Come migliorare la qualità dell'aria a Torino? 'Misure strutturali e città carbon-free'
Il Consiglio comunale di Torino ha approvato recentemente una mozione che chiede di "approntare misure strutturali" destinate a migliorare la qualità dell'aria. Intervista di Eco dalle Città ai consiglieri del Movimento 5 Stelle, Federico Mensio e Aldo Curatella, che hanno presentato il documento
09 October, 2017
Quali sono le misure antismog previste dalla mozione che si andrebbero ad aggiungere a quelle già in vigore? Federico Mensio: Le proposte riguardano nuove misure strutturali, e non più emergenziali, per combattere l’inquinamento atmosferico a tutela della salute pubblica. Fino ad ora il tema non è stato affrontato in modo organico e strutturale, con i tempi giusti. Ci si è basati solo sulla gestione dell'emergenza. Le misure proposte sono diverse. Le principali prevedono l'anticipo a quest’anno del blocco dei veicoli più inquinanti (diesel euro 0, 1 e 2, benzina euro 0) su tutta la settimana compreso il fine settimana (e non solo dal lunedì a venerdì come ora). Proponiamo anche una serie di “Giornate per la sostenibilità”. Rispetto alle domeniche ecologiche, non si tratterà di blocchi totali della circolazione del traffico. Quest’ultimi dal punto di vista della qualità dell’aria non incidono in modo significativo. Il blocco della domenica, infatti, non apporta vantaggi per la settimana successiva. Fa più effetto, secondo noi, agire dal punto di vista culturale su un quartiere con momenti di riappropriazione degli spazi in funzione di una mobilità sostenibile. La cornice in cui si inseriscono queste misure, ci tengo a ribadirlo, è quello della salute pubblica. Non vogliamo ledere “un diritto alla mobilità”. Quello c’è già: ma ci sono le bici, i mezzi pubblici. Insomma, ci sono altri strumenti per muoversi oltre all’auto. I cittadini sono liberi di muoversi. Ma devono capire che non possono muoversi con un mezzo inquinante. Quello che vogliamo fare è preservare la salute di tutti. Anche di chi usa l’auto. Questi gli obiettivi di breve e medio termine. Avete pensato anche ad obiettivi di lungo termine? Aldo Curatella: Con i fondi governativi messi a disposizione lo scorso luglio per l’aggiornamento dei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile, proponiamo la revisione del PUMS, nel giro dei prossimi due anni, in modo da integrare al suo interno le strategie “carbon free” a emissioni zero. Riteniamo, infatti, a differenza della recente Strategia Energetica Nazionale che punta molto sul gas, che non basti una conversione a gpl/metano del parco veicolare ma sia necessario intervenire sia dal punto di vista delle polveri sottili che delle emissioni di CO2 prodotte dal traffico. Vorrei sottolineare che abbiamo indicato un termine temporale lungo (2050) per avere un intervallo adeguato per raggiungere l’obiettivo. Si partirebbe prima con la sostituzione progressiva dei mezzi pubblici con tram e autobus elettrici. Via, via, verrebbe poi impedita la circolazione dei mezzi inquinanti garantendo il passaggio ad auto o furgoni elettrici (per coloro che per motivi di lavoro devono utilizzare il veicolo privato o aziendale). Come pensate di raggiungere questo traguardo? AD: Vogliamo raggiungere quest’obiettivo attraverso tre azioni. In primis, l’interoperabilità attraverso le diverse tipologie di trasporto. Non devo per forza andare da un punto A a un punto B solo con un mezzo. Vogliamo favorire il cambio e l’utilizzo di più tipologie di mezzi. Il sito web “Muoversi a Torino”, ad esempio, è nato anche in quest’ottica. Vogliamo poi favorire la mobilità condivisa, ciclistica e pubblica. Non tutti hanno la necessità di muoversi col mezzo privato. Succede, molto spesso a Torino, che ci si muova con l’auto perché la città è stata costruita per questo scopo: sono un esempio le “autostrade” cittadine come corso Principe Oddone. Lungo quel viale è stata privilegiata l’auto privata e non il trasporto pubblico. Lo stesso vale per corso Giulio Cesare dove passa la linea 4: i semafori “intelligenti” davano priorità al traffico privato e non a quello pubblico. Infine, vorrei ricordare che il mondo della mobilità sta completamente cambiando. E c’è chi ha colto da tempo questo cambiamento. Tesla è stato il precursore della mobilità elettrica. Da non confondere con la sola “auto elettrica”: c’è infatti anche la bici elettrica, la carrozzina elettrica per chi ha problemi motorii e, soprattutto, ci sono i mezzi pubblici elettrici. Non per niente a Torino, ora ci sono 23 nuovi autobus 100% elettrici che sono diverse dalle linee Star a cui il torinese si era abituato. Si tratta di carrozze da 12 metri che dallo scorso due ottobre hanno iniziato a sostituire la linea 6 e comporranno presto la prossima nuova linea numero 19.
Non vogliamo “educare” i torinesi ma vogliamo fargli capire che ci sono degli spazi pubblici da condividere che non devono essere più dominio solo dell’auto ma devono essere dominio del cittadino, che può viverli andandoci a piedi, in bicicletta o addirittura giocare per strada.
Proponiamo, inoltre, di studiare un portale web che informi i cittadini sulla presenza dei blocchi del traffico e sulla loro tipologia fornendo informazioni sulla programmazione degli stop come previsto dal protocollo interregionale (al 2018, al 2020, etc.). In questo modo la gente saprà per tempo che il proprio veicolo diesel andrà esaurendo la possibilità di utilizzo all’interno della città e non potrà dire “non ero stato avvisato”. Occorre anche automatizzare il processo di blocco emergenziale del traffico, che continuerà ad esistere anche come previsto dalle misure interregionali, attraverso una messa a disposizione tempestiva dei dati da parte di Arpa. Fondamentale infine un bollino “ambientale” sulle auto per un controllo più efficace ed efficiente dei mezzi in circolazione.