Sacchetti dell'ortofrutta: chiarimenti tra bufale fraintendimenti e polemiche
A proposito di 'tasse, balzelli e secondi fini' con cui viene descritta la legge appena entrata in vigore, ecco alcune domande e risposte per fare un po' di chiarezza
02 January, 2018
Dal 1° gennaio 2018 è entrato in vigore il divieto dei sacchetti in plastica usa e getta nel banco di frutta e verdura della grande distribuzione. La nuova legge recepisce una direttiva europea (art. 9 bis d.l. n. 91/2017 ) e impone l’uso esclusivo di buste biodegradabili e compostabili per la vendita di prodotti alimentari. I nuovi sacchetti – precisa la norma – dovranno essere venduti e il prezzo va riportato sullo scontrino. Il legislatore prevede l’impiego di buste analoghe per il banco salumeria, del pesce fresco, della macelleria e della gastronomia. La novità ha generato una serie di dubbi e perplessità tra i consumatori. Vediamo le principali:
1. E' stata introdotta una tassa sui sacchetti?
No, i soldi non vanno allo Stato. La direttiva europea imponeva azioni per la riduzione della plastica e del compostaggio. L’Italia, in autonomia, ha deciso di far pagare quelli in bioplastica.
Autorità, produttori e altri addetti ai lavori ribadiscono l'importanza di vigilare sul mercato affinché la cessione a pagamento non sia motivo di speculazione: un sacchetto per ortofrutta non deve essere venduto alla stesso prezzo degli shopper della spesa forniti alle casse. E in effetti non è così, visto che una busta per la spesa costa in media 10 centesimi mentre il sacchetto dell’ortofrutta 2 o 3.
2. I supermercati potrebbero fornire sacchetti in carta invece che in bioplastica?
Sì. E in tal caso possono farlo gratuitamente La carta non è esclusa dalla legge, che non impone la plastica bio ma la biodogradabilità e la compostabilità del sacchetto. Per adesso sembra che nessun supermercato usi la carta, verosimilmente anche per questioni organizzative interne.
3. Si possono usare borse riutilizzabili portate da casa tipo quelle che si usano alle casse?
No, ma la situazione non è cambiata rispetto all'anno scorso. Questo è un punto molto importante, perché invece molti pensano che la legge abbia introdotto l'obbligo di usa e getta. Per varie norme di igiene - più o meno discutibili - non si possono (o non si potrebbero) portare con sé e usare nei supermercati sacchetti per l'ortofrutta già usati. Secondo quanto scritto dal Ministero a Federdistribuzione però, in linea teorica si possono portare da casa sacchetti mai usati.
4.Si possono comprare singoli frutti o singole verdure senza usare per forza il sacchetto?
A quanto pare sì, diverse persone hanno postato foto sui social con una singola arancia etichettata.
5. Ma quindi è obbligatorio ovunque l'uso di usa e getta per acquistare ortofrutta?
Solo nei supermercati, dove già lo era. Nei negozi si possono usare i propri sacchetti.
6. A cosa ci si riferisce quando si dice che la legge 'favorisce il riutilizzo' invece che l'usa e getta come si legge nella legge italiana?
Ci si riferisce al fatto che i sacchetti bio possono essere usati per raccogliere l'umido a casa, cosa che con la plastica tradizionale non si poteva fare.
7. Ci sono altri motivi diversi o non dichiarati per cui hanno fatto questa legge?
In un certo senso sì. L'autorizzazione a usare ancora plastica per l'ortofrutta apriva le porte a continue piccole truffe. Sacchetti usa e getta di plastica tradizionale presentati come sacchetti a uso interno, per ortofrutta, non per il trasporto, venivano di fatto usati come shoppers ostacolando l'applicazione della legge. Che comunque è ancora largamente disapplicata.
8.L'opinione pubblica è stata interpellata prima delle'entrata in vigore della nuova norma?
Sì, l'ultimo sondaggio risale allo scorso ottobre.