Cnr: “riscaldamento globale aumenta la potenza dei tornado”
Uno studio del Cnr pubblicato sulla rivista Scientific Reports mette in correlazione l’aumento della temperatura e la violenza dei tornado. Per studiare il fenomeno dei tornado in Italia i ricercatori sono partiti dall’evento che colpì Taranto nel novembre del 2012, che causò un morto e danni per 60 milioni di euro
18 October, 2017
Anche se il Mediterraneo non è comunemente zona di tornado violenti, quelli che si verificheranno avranno una intensità sempre maggiore a causa dell’aumento della temperatura del mare. È la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche degli Istituti di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr) e sull’inquinamento atmosferico (Iia-Cnr) con un lavoro pubblicato sulla rivista Scientific Reports. “Per studiare il fenomeno dei tornado in Italia siamo partiti dall’evento che colpì Taranto nel novembre del 2012, causando un morto e danni per 60 milioni di euro”, spiega Mario Marcello Miglietta, ricercatore Isac-Cnr e primo autore dell’articolo. “Abbiamo applicato un modello meteorologico ad alta risoluzione che è stato in grado di riprodurre correttamente il percorso della cella temporalesca dotata di moto vorticoso (supercella) da cui si è formato il fenomeno, la tempistica, e la variazione della sua intensità”.
Una volta testata la simulazione i ricercatori hanno preso in considerazione la temperatura del Mar Ionio. “La temperatura del mare è un parametro importante per lo sviluppo di eventi molto localizzati”, aggiunge Antonello Pasini, ricercatore Iia-Cnr e coautore dell’articolo, “in quanto un mare più caldo fornisce più energia al tornado, che si manifesta poi in una sua maggiore intensità e violenza. Sappiamo che all’epoca dell’evento, la temperatura della superficie del Mar Ionio era di circa 1°C superiore alla media climatologica del periodo. Sempre attraverso il modello meteorologico, abbiamo analizzato allora cosa sarebbe successo se la temperatura del mare fosse stata differente, modificandola nelle simulazioni numeriche di +/- 1°C rispetto a quella osservata”. “Ebbene – ribadisce Miglietta – le simulazioni hanno evidenziato che con 1°C in meno (ovvero con la temperatura della superficie del mar Jonio pari alla media climatica di fine novembre) la supercella non si sarebbe formata, quindi il tornado non si sarebbe sviluppato. Al contrario, aumentando la temperatura di 1° C (il valore previsto da molti modelli climatici per la fine del XXI secolo), il tornado sarebbe stato molto più intenso”.
Anche se la ricerca prende in considerazione un singolo caso, i risultati possono essere generalizzati a simili fenomeni meteo nell’Europa mediterranea. “La nostra ricerca ha mostrato che nel Mediterraneo questi fenomeni sono senza dubbio correlati alla temperatura del mare e che la loro intensità non cresce gradualmente, ma è destinata ad aumentare in modo più rapido una volta superato un certo valore di temperatura”, chiarisce Miglietta.
“In generale, possiamo affermare che in alcune zone del nostro Paese abbiamo raggiunto la soglia di innesco di temperatura del mare per fenomeni molto violenti. Va precisato, però, che con questo studio non abbiamo analizzato il possibile aumento del numero di tornado in Italia, ma solo la loro violenza”, conclude Pasini. “In questo senso, purtroppo, è emerso che l’aumento della temperatura del mare dovuta al riscaldamento globale farà sì che questi sistemi, quando si manifesteranno, saranno più intensi”.
Fonte: Cnr
Foto: Prepper.it