Un progetto per la raccolta e il riciclo dei rifiuti plastici ad Awassa in Etiopia
Il progetto “100% plastica – intervento di sviluppo del settore di raccolta e riciclo dei rifiuti plastici ad Awassa, Etiopia” ha lo scopo di contribuire alla riduzione dell’inquinamento ambientale e l’obiettivo specifico di avviare la raccolta differenziata della plastica in Awassa da destinare al riciclo in un impianto locale. Il racconto di Agata Fortunato di ritorno dall'Etiopia
11 April, 2018
Agata Fortunato
Di ritorno dall’Etiopia: ero già stata nella capitale Addis due anni fa, ma Awasa è diversa, è una cittadina con popolazione quasi esclusivamente etiope e pochi stranieri (se escludiamo il tanto personale delle varie ONG), il costo della vita è molto basso, insomma si respira meno aria internazionale e molta più africana. Awasa si affaccia su un lago, che se fosse ripulito dalla plastica dell’ultimo decennio sarebbe meraviglioso. Sia in città che nelle campagne circostanti risuonano cinguettii diversissimi e uccelli variopinti si aggirano tutt’intorno; è un vero piacere. Peccato per gli enormi marabù africani (Leptoptilos crumenifer) che incutono un po’ di timore, se non altro per la stazza: gli adulti sono lunghi oltre il metro e l’apertura alare sfiora i tre metri.
Il giovedì è giornata di mercato e in molti dalle campagne circostanti arrivano in città per vendere e comprare: frutta, verdura, artigianato locale, ma anche manufatti di importazione, si trova e si vende di tutto.
Come in ogni altra parte del mondo gli italiani non mancano: Silvia la capo progetto de “100% plastica%” vive in Etiopia da 12 anni; così come Lorenzo, Stefano e Leonardo, che abbiamo conosciuto e per qualche ora o giorno ci hanno accolto nella loro vita: varrebbe un viaggio solo raccontare le loro storie. E invece eravamo ad Awasa per un progetto di cooperazione – 100% plastica appunto, capofila CIFA Onlus di Torino e tanti partner: il MAcA, l’Università di Torino e quella di Awassa, Achab, Coba e la Città Metropolitana di Torino che insieme a Corintea realizzerà un piano per la gestione dei rifiuti della Città in collaborazione con la municipalità di Awasa.
Il progetto dal nome evocativo - “100% plastica – intervento di sviluppo del settore di raccolta e riciclo dei rifiuti plastici ad Awassa, Etiopia”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, ha lo scopo di contribuire alla riduzione dell’inquinamento ambientale in Etiopia e l’obiettivo specifico di avviare la raccolta differenziata della plastica in Awassa da destinare al riciclo in un impianto locale. I principali filoni di intervento del progetto sono la strutturazione di una filiera raccolta-selezione-riciclo delle bottiglie in PET di acqua minerale, il potenziamento della professionalità delle associazioni formali di raccoglitori locali, l’aumento della consapevolezza e delle sensibilità ambientale delle comunità locali, realizzazione di un Piano di medio termine sulla gestione dei rifiuti (attività quest’ultima di cui si occupa la Città Metropolitana di Torino e Corintea).
La prima delle tre missioni previste è stata a tratti dura, ma utilissima per il lavoro successivo. Fino a qualche mese fa i rifiuti cittadini erano raccolti da nove piccole associazioni in un unico flusso e portati in discarica: i rifiuti “pregiati” – metalli e taniche in polietilene soprattutto – sono portati via dai korales che li rivendono ai riciclatori. Oggi, grazie al progetto, le bottigliette di acqua e soft drink sono separate e inviate ad Addis dove la Coba, partner locale del progetto, le ricicla. Tappi ed etichette, vengono messi da parte e si stanno avviando contatti per trovare un riciclatore anche per queste frazioni. Il vetro è pressoché inesistente perché tutti i locali pubblici praticano il vuoto a rendere e il poco che viene prodotto nelle case viene raccolto sempre dai korales.
Non dappertutto, ma in buona quantità, l’organico è raccolto per produrre compost: tecniche semplici e compost da valutare. Il rifiuto viene messo in una buca e periodicamente rivoltato, dopo qualche mese, setacciato mescolato a terra e sabbia è pronto per essere venduto, soprattutto ad aziende florovivaistiche.
Nella grande discarica, ormai in via di esaurimento anche se non è ancora iniziata la costruzione di quella nuova, che altro non è che un enorme buco senza impermeabilizzazione e senza captazione di biogas, trovano dimora tutti i rifiuti non riutilizzabili né rivendibili della città; in questo angolo desolato, animali (gli immancabili marabù, capre e mucche), ma purtroppo anche persone adulte insieme a molti bambini sono quotidianamente alla ricerca di cibo, rifiuti di valore (bottiglie e taniche di plastica, bottiglie di vetro, metalli, ...) o beni riutilizzabili, talvolta anche improbabili, come una parrucca bionda che immediatamente fra le mani di un bambino gli restituisce qualche istante di divertimento.
Nel sito della discarica ha trovato spazio anche l’area, messa a disposizione dalla Municipalità, dove avviene la preliminare selezione (bottiglie, tappi, etichette) delle bottiglie in PET, la pressatura e il successivo trasporto verso Addis Abeba per il riciclo.
Il sito nei prossimi mesi verrà meglio attrezzato anche con una tettoia per migliorare le condizioni di lavoro e rendere più efficace l’attività.
In un Paese con tante criticità legate alla gestione dei rifiuti mi ha sorpreso un inusuale, almeno per me, modalità per spillare la birra alla spina; questa viene erogata dal basso, appoggiando uno speciale bicchiere forato e dotato di una calamita che chiude il foro una volta che il bicchiere è pieno. Ovviamente non c’è una raccolta di questi bicchieri (che in realtà spesso vengono ahimè riutilizzati a seguito di un troppo veloce risciacquo) pur essendo in PET e peraltro anche il loro riciclo, vista la parte metallica immagino non sia così facile.
La settimana di missione è trascorsa molto in fretta e oltre al grande lavoro abbiamo riportato a Torino molte immagini, sensazioni, odori, sapori di un mondo lontano.