Qualità dell’aria, Pums, tasso di motorizzazione, bike sharing ma non solo. Ecco l’Italia descritta dal Rapporto Euromobility 2017
L’analisi delle 50 città italiane di Euromobility restituisce un quadro in leggero miglioramento rispetto al 2016 “ma non abbassiamo la guardia!”
04 December, 2017
Torna a migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città. Ma non abbassiamo la guardia. Nel 2016 si è registrato un deciso miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città. Passano da 45 a 49 le città in cui si registra una media annuale di PM10 inferiore al limite fissato dalla norma (l’unica a superarlo è Torino, con 42 microgrammi al metro cubo) e da 26 a 31 quelle in cui a essere rispettato è il valore limite annuale del biossido di azoto.
Complessivamente passano da 15 a 23 le città che rispettano tutti i limiti imposti dalla normativa. Vale la pena di elencarle: Ancona, Aosta, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Foggia, Forlì, L’Aquila, Latina, Livorno, Messina, Parma, Perugia, Potenza, Prato, Reggio Calabria, Ravenna, Salerno, Sassari, Siracusa, Taranto e Udine.
Attenzione però ad abbassare la guardia, perché il miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città è da attribuire in massima parte alle condizioni meteorologiche decisamente più favorevoli di quelle che nel 2015 avevano portato il Ministero dell’Ambiente a emanare un piano di contenimento e stanziare risorse dedicate.
È anche quest’anno Torino a segnare sia il primato per il maggior numero di giorni di superamento della media giornaliera di PM10, sia a sforare, come unica tra le 50 città, la soglia delle 18 ore all’anno in cui è consentito il superamento del limite orario di 200 microgrammi al metro cubo per il biossido di azoto, con ben 28 superamenti.
Si arresta l’ascesa del car sharing convenzionale, mentre prosegue la corsa del free floating
Continuano ad affermarsi nel 2016 i servizi di car sharing “a flusso libero”, quello cioè in cui il prelievo e la riconsegna delle autovetture possono avvenire in qualsiasi punto all’interno dell’area prevista dal servizio. In aumento netto sia il numero di utenti, che a Milano passano da 326.203 a 524.870, sia il numero di auto impiegate nel servizio, che aumentano complessivamente dalle 4.479 del 2015 alle 5.730 del 2016, anno in cui il servizio è stato attivato anche a Catania.
Segna una battuta d’arresto, invece, il car sharing convenzionale, quello cioè in cui l’utente preleva e riconsegna la vettura in parcheggi ben definiti, operativi in 18 delle 50 città del rapporto. Nel 2016 le auto in flotta sono complessivamente in diminuzione rispetto al 2015 (-6%), così come il numero totale di utenti iscritti al servizio (-9%). È comunque Roma a contare il numero maggiore di auto in flotta (156), seguita da Milano con 120. A spiccare in termini di auto in flotta disponibili per abitante è Bolzano (1,66 auto/10.000 ab), seguita da Verona e Cagliari (1,33 auto/10.000 ab). È invece Venezia a svettare rispetto a tutte le altre città per numero di iscritti rispetto alla popolazione (152 utenti ogni 10.000 abitanti, diminuiti però del 37% rispetto al 2015), seguita da Parma con 88 utenti ogni 10.000 abitanti. Sono 10 su 18 complessivamente le città che presentano una disponibilità inferiore a un veicolo ogni 10.000 abitanti. Venezia emerge anche come la città che nel 2016 ha contato il maggior numero di corse al mese per ogni auto (41,85), mentre Cagliari, con 2,06, quella con il minor numero. La città che ha registrato il maggior numero di corse al mese per utente è Brescia (1,19) seguita da Roma (1,17). 12 delle 18 città in cui è attivo un servizio di car sharing (convenzionale o a flusso libero) offrono anche veicoli con motore elettrico. Il 100% della flotta è elettrico a Bari, mentre spiccano i servizi di car sharing di Firenze, Verona, Milano, Padova e Palermo con almeno un’automobile elettrica su cinque.
