Una tassa sulla carne contro il cambiamento climatico
Obiettivo dell'imposta, al vaglio in Paesi come la Germania e la Svezia, è ridurre il consumo di carne che sta crescendo nel mondo. Gli allevamenti generano il 15% delle emissioni globali di gas serra
12 December, 2017
(ansa ambiente)
Una tassa sulla carne, volta a ridurre l'impatto degli allevamenti sul riscaldamento globale e dei grassi animali sulla salute umana, è "inevitabile". Ne è convinto il Farm Animal Investment Risk & Return (Fairr), una rete di investitori con asset per 4mila miliardi di dollari. In una nuova analisi, riportata stamani dal Guardian, il Fairr sostiene che la carne avrà una "sin tax", una "tassa sul vizio" che colpisce prodotti dannosi per la società, come già avvenuto ad esempio per il tabacco, le emissioni di CO2 e lo zucchero.
Obiettivo della tassa, al vaglio in Paesi come la Germania e la Svezia, è ridurre il consumo di carne, che sta crescendo nel mondo. Gli allevamenti generano il 15% delle emissioni globali di gas serra, mentre il consumo eccessivo di carne causa problemi alla salute e un aumento di costi sanitari, evidenziano gli esperti. A ciò si aggiungono gli altri problemi causati dal settore zootecnico, come l'inquinamento delle acque e la resistenza agli antibiotici.
"Se i responsabili politici devono far fronte ai costi di epidemie umane come l'obesità, il diabete e il cancro, e di epidemie del bestiame come l'influenza aviaria, affrontando anche le sfide gemelle del cambiamento climatico e dell'antibiotico-resistenza, allora il passaggio dalle sovvenzioni alla tassazione dell'industria della carne sembra inevitabile", ha detto il fondatore del Fairr, Jeremy Coller.
Per la direttrice del Fairr, Maria Lettini, "con il progredire dell'accordo di Parigi sul clima, è molto probabile che vedremo interventi governativi per ridurre l'impatto ambientale del settore zootecnico. Una tassa sulla carne potrebbe arrivare entro 5-10 anni".