Cosa succede a Terlizzi, da comune riciclone a sporcaccione?
Il video di Puliamo Terlizzi mostra i limiti di una raccolta differenziata che seppur virtuosa non coinvolge tutti i cittadini. Si stima che ogni mese vengano smaltite illegalmente circa 180 tonnellate di rifiuti a fronte di una raccolta differenziata record attorno al 75% nel 2017
15 January, 2018
Lo scorso dicembre Legambiente ha premiato il Comune di Terlizzi con l’ambito riconoscimento di Comune Riciclone, infatti grazie al raggiungimento del 65% di raccolta differenziata nell’anno 2016 la cittadina pugliese ha centrato l’importante obiettivo di riciclo fissato dalla legge.
Un riconoscimento meritato grazie agli sforzi sostenuti dai cittadini e dell’amministrazione con l’introduzione del porta a porta nel marzo 2016, passando dal 20,6% di raccolta differenziata di gennaio all’81,6% del maggio dello stesso anno. Un dato consolidato anche per tutto il 2017 dove la percentuale media della raccolta differenziata (fino ad ottobre 2017, ndr) è del 75%.
I dati sulla raccolta differenziata sono sotto gli occhi di tutti e premiano giustamente i cittadini virtuosi che hanno creduto e credono ancora nel porta a porta, ma la realtà non è tutta rosa e fiori. Da quando è stato introdotto il nuovo sistema di raccolta un nocciolo duro di cittadini ha deciso di sbarazzarsi autonomamente dei rifiuti. I dati, se analizzati correttamente, mostrano un calo della produzione rifiuti cronico tutti i mesi, il 17,5% in tutto il 2016 pari a più di 2200 tonnellate. Qualcuno potrebbe obiettare che con il porta a porta i cittadini sono diventati più coscienziosi e virtuosi. Probabilmente molti di loro hanno cambiato il loro stile di vita, ma se si osservano le immagini della periferia cittadina, troppe volte denunciati dall’associazione Puliamo Terlizzi, è palese che quel 17,% di rifiuti che non vengono più intercettati finisce tutto (o quasi) in microdiscariche abusive attorno al centro abitato. Parliamo di circa 180 tonnellate che ogni mese vengono smaltite illegalmente e che rischiano di trasformarsi in una vera emergenza sanitaria.
Il video pubblicato da Puliamo Terlizzi mostra in tutta la sua durezza a cosa va incontro la cittadina pugliese. È indubbio che il problema non è solo della città di Terlizzi e riguarda tutto il territorio regionale, infatti la regione ha più riprese sta cercando di contenere il fenomeno. Già questa estate la regione aveva stanziato un milione di euro “per tutti i comuni pugliesi per aiutarli a sostenere i costi di una raccolta straordinaria di rifiuti in quelle zone come svincoli stradali, strade comunali, tratti di campagna particolarmente difficili, che – a detta diel Presidente Emiliano - sono state compromesse dall'abbandono, da parte di cittadini o turisti, di rifiuti”. Soldi finiti nel giro di poche settimane che hanno costretto nuovamente la regione a correre ai ripari stipulando un protocollo d’intesa con Anas e Anci per arginare il dilagante ed incontrollato fenomeno istituendo un fondo di un altro milione di euro.
Per Legambiente Puglia non c’è nessun collegamento tra il premio di Comune Riciclone e le immagini che arrivano da Terlizzi, “il premio viene assegnato in base ai risultati ottenuti sul fronte della raccolta differeniziata che si evince dal questionario trasmesso dalle stesse amministrazioni o recuperato dal portale ambientale della regione Puglia, L’abbandono dei rifiuti è slegato dal nostro premio – precisa l’associazione ambientalista -. L’abbandono di rifiuti è un reato e va punito e i comuni devono attivarsi a trovare le migliori soluzioni per punire questi comportamenti illeciti. Comuni come Bari, Andria, Barletta e Corato solo per citare alcuni esempi hanno sistemato fototrappole per sanzionare e individuare questi comportamenti. Da parte di Legambiente c’è la condanna assoluta per questi illeciti e invita le amministrazioni ad attivarsi per contrastare questi comportamenti che penalizzano prima di tutto quei cittadini onesti che fanno la raccolta differenziata”.
