Trasporto pubblico, nelle grandi città italiane il doppio del tempo delle capitali europee per coprire la stessa distanza
A sottolineare la scarsa efficienza del tpl delle aree metropolitane del paese, e le relative perdite, ci pensa il rapporto Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente
31 October, 2017
"Se i trasporti pubblici delle quattordici città italiane più grandi fossero più efficienti in termini di rapidità, qualità ambientale e sicurezza si potrebbero risparmiare fino a 12 miliardi di euro all'anno di risorse pubbliche". A sottolineare la scarsa efficienza del tpl delle aree metropolitane del paese, e le relative perdite, ci pensa il rapporto Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente, che riprende anche alcuni dati pubblicati quest'anno da The European House-Ambrosetti e FS Italiane nel report Il futuro della mobilità urbana, 2017.
I cittadini e i turisti che viaggiano sui mezzi pubblici delle città metropolitane d'Italia - Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia - impiegano in media il doppio del tempo speso dai cittadini di Parigi, Berlino, Londra e Madrid per coprire una distanza analoga. Secondo il rapporto solo dimezzando i tempi di percorrenza e allineandoli a quelli dei principali Paesi europei gli italiani potrebbero risparmiare tra i 5,5 e i 7 miliardi di euro all’anno.
Un caso emblematico della mancanza cronica di investimenti adeguati nel trasporto pubblico italiano è quello che emerge dal confronto tra Roma e Madrid relativamente all'evoluzione della rete metropolitana negli ultimi quattro decenni. Dal 1974 ad oggi la metro della capitale spagnola è stata estesa per 300 nuovi km, mentre quella di Roma per soli 60. Per Madrid l’anno più importante è stato il 1995, quando viene inaugurata la linea di circonvallazione del centro, la linea 6. Da quel momento sono stati collegati inizialmente i sobborghi Nord ed Est (56,3 km e 38 nuove stazioni) e dal 1999 al 2003 sono stati aperti nuovi km di rete (55,6 km e 36 stazioni) in gran parte su un nuovo percorso circolare di collegamento con i sobborghi meridionali (linea 12 chiamata Metrosur). Un nuovo programma 2003-2007 ha poi esteso il servizio, unendo alla metro anche 28 km di nuova tranvia (metro leggera) nel quadrante Ovest. Infine negli anni più recenti sono state prolungate numerose linee storiche e la linea che collega la città con l’Aeroporto Barajas.
"Se consideriamo il ritmo con cui
avanzano gli attuali cantieri della metro di Roma" si legge nel rapporto "il cui ultimo
progetto di prolungamento è stato un tratto della linea C non ancora
collegato alle altre linee, si dovranno attendere 80 anni prima che
la Capitale riesca a ridurre il gap (in termini di metropolitane ogni
1.000 abitanti) con le altre città europee".
La grande impresa del trasporto
pubblico
Eppure i numeri del trasporto pubblico in Italia sono quelli di una grande impresa - un giro d’affari annuo di 12 miliardi, 126mila dipendenti, 5,2 miliardi di passeggeri trasportati – ma gestita decisamente male. Dopo un decennio in costante flessione, il parco mezzi nel 2015 è tornato a crescere (si è passati dal minimo storico di 49.952 bus circolanti nel 2014 ai 50.576 dell’anno successivo) e in virtù dei nuovi acquisti è leggermente calata anche l’età media dei veicoli (11,38 anni nel 2015, il 6,8% in meno rispetto all’anno prima). Tuttavia il parco mezzi italiano resta il più anziano d’Europa (7 anni è la media UE) e un mezzo urbano su 4 appartiene a categorie pre Euro3, quindi decisamente obsoleti e altamente inquinanti. La buona notizia è che la legge di bilancio 2017 ha stanziato risorse aggiuntive per il trasporto pubblico locale e definito un piano di stanziamenti fino al 2033 pari a 3,7 miliardi di euro, anche se, come sottolinea il rapporto, “il settore tuttavia deve trovare al proprio interno la soluzione ad alcune criticità, a partire proprio dall’inefficienza del servizio e di quella finanziaria”.