Smog, Greenpeace monitora aria vicino alle scuole di Roma: valori oltre i limiti
Concentrazioni di biossido di azoto (NO2) oltre la norma vicino alle scuole di Roma: Greenpeace analizza i dati e presenta il report "Ogni respiro è un rischio"
20 October, 2017
Monitoraggi dell’aria effettuati nelle ultime settimane da Greenpeace nei pressi di dieci scuole dell’infanzia e primarie di Roma – tra le 7 e 30 e le 8 e 30 – hanno costantemente rilevato concentrazioni di biossido di azoto (NO2) ampiamente al di sopra del valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana (40μg/m3, microgrammi per metro cubo).
La concentrazione media oraria più bassa rilevata da Greenpeace all’ingresso delle scuole romane è di 48,9 μg/m3, la più alta 66,1 μg/m3. Si registrano picchi – in concentrazioni medie su dieci minuti – fino a 111,4 μg/m3: un valore abnorme, se si considera che già nel 2005 l’OMS segnalava come nei bambini gli effetti patogeni del NO2 sul sistema respiratorio siano provati anche per concentrazioni inferiori ai 40 μg/m3. La soglia massima di concentrazione media annuale per questo inquinante prevista dalla legislazione italiana è di 40 μg/m3.A Roma, dove i valori eccedono in maniera grave questo limite, tre quarti del biossido di azoto presente in atmosfera sono originati dal traffico, e in particolare dai veicoli con motori diesel.
Come spiega il report “Ogni respiro è un rischio”, pubblicato oggi dall’organizzazione ambientalista, il biossido di azoto è classificato tra le sostanze certamente cancerogene, i suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. È, per l’appunto, particolarmente nocivo sui bambini, causando infezioni alle vie respiratorie, asma, polmoniti, ritardo nello sviluppo del sistema nervoso e dei processi cognitivi. L’esposizione al NO2 è causa inoltre di nascite precoci e sottopeso; per le donne in gravidanza c'è un maggiore rischio di complicanze.
Le scuole monitorate da Greenpeace sono 10: Istituto Domenico Purificato, Istituto Comprensivo Statale "Piazza Capri", I.C.Via Bravetta, Istituto Comprensivo Largo San Pio V, Scuola Primaria G.B. Vico, Istituto Comprensivo Winckelman, Scuola Primaria Carducci, Scuola Carlo Pisacane, Scuola dell'Infanzia "Cerioli", Scuola Primaria A. B. Cairoli.
«Tutti i giorni, prima di entrare a scuola, i nostri bambini fanno un pieno di sostanze tossiche che danneggiano gravemente la loro crescita», dichiara Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Questo accade giorno dopo giorno, cinque giorni a settimana, come se ciò fosse normale o accettabile. C’è però un modo chiaro e semplice per abbattere le concentrazioni di biossidi di azoto nelle grandi città: limitare progressivamente la circolazione dei diesel, fino a vietarla nei prossimi anni».
Secondo l’ultimo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), a livello europeo l’Italia è il Paese con il più alto numero assoluto di morti premature causate dal NO2, con oltre 17 mila casi. Per questo motivo, Greenpeace nelle scorse ore ha lanciato una campagna per chiedere ai sindaci delle città italiane più colpite dal biossido di azoto (Roma, Torino,Milano e Palermo) di prendere presto provvedimenti radicali per abbattere questo inquinante.
Sulle strade europee - sottolinea Greenpeace - circolano oggi oltre trenta milioni di veicoli di fatto illegali: automobili i cui valori di emissione di biossido di azoto eccedono fino a oltre diciotto volte quelli dichiarati dalle aziende automobilistiche in fase di omologazione. Anche i veicoli diesel più recenti non offrono garanzie: due veicoli su tre, tra quelli di ultima generazione, nelle condizioni reali di guida sforano i parametri previsti.
«Respirare aria pulita è un diritto, è arrivato il momento di far compiere alle nostre città un deciso passo in avanti verso il futuro», continua Boraschi. «Per questo chiediamo ai sindaci di Roma, Milano, Torino e Palermo di prendere un impegno in tal senso, e fermare i diesel entro la fine del loro mandato», conclude.