Borgo Dora, sfratto allo scambio di libri. «Sono un pericolo in caso di incendio»
Gli ideatori non ci stanno: «La cultura è vitale per rilanciare questo quartiere»Aldo Grasso: perché nella nozione decoro non c’è mai spazio per i libri - da torino.corriere.it
27 November, 2017
di Paolo Coccorese
Nelle casse di frutta del mercato di Porta Palazzo, un manuale di diritto internazionale è sistemato tra l’Harmony «Fascino che attrae» e il best-seller «Sayonara» del Premio Pulitzer James Albert Michener. Titoli che sembrano non interessare alla piccola Francesca, 7 anni, mentre sfoglia le pagine di un Topolino di vent’anni fa. «Da quando abbiamo scoperto il book crossing, due-tre volte a settimana allunghiamo la passeggiata per venire a scovare un nuovo fumetto — racconta la mamma —. Sono titoli usati, offerti gratuitamente. Una bella occasione per questo quartiere dove la cultura è un lusso». La libreria di cartone è apparsa due mesi fa in un angolo del cortile del Maglio. Piazza coperta, nel cuore di Porta Palazzo, così grande e deserta che invoglia a giocarci a pallone. Ma dove sembra non esserci più posto per i libri salvati dal macero per essere regalati ai passanti.
In settimana l’amministratore del complesso immobiliare nato nell’ex Arsenale Militare di Borgo Dora ha scritto all’associazione Vivi Balon chiedendo di «liberare immediatamente l’area di pertinenza condominiale» dove è stata sistemata «una catasta di libri, molto probabilmente per un progetto di libero scambio del quale non eravamo al corrente» chiamato «Viva Libron». Lui, l’amministratore, Francesco Burrelli, spiega il trasloco con una serie di motivazioni. Alcune paradossali: mancano i permessi di occupazione del suolo pubblico rilasciati dal Comune, l’esposizione di volumi non rispetterebbe «il decoro previsto dal regolamento di condominio» e, soprattutto, il bookcrossing sembrerebbe un problema di sicurezza. Perché, spiega, «il materiale è altamente infiammabile e la copertura del maglio è interamente in legno…».
Un pericolo per l’intero isolato, insomma. Guaio inaspettato per un progetto nato con l’obiettivo di rilanciare questo angolo di Borgo Dora creando un self-service gratuito di libri in un quartiere multietnico assediato dagli spacciatori. Dove l’esposizione di una sessantina di titoli è diventata di troppo. «Viva Libron è nato per recuperare e rimettere in circolo, attraverso una distribuzione libera, i titoli usati abbandonati in strada dagli operatori del mercato del Libero Scambio del sabato. I libri sono vitali per riqualificare il quartiere», dice l’ideatore, Paolo Hutter a capo dei «raccoglitori»: le sentinelle dei Rifiuti e i rifugiati degli Ecomori.
«Gli ambulanti abbandonano gialli, fumetti, ma anche titoli come “La storia” di Elsa Morante: un capolavoro», dice Alessandro Stillo, presidente di Vivi Balon, l’associazione organizzatrice con Eco della città e il patrocinio di Fondazione Crt. Ogni settimana sono recuperati anche 800 libri che, dopo una settimana trascorsa nel cortile, finiscono al macero. «Il bookcrossing è una cosa bella. Ma con le autorizzazioni e non deve ostruire le vetrine», dice Franco Trad, presidente dell’associazione dei negozianti del Cortile del Maglio contrari al progetto. «È organizzata dalle associazioni che organizzano il Suk. Il Mercato del Libero Scambio, che da anni crea tanti problemi al quartiere. Danni incancellabili dagli effetti positivi anche di Vivi Libron». Svelando la trama nascosta di questa battaglia dove i libri contesi del Cortile del Maglio sono solo l’ultimo capitolo di una polemica lunga dieci anni.