Saline Conti Vecchi, il progetto di Eni e Fai dove convivono ambiente e industria
Un progetto innovativo di archeologia industriale che grazie al lavoro di Eni e del Fai ha permesso alla salina di vivere una nuova stagione all’insegna della sostenibilità
25 October, 2017
Far convivere ambiente e industria è possibile. Ne è la prova la Salina Conti Vecchi di Assemini, a una manciata di chilometri da Cagliari, nella laguna di Santa Gilla. Un progetto innovativo di archeologia industriale che, grazie al lavoro di Eni (proprietaria del bene attraverso la società Ing. Luigi Conti Vecchi – Syndial) e del Fai, ha permesso alla salina e ai luoghi di produzione di vivere una nuova stagione all’insegna della sostenibilità, con l’obiettivo di promuovere la valorizzazione culturale e ambientale di un sito attivo da quasi novant’anni.
Era il 1931 quando l’impianto industriale è entrato in funzione grazie alla volontà dell’Ing. Luigi Conti Vecchi e oggi l’attività estrattiva, portata avanti da Syndial, raggiunge le 400 mila tonnellate l’anno di sale destinato al settore alimentare e al disgelo autostradale delle regioni del Centro-Nord Italia, con prodotti d’eccellenza come il “fior di sale”.
Ma la Salina Conti Vecchi non è solo produzione, infatti l’intervento del Fai ha permesso la sua valorizzazione naturalistica con altissime potenzialità turistiche e didattiche. Infatti, grazie all’oasi naturale dove vivono fenicotteri e falchi pescatori, la salina si presta ad essere la sede di una narrazione avvincente alla scoperta del sale, di quell’oro bianco che ha plasmato la storia millenaria di questi luoghi, del suo paesaggio e dei suoi protagonisti.
Tutto questo è fruibile e visitabile dal 28 maggio 2017 (giorno dell’apertura) per dieci mesi all’anno. Il visitatore, attraverso percorsi dedicati, ha la possibilità di visitare quasi nella sua integrità l’impianto produttivo e l’oasi. Il risultato del progetto Fai-Syndial Eni è un sito di archeologia industriale unico nel suo genere, che proietta il visitatore in un'epoca lontana, quella degli albori dell’attività estrattiva nella laguna di Santa Gilla. Una ricostruzione storica accurata per la quale il Fai si è avvalso della collaborazione di studiosi ed esperti locali, ma anche dei lavoratori storici e attuali della salina, dalla quale emerge con tutta la sua forza il lato umano dell’attività estrattiva della saline. Un luogo che per quasi un secolo è stato l’unico punto di riferimento per tutte quelle comunità di uomini, donne e bambini che hanno vissuto nell’adiacente villaggio e che oggi raccoglie ricordi e documenti privati di coloro che lo hanno vissuto.
Insomma, i 2.700 ettari della salina sono un'immagine straniante, un luogo quasi surreale come in una specie di paesaggio extraterrestre, immerso in un'atmosfera retro. Una tappa obbligata per chi vuole riscoprire la natura, la biodiversità e la storia della Sardegna.
In collaborazione con Eni