Per capirne qualcosa di più abbiamo chiesto direttamente a Ninni Gemmato, Sindaco di Terlizzi, di aiutarci a capire meglio cosa stia accadendo nella sua città.
Come è possibile che cittadini così virtuosi in fatto di differenziata poi lo siano meno abbandonando i rifiuti nelle periferie e nelle campagne? Secondo lei questi comportamenti da cosa dipendono?
Mi pare ovvio che su questo tema sarebbe ingeneroso generalizzare. Partiamo dai numeri. I terlizzesi sono cittadini virtuosi, non lo dico io ma i dati di Legambiente: il premio Comune Riciclone, che per la prima volta quest’anno è stato riconosciuto al Comune di Terlizzi, fotografa bene una popolazione che oggi differenza e ricicla tre quarti dei rifiuti che produce. Nel 2017 la raccolta differenziata a Terlizzi è stata del 75%, un valore che è oltre sette volte la percentuale della differenziata del 2011, prima della mia amministrazione. Siamo senza dubbio una città migliore rispetto a sette anni fa: c’è più rispetto per l’ambiente, più decoro e soprattutto meno costi per lo smaltimento in discarica.
Fatta questa premessa, è evidente che c’è ancora una fetta della popolazione più restia al cambiamento: parliamo di cittadini che abbandonano i sacchi dei rifiuti in particolare nelle periferie.
Attenzione però a generalizzare e a puntare il dito contro i terlizzesi, significherebbe disconoscere i dati e il lavoro di Legambiente. Ribadisco: i terlizzesi sono cittadini virtuosi, anche se resta ancora una minoranza assolutamente marginale il cui comportamento ha un impatto negativo sul nostro territorio. Il problema è che i tanti buoni non fanno notizia, i pochissimi cattivi sì. Del resto, come lei stesso ha detto e come anche Coldiretti conferma, si tratta di un fenomeno patologico che riguarda tutti i comuni pugliesi. Questo ovviamente non toglie fermezza al nostro impegno.
Fin dal 2015 come notiziario ci siamo interessati alla questione dell'abbandono dei rifiuti nel territorio di Terlizzi, portando in piazza la prima tappa di #PugliaDfferente uno spettacolo itinerante di animazione territoriale per sensibilizzare la cittadinanza alla raccolta differenziata. In poco più di due anni è cambiato molto e la città è diventata un Comune Riciclone, grazie all'impegno dei cittadini e della sua amministrazione. Ma sul fronte dell'abbandono rifiuti l'impressione è che sia cambiato poco. Quali sono state le difficoltà che hanno impedito un salto di qualità anche su questo fronte? In futuro sono previste azioni per sensibilizzare i cittadini a cambiare i propri comportamenti?
In realtà rispetto ai primi mesi del porta a porta oggi il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in strada o in campagna è stato sensibilmente ridotto. Anche qui sono i numeri che parlano: dal 65% di raccolta differenziata del 2016, siamo passati al 75% nel 2017. Più 10% in appena un anno. Lo considero un salto di qualità importante nei comportamenti dei cittadini, un cambio di passo premiato da Legambiente che non mi sentirei assolutamente di sminuire. Dietro questi numeri c’è infatti la stragrande maggioranza dei terlizzesi il cui comportamento in fatto di raccolta differenziata oggi è considerato esemplare.
D’altra parte sono d’accordo con lei quando dice che non possiamo fermarci e che ancora tanto si può e si deve fare. E a ben vedere lo stiamo già facendo: anche quest’anno abbiamo promosso e sostenuto, in collaborazione con le scuole, la “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti” con numerosi laboratori dedicati ai più piccoli e progetti che educano al riuso dei rifiuti. Nei prossimi giorni proseguiremo con una campagna di comunicazione contro l’abbandono dei rifiuti nelle campagne. Sul fronte della repressione continuiamo con l’uso delle cosiddette fototrappole: solo nel 2017 l’unità Ambiente della polizia municipale ha presidiato tutto il territorio cittadino sia nel centro abitato che nell’agro, effettuato numerose ore di videosorveglianza e verbalizzato ventotto sanzioni amministrative per abbandono dei rifiuti.
Sto inoltre verificando la possibilità di porre in essere, insieme ad altri Comuni limitrofi, azioni mirate in seno all’Aro.
