Rifiuti sociali e rifiuti urbani possono impegnarsi a vicenda? La sfida vinta della raccolta differenziata al carcere di Bollate
Presentata il 23 marzo a ‘Fa’ la cosa giusta’ nella sala Peppino Impastato la collaborazione avviata da Novamont e AMSA con Keep the Planet Clean, gruppo di lavoro fondato da alcuni detenuti del carcere di Bollate per dar vita al progetto di recupero e valorizzazione dei rifiuti prodotti nel carcere
27 March, 2018
Nessuna
sede migliore per presentare il progetto della raccolta differenziata
dei rifiuti del carcere di Bollate che “Fa’ la cosa giusta 2018”,
la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che
si è svolta
23 al 25 marzo 2018 a Milano a Fieramilanocity.
Presentata
il 23 marzo nella
sala Peppino Impastato la collaborazione avviata da Novamont
e AMSA
con Keep
the Planet Clean,
gruppo di lavoro fondato da alcuni detenuti del carcere di Bollate
per dar vita al progetto di recupero e valorizzazione dei rifiuti
prodotti nel carcere.
“Rifiuti
sociali e rifiuti solidi urbani possono impegnarsi a vicenda?”
Parte da questa domanda la sfida che si sono posti nel 2015 Fernando
Gomes
Da Silva
e Matteo
Gorelli.
Uniti dal desiderio e dalla necessità di riparare e dalla
convinzione che niente si debba gettare, i due detenuti iniziano a
immaginare come recuperare i rifiuti prodotti nelle carceri. In ogni
carcere, infatti, anche in quello più all’avanguardia, gli sprechi
sono moltissimi; nel carcere di Bollate, ad esempio, si
buttano circa 13 tonnellate di pane all’anno.
Come il pane, la maggior parte di tutto ciò che viene buttato ha in
realtà un valore potenziale. Perciò, recuperare questi rifiuti,
oltre ad essere un atto dovuto di legalità e cittadinanza
responsabile – tutt’altro che scontato in carcere – può essere
fonte di svariati benefici. Il gruppo, infatti, oltre all’obiettivo
della raccolta differenziata in carcere, ha cominciato a pensare più
in grande, immaginando possibili attività lavorative ed economiche
legate alla gestione e alla valorizzazione dei rifiuti, che potessero
rappresentare un’opportunità di occupazione per la popolazione
detenuta, mantenendo la loro valenza riparativa nei confronti della
comunità esterna.
Dopo
un lungo
lavoro di analisi e ricerche è
stata presentata una relazione alla direzione del carcere che ha
subito coinvolto AMSA e Novamont, avviando così il processo che,
partito in forma
sperimentale presso il 4° reparto nel gennaio 2017,
si è concluso con la partenza ufficiale della raccolta differenziata
in tutti i reparti detentivi della II C.R. di Milano Bollate al 1°
agosto 2017. Dal 1° settembre 2017, con l’estensione al reparto
femminile, la RD coinvolge l’intero penitenziario.
Novamont
ha donato al penitenziario una quantità di sacchi in bioplastica
MATER-BI sufficienti per gestire il fabbisogno di almeno 12 mesi,
considerando un consumo medio mensile di 15.000 sacchi. Nel carcere
di Bollate, i sacchi in MATER-BI, come già accaduto con la città di
Milano, si sono rivelati uno strumento fondamentale per consentire
una raccolta del rifiuto organico efficiente e igienica. Con oltre
15.000 kg al mese, infatti, la frazione umida rappresenta oltre l’85%
dei rifiuti prodotti nel carcere di Bollate. Evitarne lo smaltimento
in discarica e consentirne invece il recupero, significa ridurre
l’emissione di gas a effetto serra e contribuire alla creazione di
compost di qualità, un alleato importantissimo per combattere la
desertificazione e l’erosione dei suoli.
“Questa
esperienza lascia a tutti i suoi protagonisti un dividendo economico,
sociale e ambientale di incredibile valore e siamo molto fieri di
continuare ad esserne parte, sostenendo anche le altre attività di
Keep the Planet Clean”,
ha dichiarato Andrea
Di Stefano,
responsabile progetti speciali di Novamont.