Per il bike sharing occorrono più coraggio e convinzione
Sono aumentati di circa il 14% gli utenti, mentre diminuiscono di circa il 2% le bici del bike sharing, il servizio di biciclette condivise presente nel 2016 in 18 delle 50 città dell’osservatorio. Erano 20 nel 2015, con Ferrara, Rimini e Terni che hanno sospeso temporaneamente il servizio, Novara che l’ha interrotto definitivamente e Reggio Emilia che l’ha mantenuto disattivato per buona parte dell’anno. Fanno da contraltare Livorno, Monza e Palermo, dove sono stati attivati nuovi servizi. A Torino continua l’impegno dell’amministrazione per il potenziamento del servizio: si aggiungono 95 biciclette alle 1.105 già disponibili, raggiungendo quota 1.200. In testa rimane Milano, stabile sulle 4.650 biciclette, mentre è Brescia la terza città per numero di bici in sharing (364, ma erano 541 nel 2015), seconda invece solo a Milano per numero di bici rispetto alla popolazione. Le biciclette più usate sono quelle di Brescia (oltre 180 prelievi al mese), mentre Milano svetta per numero di viaggi mensili a utente (9,2 contro 10,3). A deludere sono i servizi di Forlì, Genova, Piacenza e Perugia, mentre tra i nuovi servizi attivati è Palermo a far registrare i numeri più interessanti.
Poco frequente è la presenza di biciclette a pedalata assistita nelle flotte di bike sharing: a Perugia le biciclette sono tutte a pedalata assistita, mentre si supera il 10% solo a Padova (24,5%), Milano (21,5%), Forlì (20,6%) e Trento (19,0%).
Non si arresta il ricorso dei cittadini alle auto a basso impatto
Passa dall’8,9% del 2015 al 9,2% del 2016 il numero di auto a basso impatto, cioè a GPL, metano, ibride o elettriche. Si confermano Ravenna e Bologna, accompagnate quest’anno da Ancona, le città con il numero più elevato di auto a basso impatto, in particolare a gas: più di un’autovettura su 5, con Ravenna al 21,09%, Ancona al 20,54% e Bologna al 20,41%. Ultime nella classifica delle auto a basso impatto sono Cagliari, Aosta e Trieste. Come era da attendersi, la presenza dei veicoli a trazione ibrida ed elettrica è, tuttavia, ancora decisamente marginale (presenza dello 0,39%, nel 2015 era dello 0,28%) rispetto a quella dei veicoli a metano e GPL (8,78% del parco). La provincia di Trento raggiunge l’1,25% dell’intero parco auto, seguono Bologna e Milano rispettivamente con lo 0,99% e lo 0,94%. Taranto, invece, si conferma fanalino di coda con appena lo 0,04% del parco circolante. I veicoli ad alimentazione unicamente elettrica costituiscono lo 0,019% del parco circolante nelle 50 città oggetto del rapporto, ma risultano sostanzialmente concentrati in 7 città: Trento, Bolzano, Firenze, Reggio Emilia, Roma, Milano e Bologna. In 20 delle 50 città mancano le infrastrutture di ricarica pubbliche: sono infatti solo 30 le città ad avere sul proprio territorio almeno una colonnina aperta al pubblico destinata alla ricarica dei veicoli elettrici (923 è il totale sulle 30 città che le hanno). Firenze è la città con una maggiore disponibilità in rapporto al parco auto circolante (91,2 colonnine ogni 100.000 veicoli), seguita da Milano (57,2) e Perugia (30,0).
Diminuisce il numero di morti sulle strade delle nostre città; Latina conquista il triste primato di città con l’indice di mortalità più elevato e Forlì si conferma la città con il maggior numero di incidenti
Passa da 4,57 a 4,59 il numero di incidenti ogni 1.000 abitanti nelle 50 città, mentre diminuisce l’indice di mortalità, cioè il numero di decessi ogni 100 incidenti, che passa dal valore di 1,03 dell’anno 2015 al valore di 0,96 del 2016.
Forlì, con 9,49 incidenti ogni 1.000 abitanti si conferma la città con la maggiore incidentalità, seguita da Bergamo (7,64) e Genova (7,21). I valori più bassi, invece, a Catanzaro (1,92) e Campobasso (2,05), seguite da Reggio Calabria (2,34) e Napoli (2,37). L’indice di mortalità più elevato (numero di morti ogni 100 incidenti) si è registrato nella città di Latina (3,21), seguita da Catanzaro (2,89) e Novara (2,83). Le città in cui lo scorso anno si sono registrati i valori più bassi, invece, sono Aosta (0 morti), Terni (0,24) e Genova (0,31).
