Aumento rifiuti, Stomeo: ‘È preoccupante, qualcosa non funziona. Bisogna invertire la tendenza e attuare strategia Rifiuti Zero’
Le parole di Ivan Stomeo, delegato Anci energia e rifiuti, su Radio 1 a ‘La Radio ne parla’ mentre discute con altri ospiti dell’aumento della produzioni rifiuti in Italia come emerso dal nuovo rapporto sui rifiuti urbani dell'Ispra
02 November, 2017
In Italia cresce la produzione nazionale di rifiuti nel 2016 e arriva a 30,1 milioni di tonnellate, facendo segnare un più 2% (pari a 590 mila tonnellate) rispetto all'anno precedente. È quanto emerge dal nuovo rapporto sui rifiuti urbani dell'Ispra secondo cui si tratta di un dato "in controtendenza rispetto" all'andamento degli ultimi cinque anni che aveva fatto registrare una "progressiva" diminuzione ma “in linea con gli indicatori socio-economici" sia sull'andamento dei consumi che del Pil.
Durante la puntata del 31 ottobre all’interno del programma di Radio 1 “La Radio ne parla” (qui il podcast della puntanta), in occasione della presentazione del Rapporto 2017 sui Rifiuti urbani dell'ISPRA, sono intervenuti Rosanna Laraia (Direttore centro Nazionale per il ciclo dei rifiuti ISPRA), Ivan Stomeo (Delegato ANCI energia e rifiuti), Giuseppe Gianpaoli (Direttore COSMARI - Consorzio obbligatorio smaltimento rifiuti Prov. di Macerata), Rossella Muroni (Presidente nazionale di Legambiente), Pinuccia Montanari (Assessore alla sostenibilità ambientale del Comune di Roma) e Simona Petrucci, Assessore all'ambiente del Comune di Grosseto.
Durante
la trasmissione,
Ivan Stomeo, delegato Anci energia e rifiuti afferma che il dato “è
preoccupante. Se
aumenta la produzione dei rifiuti significa che qualcosa non funziona
nel nostro meccanismo per la produzione e quindi bisogna invertire la
tendenza e attuare una strategia ‘rifiuti zero’
differenziando e rimettendo in circolo i rifiuti secondo le logiche
di una economica circolare”.
La
parola d’ordine per Stomeo è ricerca. “Bisogna
investire in ricerca e in tecnologia – afferma
- per dare la possibilità di recuperare e rimettere in circolo i
prodotti”.
Una strategia che deve accompagnarsi ad una politica adeguata alle
esigenze dei cittadini che si deve declinare nel “coniugare
le responsabilità dei produttori a monte e delle comunità a valle”
affinché
“i
cittadini paghino meno” e
non siano gravati dall’aumento vertiginoso della tassa sui
rifiuti.
Ma
come realizzare una buona politica “rifiuti zero”?
Secondo il delegato Anci “l’obiettivo
deve essere una buona raccolta differenziata che deve superare l’80%,
così come avviene in alcuni paesi del mondo e nella stessa Italia da
Capannori a Ponte nelle Alpi, fino all'esperienza veneta della
società Contarina dove si arriva all’83% di raccolta differenziata
su un bacino di 500 mila abitanti”.
Insomma
“bisogna
rimboccarsi le maniche e dare risposte a questo Paese dal punto di
vista ambientale ed è la politica – sottolinea
– che deve incidere nella quotidianità dei nostri cittadini
imboccando la strada della riduzione dei rifiuti, del riciclo e
dell’economia circolare. Per questo, in
Anci stiamo lavorando per far sì che il ruolo dei Comuni sia più
incisivo e il prossimo accordo Anci-Conai 2019 darà la possibilità
ai cittadini di essere ripagati dello sforzo che chiediamo loro”.
Fonte: Anci
Foto via Puliamo Terlizzi