 October, 2017
Riaprire i nasoni per rispettare la giustizia climatica, non far pagare la siccità a chi non ne è responsabile, intervenire sulle copiose perdite della rete idrica e salvaguardare il diritto universale di accesso all'acqua. Sono le richieste contenute nella lettera che l'Associazione 21 Luglio, il Coordinamento Romano Acqua Pubblica e Terra! hanno consegnato alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, sindaca di Roma, durante la Conferenza dei Sindaci dell'Ato2, ambito territoriale in cui l'omonima controllata della multiutility Acea fornisce il servizio idrico. Con questa lettera le associazioni lanciano la campagna #RiallacciamoIlNasone, per spingere l'Amministrazione romana a tornare sui suoi passi e riaprire le fontanelle pubbliche chiuse ad agosto.
"Questa storia è iniziata lo scorso luglio - scrive in una nota Terra! - con la proposta dell'Acea di interrompere il flusso dei nasoni, le 2800 storiche fontanelle della capitale. Secondo l'azienda, appoggiata dalla sindaca Raggi, si trattava di una misura contro la siccità drammatica che in quei giorni contribuiva all'abbassamento del lago di Bracciano, causando un disastro ambientale. Tuttavia, i dati della stessa Acea testimoniano che i nasoni sprecano appena l'1% del fabbisogno idrico di Roma. La chiusura sarebbe stata un gesto inutile, ma anche dannoso, perché avrebbe colpito centinaia di migliaia di soggetti privi di altre fonti di approvvigionamento, dai senzatetto ai migranti, fino alle famiglie rom".
Insieme all'Associazione 21 Luglio e al Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Terra! ha promosso, il 10 luglio scorso, un flashmob davanti al Campidoglio per chiedere di bloccare il provvedimento di chiusura. "A margine della mobilitazione - prosegue Terra! - che ha coinvolto numerose realtà della società civile, l'assessore all'Ambiente, Pinuccia Montanari, ha promesso di accogliere le sollecitazioni".
"Non è stato così. Durante l'estate, mentre i cittadini erano sotto l'ombrellone, sono stati chiusi decine di nasoni, anche in punti strategici come i mercati rionali. Una mossa ingiusta e scorretta, di cui da oggi torniamo a chiedere conto alla sindaca e alla sua giunta. Come azionista di Acea, il Comune di Roma deve adoperarsi per una riapertura immediata dei nasoni prosciugati, pubblicare la mappa delle chiusure e dichiarare quanto ha inciso questa operazione sugli sprechi idrici complessivi del servizio idrico. Tutti i cittadini possono segnalare la posizione dei nasoni chiusi grazie alla mappa interattiva realizzata dal collettivo ReTer".
Ecco il testo della lettera:
All’att.ne della Sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi
Roma, 2 ottobre 2017
Oggetto – Sollecito alla riapertura dei “nasoni” di Roma
Gentile Sindaca,
Come promotori dell’azione pubblica dello scorso 10 luglio, cui hanno preso parte numerose associazioni e movimenti, compresa l’attivista Vandana Shiva, Le inviamo la presente per sollecitare la riapertura dei “nasoni” e fornire al pubblico tutti i dati relativi alle chiusure. A margine di quella dimostrazione, da un incontro con l’Assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari, è emersa la volontà dell’Amministrazione di non chiudere le 2.800 fontanelle pubbliche di Roma, né in tutto, né in parte. Durante l’estate, tuttavia, è accaduto l’esatto contrario in molti punti della città, compresi luoghi nevralgici come i mercati rionali. La chiusura dei “nasoni” rappresenta per noi un gesto estremo, ingiustificabile con la necessità di tagliare gli sprechi per la siccità. Secondo gli stessi dati resi pubblici da Acea, i “nasoni” utilizzano solo l'1% dell'acqua distribuita nella capitale, mentre le perdite dell'obsoleta rete idrica romana dilapidano oltre il 40% del volume complessivo. Perché il Comune di Roma, principale azionista di Acea, ha avallato questa misura inutile e dannosa? Chiudere le fontanelle pubbliche contrasta con il principio chiave dell'accesso all’acqua, inserito dall’ONU nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 2010. Inoltre, rappresenta una interruzione di pubblico servizio e obbliga (chi può) ad acquistare bottiglie di plastica, finanziando il settore privato e incrementando la mole di rifiuti. Infine, compromette l'accesso all'acqua potabile di circa 10 mila persone con fragilità che vivono nella Capitale, dai migranti ai senza fissa dimora, fino alle famiglie rom in emergenza abitativa. Non sono gli emarginati ad aver causato la siccità, non possono essere loro a pagarne il prezzo.
Chiediamo con la presente che vengano rese pubbliche dall’Amministrazione Capitolina le misure di limitazione dell’utilizzo dell'acqua intraprese durante il periodo estivo e nel contempo formuliamo la richiesta per l’immediata riapertura delle fontanelle pubbliche che sono state chiuse in questi ultimi mesi. Attendiamo con fiducia un Suo gentile riscontro.
Distinti Saluti
Fabio Ciconte – Terra!
Carlo Stasolla – Associazione 21 Luglio
Simona Savini – Coordinamento Romano Acqua Pubblica