Il programma sperimentale nazionale darà nuovo impulso ai mobility manager
Sono 12 su 50 le città nelle quali non è presente il mobility manager di Area, né a livello comunale né a livello provinciale. Si segnala nell’ultimo anno la nomina del mobility manager provinciale di Livorno. In 5 casi (Bergamo, Livorno, Modena, Monza e Napoli) il ruolo di coordinamento è svolto da strutture di livello provinciale, mentre in 3 casi (Milano, Torino e Venezia) è presente sia un Ufficio d’Area a livello comunale sia un Ufficio d’Area a livello provinciale. Nei prossimi mesi ci si attende che nella maggioranza delle città riprendano vigore le attività di mobility management, grazie ai fondi del programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile previsto dall’art. 5 della legge n. 221 del 28 dicembre 2015 e gestito dal Ministero dell’Ambiente. Infatti, sono solo 12 su 50 le città che non godranno del finanziamento, in alcuni casi semplicemente perché non hanno presentato alcun progetto: Aosta, Campobasso, Catania, Catanzaro, L’Aquila, Novara, Palermo, Piacenza, Potenza, Salerno, Terni e Udine. Oltre all’auspicato impulso alle azioni e agli interventi per la mobilità casa-scuola e casa-lavoro, il programma del Ministero favorirà anche la diffusione di metodi e strumenti di valutazione dei benefici associati ai progetti e alle misure che saranno messe in campo.
Sembra iniziata la stagione dei PUMS
I Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (PUMS) cominciano ad affermarsi con più convinzione: Parma replica uhren e Prato hanno infatti provveduto all’approvazione dei rispettivi piani, mentre Bari, Foggia, Forlì, Pescara e Reggio Calabria si aggiungono a Milano e Torino tra le città che sono giunte all’adozione del PUMS. Altre 16 città lo stanno redigendo. Le 25 città che invece non hanno ancora avviato il processo di redazione dovranno provvedere a breve, stando a quanto indicato dalle Linee Guida nazionali sui PUMS recentemente approvate dal Governo, secondo le quali “i comuni e le associazioni di comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, predispongono ed adottano nuovi PUMS, secondo le linee guida di cui all’art. 1, entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore del presente decreto”.
Continua inesorabile il taglio dei servizi di trasporto pubblico
Quasi la metà delle città, 22 su 50, registra una riduzione dell’offerta di trasporto pubblico rispetto all’anno precedente. In quattro città le riduzioni sono addirittura a due cifre percentuali. I maggiori tagli si sono registrati a Potenza, Aosta, Sassari e Catania. Semaforo verde invece per Messina (+36%), Piacenza (+13%), Milano (+11%) e Parma (+10%).
La maggiore offerta di trasporto pubblico locale (posti*km/ab) si registra a Milano, Venezia, Brescia e Cagliari, mentre il maggior numero di passeggeri per abitante viaggia, come nei due scorsi anni, a Venezia, Milano, Roma e Trieste.
A Potenza, un cittadino utilizza in media l’autobus soltanto 4 volte in un anno, a Latina 10 volte, a Siracusa 12.
Continua a crescere il tasso di motorizzazione
Ancora in aumento (+0,5%, dal 58,0% al 58,5%) il tasso di motorizzazione (l’indicatore che misura la consistenza della flotta veicolare in rapporto alla popolazione residente), a conferma del trend crescente inaugurato nel 2015. In aumento anche il dato nazionale (+0,9%). L’Italia si allontana ancora dalla media europea di circa 49,8 auto ogni 100 abitanti. Nel 2016 il tasso di motorizzazione è in aumento in 48 delle 50 città; fanno eccezione solamente Reggio Emilia (-0,94%) e Roma (-0,03%).
Le città con il maggior indice di motorizzazione sono L’Aquila e Potenza, la prima con 76,07 e la seconda con 73,93 auto ogni 100 abitanti, seguite da Perugia (71,23) e Campobasso (69,75). Le città più virtuose, dove circola il minor numero di auto per abitante sono Venezia (42,43), Genova (46,39), Milano (51,11) e Firenze (51,50). A conferma della tendenza degli ultimi 4 anni, anche nel 2016 a Bolzano e Trento si registra un notevole incremento del numero di auto, dovuto alla forte concentrazione di società di noleggio che continuano a stabilire la sede legale in questi Comuni per usufruire di una minore tassazione sull’iscrizione delle nuove autovetture, analogamente a quanto accade da un numero ancor maggiore di anni ad Aosta.
In aumento anche la densità di veicoli, cioè il numero di autovetture per ogni kmq di territorio, che passa da 799,6 auto per kmq a 806,9. Le città con la più alta densità sono ancora Napoli, Torino e Milano.
