Smog, la nebbia aumenta la tossicità del particolato atmosferico
Lo studio è stato condotto dall'Isac-Cnr di Bologna in collaborazione con la University of Southern California e pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physicsm. Gli scienziati hanno dimostrato che la nebbia influenza e modifica la concentrazione e le caratteristiche del PM
23 February, 2018
Dalla Pianura Padana arriva la scoperta che la nebbia aumenta la tossicità del particolato atmosferico, il famigerato Pm10 o Pm2,5 (nella sua misura più piccola). Lo studio è stato condotto dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna in collaborazione con la University of Southern California e pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physicsm. Gli scienziati hanno dimostrato che la nebbia influenza e modifica la concentrazione e le caratteristiche del particolato.
Non è la prima volta che la ricerca scientifica associa nebbia e inquinamento atmosferico, con diverse implicazioni a seconda degli inquinanti presi in esame. Questa volta la novità arriva direttamente dalla zona con l'aria più insalubre d'Italia e forse d'Europa. "Le goccioline di nebbia - spiega Stefano Decesari dell'Isac-Cnr - catturano particelle di aerosol, provocandone in parte la deposizione, in parte modificandone la composizione chimica, per poi rilasciarle in atmosfera, quando la nebbia si dissipa. La nebbia può quindi agire come un reattore in grado di modificare le caratteristiche di tossicità delle sostanze chimiche contenute nel particolato atmosferico (PM), compresi molti inquinanti".
Dalla ricerca, precisa Decesari, è inoltre emerso come il potenziale ossidativo (che si ritiene responsabile di importanti danni biologici ed associato a numerose patologie croniche) in cellule di tessuto polmonare "delle sostanze presenti nelle goccioline di nebbia sia più che raddoppiato rispetto a quello delle particelle di PM su cui le stesse goccioline si sono formate".
La diminuzione storica della frequenza di nebbia verificatasi negli ultimi trent’anni nelle regioni del bacino padano potrebbe quindi aver portato a un miglioramento della qualità dell’aria di questi territori, confermando il complesso legame che intercorre tra cambiamenti del clima e inquinamento atmosferico”