‘Varese manca poco’, la raccolta differenziata entra in classe. Saranno gli alunni delle superiori a monitorarne l’andamento con analisi merceologiche
Con un bidoncino blu per classe per la carta, cartone e Tetrapak e un dinamometro per piano le classi peseranno la carta differenziata a cadenza quindicinale, per rendersi conto dei quantitativi sottratti a smaltimento come richiesto da Comieco
18 December, 2017
All’interno della campagna di comunicazione “Varese Manca poco” rivolta anche ai cittadini, agli amministratori di condominio, alle attività commerciali e alle comunità linguistiche straniere con l’obiettivo di raggiungere il 65% della raccolta differenziata nella città di Varese, ASPEM sta ora collaborando con le scuole secondarie di secondo grado.
ASPEM, A2A, Comieco e il Comune di Varese hanno infatti deciso di proporre l’iniziativa alle scuole superiori poiché le scuole elementari e medie sono ormai “integerrime” nel differenziare i rifiuti prodotti a scuola, grazie anche alle iniziative promosse dalla Provincia di Varese all’interno del progetto Green School e alle insegnanti volonterose che allestiscono le aule con scatoloni e addestrano gli alunni come “Guardiani dei rifiuti” garantendo una raccolta differenziata non solo di quantità, ma anche di qualità. Le superiori sono invece terreno da coltivare, alla stregua di piccoli comuni che ancora non hanno ottimizzato i loro sistemi di raccolta, con i loro 1.000-1.500 utenti.
Il Liceo Scientifico Galileo Ferraris e il Liceo Classico Ernesto Cairoli sono i primi istituti che hanno aderito alla proposta e vestono ora il ruolo di “scuole pilota” per fornire dati utili sulla base dei quali si procederà con gli altri Istituti aderenti. A partire da gennaio 2018, il progetto si estenderà alle altre candidatesi a partecipare: il Liceo Artistico Statale Frattini, l’Istituto statale paritario De Filippi, l'Istituto professionale Einaudi, la Scuola Europea di Varese e l’Istituto Isaac Newton arrivando a coinvolgere oltre 6 mila studenti.
L’intervento alle superiori si articola per gradi: prima di tutto l’incontro con la task force di Istituto, perché è importante il coinvolgimento di tutti: studenti, rappresentanti di istituto, dirigente, personale docente, tecnici di laboratorio, personale non docente, segreterie e uffici stampa, personale di pulizia, gestori del bar e dei distributori automatici che vengono messi di fronte alla scarsa differenziazione dei rifiuti prodotti per individuare insieme le soluzioni operative. Poi la formazione di tutte le classi che prende il via con le brave formatrici del PIME, che spiegano perché e come fare la raccolta differenziata a scuola e consegnano alle classi, al termine di ogni incontro, gli strumenti operativi. Quali? Un bidoncino blu per classe per la carta, cartone e Tetrapak e un dinamometro per piano dell’edificio scolastico col quale, da quel momento in poi, le classi devono pesare la carta differenziata a cadenza quindicinale, per rendersi conto dei quantitativi sottratti a smaltimento, come richiesto da Comieco, il Consorzio Nazionale Riciclo Carta, che tali strumenti ha fornito. I quantitativi di carta pesati per aree di raccolta (le aule, le segreterie, le isole) vengono condivisi su un Googledocs: così tutti gli attori hanno il polso dell’andamento del progetto e possono eventualmente intervenire. Nelle zone più frequentate dagli studenti durante l'intervallo sono stati posizionati appositi contenitori per la raccolta differenziata di carta e plastica-metallo (lattine) sopra i quali “troneggiano” poster per indirizzare gli studenti a rispettare la corretta suddivisione dei rifiuti.
La materia rifiuti ha incuriosito: la mattina del 14 dicembre la classe 5^B ha realizzato un'analisi merceologica di 4 sacchi di rifiuti indifferenziati, 2 provenienti da spazi comuni e 2 dalle classi: è stata la prova del nove per verificare l’andamento della raccolta differenziata attivata in quanto se viene fatta correttamente, nel sacco viola non si deve trovare né carta né plastica e lattine. I risultati? Dopo aver indossato guanti e tuta da lavoro 5 ragazzi hanno pesato i sacchi delle aule, della terrazza, misurata la tara dei contenitori e di buona lena hanno effettuato lo smistamento dei rifiuti, mentre altri filmavano, altri raccoglievano impressioni ed appunti ed altri ancora compilavano le tabelle dati a corredo dell’analisi merceologica. Un gran daffare di circa 2 ore in cui, oltre a saltare la lezione di storia, i ragazzi hanno visto quanto ancora di riciclabile finisce nei sacchi viola: dal 25 al 30%, non considerando l’organico, che costituisce il 50% circa dell’indifferenziato attuale (prevalentemente fazzoletti di carta), per il quale la raccolta differenziata dedicata al momento non è attiva al liceo. Nel dettaglio, dal sacco viola può essere salvato ancora il 9% di carta, il 14% di plastica da imballaggio ed il 4% di metalli. La strada è ancora lunga per il raggiungimento dell’obiettivo ed è necessario applicarsi attivamente per migliorare la raccolta e per giungere così a ridurre i rifiuti. L'indagine merceologica verrà eseguita nuovamente tra qualche mese per monitorare l’andamento del progetto e constatarne i progressi.