Anche se molto lentamente, migliorano gli standard emissivi dei veicoli. Le autovetture Euro IV rappresentano la percentuale maggiore in circolazione (30,17% dell’intero parco), anche se in calo rispetto al 2015; i veicoli Euro V sono pari al 20,30%, anch’essi in diminuzione, mentre crescono le autovetture Euro VI (12,23%, erano il 3,66% nel 2015).
Le città del sud continuano ad avere il maggior numero di auto più inquinanti, con Napoli in testa seguita da Catania e Foggia. Escludendo Aosta, Trento e Bolzano dove la somma delle percentuali di veicoli Euro V ed Euro VI superiore al 50% è motivata dalla circostanza che molti operatori del settore dell’autonoleggio trovano conveniente immatricolare in questi Comuni tutta o parte della loro flotta, Torino è la città con più veicoli Euro V ed Euro VI (38,54%), seguita da Prato (37,88%). Spunta al terzo posto Bologna (36,82%). In media un’automobile a Bologna emette “solo” 0,318 grammi di biossido di azoto per ogni chilometro percorso (a Prato 0,343 e a Rimini 0,344). Quelle più inquinanti circolano a Reggio Calabria, con 0,556 grammi per ogni chilometro percorso, seguita a ruota da Potenza e Foggia (0,546 g/km). Ad Aosta l’automobile media emette solo 0,028 grammi di polveri sottili per ogni chilometro percorso (a Bologna e Firenze 0,030). La maggiore emissione di polveri sottili è a Foggia (0,044 g/km), subito dopo a Potenza (0,043 g/km). Il maggiore contributo alle emissioni di anidride carbonica lo registrano le automobili di Trieste e Milano, 245,0 e 239,0 g/km rispettivamente, mentre il minor impatto è dovuto alle automobili che circolano a Campobasso (219,7 g/km) e ad Ancora (220,2 g/km).
L’indice medio di motorizzazione relativo ai motocicli è pari a 13,47 motocicli ogni 100 abitanti, decisamente molto più elevato della media europea (dove è pari a circa 6,9). Inalterata rispetto allo scorso anno la classifica per le due ruote a motore: il tasso di motorizzazione più elevato si registra a Livorno (25,99 ogni 100 abitanti), seguita da Genova (23,80) e Rimini (21,27); mentre le città con meno motocicli e ciclomotori sono Foggia (5,24 ogni 100 abitanti), Venezia (6,70) e Potenza (7,35).
Foggia conquista il triste primato delle due ruote più inquinanti (71,94% è la somma dei motocicli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2), seguita da L’Aquila e Perugia (70,55% e 70,49% rispettivamente), mentre Livorno (39,82%), Firenze (42,51%) e Bolzano (46,46%) annoverano il minor numero complessivo di motocicli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2.
Nessuna novità sulle politiche della sosta, sulle aree pedonali e sulle ZTL
Piacenza prima in classifica per dotazione di parcheggi di scambio (72 posti ogni 1.000 autovetture circolanti). Firenze saldamente in testa alla classifica per dotazione di parcheggi a pagamento (160 ogni 1.000 autovetture circolanti). Dopo Venezia, con oltre 5 mq di area pedonale per abitante, solo Cagliari (1,24) e Firenze (1,04) offrono più un mq di area pedonale ad abitante. Bergamo (48,2 mq/ab) e Firenze (13,5 mq/ab) sono le città con la maggiore estensione delle Zone a Traffico Limitato.
La limitazione della circolazione in porzioni di città può favorire la diffusione di veicoli alternativi per la consegna delle merci: in 13 città la consegna delle merci è effettuata ad esempio anche con mezzi elettrici. Il più diffuso è il furgone elettrico, presente in 7 città, seguito dalla e-cargobike (6 città) e dalla mini-car elettrica (5 città, tra cui Torino che annovera 60 free-duck elettrici), meno diffuse le e-bike (2 città) e gli e-scooter (una sola città). Aosta utilizza camion elettrici per la raccolta dei rifiuti. Tuttavia la regolamentazione della distribuzione merci segue un approccio in ordine sparso e non una tendenza consolidata: incentivi, deroghe e agevolazioni variano in maniera disordinata tra le varie città.
Anche nel 2016 le campagne di maggior successo sono Bimbimbici e la Settimana Europea della Mobilità
Le iniziative più seguite nel 2016 sono state la Settimana Europea della Mobilità e Bimbimbici, rispettivamente con 33 e 26 città aderenti, seguite da Vivicittà (21) e Bicincittà (17 città). Fanalino di coda si conferma il Giretto d’Italia, con 12 città contro le 16 del 2015.