Coordinamento Agende 21 Italiane: 'Il Governo deve ascoltare maggiormente città e territori'
È il monito rivolto al Governo dal Coordinamento Agende 21 locali italiane – quasi 420 realtà tra Regioni, Province e Comuni –, che chiude oggi a Mantova la sua 20a Assemblea: "La politica nazionale è spesso concentrata sui megapiani strategici ma dimentica poi di tradurli in piani operativi con focus specifici"
06 October, 2017
«La Strategia nazionale per lo Sviluppo sostenibile è una tappa importante per l’Italia, ma alla fine la declinazione concreta poi si fa sui territori e nelle nostre città: è qui che ogni giorno siamo impegnati a disegnare politiche pubbliche che contemplino gli obiettivi di Agenda 2030 e a sviluppare con fatica azioni e progettualità che muovano in questa direzione». È il monito rivolto al Governo dal Coordinamento Agende 21 locali italiane – quasi 420 realtà tra Regioni, Province e Comuni –, che chiude oggi a Mantova la sua 20a Assemblea.
Intitolata “Trasformare il nostro mondo: gli obiettivi per le città sostenibili” e organizzata in collaborazione con il Comune di Mantova, la due giorni ha tracciato un panorama delle azioni e dei progetti già attivi sui territori nel percorso di raggiungimento degli obiettivi Agenda 2030 fissati dall’Onu, obiettivi che il Governo italiano ha appunto da poco recepito nella sua strategia nazionale. Ma accanto alle numerose e virtuose esperienze a confronto, in queste giornate sono emerse con forza anche le difficoltà e le vulnerabilità delle città.
«La politica nazionale è spesso concentrata sui “megapiani” strategici – dice Adriana Nepote, presidente del Coordinamento A21 locali –, ma dimentica poi di tradurli in piani operativi con focus specifici e in strumenti mirati, entrambi indispensabili. Ora abbiamo con urgenza bisogno di linee guida chiare e di concretezza, come è stato almeno in parte con il finanziamento nazionale di progetti per la riqualificazione delle periferie». «I nostri Comuni, che sono di fatto i “bracci operativi”, faticano ancora parecchio a tenere lo sguardo ampio su una sostenibilità declinata a 360°: ambientale, sociale, economica – continua la presidente Nepote –. E soprattutto resta ancora molto, troppo, sulle loro spalle il peso grave e la responsabilità di dotarsi di strumenti e di risorse adeguati per progettare e implementare le proprie azioni. Questo vale, inevitabilmente, in particolare per le città più piccole, che però sono di fatto la stragrande maggioranza delle città italiane».
Approvata lo scorso 2 ottobre dal Consiglio dei Ministri, la Strategia si appresta a essere formalizzata dal Cipe-Comitato interministeriale per la programmazione economica entro l’anno: nel frattempo, lo ha annunciato lo stesso Galletti, sarà avviata una consultazione aperta a enti locali e società civile.
E proprio da quanto emerso nel confronto fitto dell’assemblea mantovana prenderà forma il nucleo del documento che il Coordinamento Agende 21 invierà al Ministero come suo contribuito al dibattito nazionale. Avrà anzitutto come obiettivo quello di chiedere che nella strategia nazionale sia valorizzato e adeguatamente supportato il ruolo operativo delle città.
Lo ammette anche lo stesso Giovanni Brunelli, dirigente Divisione Sviluppo sostenibile, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, intervenuto a Mantova: «Il concetto di sostenibilità è finalmente stato metabolizzato dalle politiche delle amministrazioni purtroppo più a livello locale che nazionale. Sono ottimista che non mancherà un ulteriore sviluppo in questa direzione, per integrare le politiche ambientali con politiche di sostenibilità. Ed è per questo che ora in merito alla Strategia nazionale per lo Sviluppo sostenibile, il Ministero dell’ambiente gestirà uno spazio di confronto per coinvolgere amministrazioni locali e società civile».