Il Parlamento europeo approva il pacchetto sull'economia circolare, soddisfatta Legambiente
L’accordo, in sintesi, prevede il 65% di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani al 2035. Per gli imballaggi, invece, si prevedono target del 65% al 2025 e del 70% al 2030, con due sotto-obiettivi per gli imballaggi in plastica, che dovranno essere riciclati almeno per il 50% nel 2025 e per il 55% nel 2030
17 April, 2018
Il
presidente di Legambiente Stefano Ciafani esprime la propria
soddisfazione rispetto al pacchetto
sull’economia circolare approvato oggi in via definitiva dal
Parlamento europeo.
“L’accordo tra il Consiglio e il Parlamento europeo approvato
oggi - commenta Stefano Ciafani - è un importante passo avanti
rispetto all’attuale quadro normativo, che accelera la transizione
verso l’economia circolare in Europa. Abbiamo insistito nei mesi
scorsi sulla necessità di un quadro normativo ambizioso
sulla riforma
della politica europea dei rifiuti;
questo risultato è stato raggiunto grazie alla determinazione del
Parlamento, e in particolare della sua relatrice Simona
Bonafè,
a non cedere alle forti pressioni dei governi nazionali, a partire da
quello tedesco. Voglio sottolineare anche che è stata introdotta la
norma che consente ai governi di vietare l’utilizzo di sacchetti di
plastica senza incorrere nella procedura d’infrazione prevista
invece dall’attuale normativa e che ha penalizzato finora le scelte
avanzate del nostro Paese”.
L’accordo,
in sintesi, prevede il 65%
di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani al 2035, con target
intermedi del 55% al 2025 e 60% al 2030.
Per gli imballaggi,
invece, si prevedono target del 65%
al 2025 e del 70% al 2030,
con due sotto-obiettivi per gli imballaggi in plastica,
che dovranno essere riciclati almeno per il 50% nel 2025 e per il 55%
nel 2030. Per le discariche il target è fissato al 10% entro il
2035. Tutti questi target potranno essere rivisti nel
2024.
Dal
2023 sarà obbligatoria
la raccolta differenziata dei rifiuti di materiali organici
(“bio-waste”), da avviare al compostaggio.
La raccolta selettiva obbligatoria è prevista anche per i materiali
tessili e per i materiali pericolosi nei rifiuti domestici (come
vernici, pesticidi, oli e solventi).
In
linea con gli obiettivi Onu per lo Sviluppo sostenibile, nel
pacchetto è previsto anche che vi sia undimezzamento
entro il 2030 degli sprechi alimentari lungo la catena di produzione,
distribuzione e consumo,
con obiettivi di riduzione obbligatori che saranno fissati nel
2023.
Un’altra
buona notizia, per Legambiente, è che l’Italia,
rispetto a questo quadro, può davvero posizionarsi ai primi
posti nell’Europa
dell’economia circolare.
Può infatti già avvalersi di tante esperienze di successo praticate
da Comuni, società pubbliche e imprese private, che fanno della
penisola la culla della nascente economia circolare europea. Dovrà,
tuttavia, rivedere nei modi e nei tempi giusti la propria
legislazione in materia: dalle norme sulle materie prime seconde, a
quelle sul cosiddetto ‘end of waste’ e sulla semplificazione
delle procedure autorizzative per promuovere il riciclo di quello che
viene raccolto in modo differenziato ed evitare la beffa che parte di
questi flussi tornino in discarica.