Analizzando i dati sulla produzione totale dei rifiuti cittadina, da quando è stato introdotto il porta a porta si denota una forte contrazione dei rifiuti intercettati. Nel 2016 (stando ai dati diffusi dalla regione Puglia) la contrazione è stata del 17%, poco più di 2.200 tonnellate. Sicuramente il nuovo metodo di raccolta differenziata ha inciso sui comportamenti dei cittadini rendendoli più virtuosi e di conseguenza incidendo anche sulla produzione totale dei rifiuti. Ma il dato della contrazione dei rifiuti prodotti è costante anche nel 2017, come costante è il fenomeno dell'abbandono, e fa presumere che una parte di cittadini (certamente una minoranza, ma che appare però ben nutrita) preferisce gettare i rifiuti ai margini della città. A suo giudizio quali sono le azioni che possono fare davvero la differenza per recuperare quei cittadini "infedeli" al porta a porta?
C’è un aspetto importante da considerare: grazie all’introduzione del porta a porta i cittadini sono diventati più attenti e limitano gli sprechi. Sono certo che la riduzione dei rifiuti complessivamente conferiti sia in buona parte legata anche a questo atteggiamento più “smart”, più intelligente. Ed è senz’altro così dato che, come le dicevo poc’anzi, l’amministrazione comunale è sempre in prima linea con iniziative anti-spreco tra cui la stessa Settimana dedicata al riuso che abbiamo portato nelle scuole con l’obiettivo di educare i bambini al riciclo dei rifiuti.
Per il resto continueremo da una parte con l’educazione e la sensibilizzazione, dall’altra con la repressione dei comportamenti sbagliati.
Stando alle notizie della stampa locale, la sua amministrazione ha installato le cosiddette "fototrappole" sul territorio cittadino. Può dirci quanti e quali risultati sono stati ottenuti con questo strumento? Secondo lei i risultati sono soddisfacenti?
La civiltà è un dato culturale. Tuttavia, come ho già detto, saremo assolutamente intransigenti con chi non rispetta le regole. I rifiuti non si abbandonano né in strada, né tantomeno nelle campagne: questo deve essere chiaro a tutti, così come dev’essere assolutamente chiaro che stiamo parlando di comportamenti che possono avere anche una valenza penale. Il Comune di Terlizzi si è attrezzato con dieci fototrappole come strumento di contrasto ad alcune cattive abitudini. Stiamo lavorando per rendere ancor più efficace l’uso di questi strumenti.
Per concludere, vuole fare un appello ai sui cittadini, a quelli virtuosi e soprattutto a quelli non virtuosi?
Il messaggio è lo stesso che ripeto da tempo: non c’è alternativa alla raccolta differenziata. Tenere pulita la città, come ho già detto, deve essere prima di tutto un’attitudine culturale. Ogni altra scelta diversa sarebbe un errore e comporterebbe solo rischi e svantaggi. Non solo per la comunità, soprattutto per chi tali comportamenti sbagliati li pone in essere.
A questo punto non resta che ascoltare cosa hanno da dire gli attivisti di Puliamo Terlizzi che testardamente da anni combattono contro questo fenomeno. “È certamente una questione di cultura e ‘abitudini’ ma che possono e devono essere corrette anche da campagne informative/educative e dalla capacità delle autorità preposte di far rispettare le regole, tutte prerogative in capo alla Pubblica Amministrazione. È errato – continuano gli attivisti pugliesi - pensare che si tratti di una minoranza trascurabile: il numero di "riluttanti" alla differenziata e al porta a porta è molto più alto di quanto si possa pensare. Dall'analisi dei dati sul portale dedicato della regione Puglia emerge che si tratta del 10 - 15 % delle famiglie. Questi concittadini disperdono, bruciano o conferiscono in altri comuni i loro rifiuti indifferenziati. Servono poi tutta una serie di misure per consentire a categorie speciali di cittadini (anziani non autosufficienti, abitanti di piccole abitazioni,...) di conferire i rifiuti in modo alternativo al porta a porta; su questo Puliamo Terlizzi ha presentato da molto tempo precise proposte tuttora rimaste inesplorate. Certa politica la smetta di sottovalutare e celebrare solo taluni numeri e si prenda la sua parte di corresponsabilità. Noi non resteremo indifferenti, continueremo a ripulire, sensibilizzare e richiamare l'attenzione sul disastro ambientale e sanitario in atto”.