Oggetti smarriti in piazza San Carlo: ‘Si potevano differenziare invece che spedirli all’inceneritore?’
Sollecitati da nostri lettori abbiamo cercato di dare una risposta al perché gli oggetti smarriti di piazza San Carlo siano stati smaltiti all’inceneritore del Gerbido invece di seguire la strada della differenziata
17 January, 2018
A quanto si è appreso da un articolo de La Stampa del 14 gennaio gli oggetti rinvenuti dopo i tragici fatti del 3 giugno in piazza San Carlo sono stati spediti all’inceneritore del Gerbido per essere termovalorizzati. Nulla di strano, è lo stesso Comune di Torino - sulla pagina relativa agli oggetti smarriti - informa i cittadini che “gli oggetti usati e privi di valore commerciale, dopo un periodo massimo di giacenza di 90 giorni sono distrutti redigendo apposito verbale”.
Parliamo di indumenti, mazzi di chiavi, cellulari, scarpe, zaini e tutti quegli oggetti persi nel caos del 3 giugno, in questo caso - e a ragion veduta - la Città di Torino ha atteso più dei classici 90 giorni stabiliti dal regolamento. Ma, sollecitati dai nostri lettori come Giulio C. che via email scrive: “ho letto che gli oggetti rinvenuti in piazza San Carlo sono stati mandati all'inceneritore. Così succede dall'Ufficio Oggetti Smarriti? Non ci sono né riuso né riciclo né ecocentri?”, abbiamo provato a capire se per gli oggetti smarriti di piazza San Carlo sarebbe stato possibile trovare una soluzione diversa rispetto all’incenerimento.
Interpellato Roberto Mangiardi, direttore dell’area Commercio responsabile del servizio oggetti smarriti, risponde che “abbiamo più volte chiamato fatto annunci e messo a disposizione gli oggetti rinvenuti, parte dei vestiti era inumidita e si stava ammalorando. A un certo punto da oggetti smarriti la definizione è cambiata in oggetti abbandonati. Quella è responsabilità del comune, di cambiare definizione. E nel momento in cui diventano oggetti abbandonati l’incarico di smaltirli o comunque di dargli un destino spetta ad Amiat”.
Dal canto suo Amiat ha risposto che non era più possibile differenziare questi oggetti in quanto sono stati conferiti direttamente come rifiuti indifferenziati - cioè gli uffici comunali li hanno conferiti in cassonetti per l'indifferenziato- e di conseguenza hanno seguito il percorso riservato a quest’ultimi.
In ogni caso complessivamente si è trattato di non più di 200 chili.