Rifiuti Roma, l'inchiesta sui saccheggiatori delle isole ecologiche che coinvolge quadri Ama e grandi distributori di elttrodomestici
Lo scrive il Fatto Quotidiano: furti sistematici di ingombranti di ogni tipo nei centri di raccolta Ama con l'aiuti del personale, per rubare i materiali più pregiati e lasciando gli scarti nelle discariche 'spontanee'. Coinvolti anche grandi distributori che lucrano sullo smaltimento illecito
21 May, 2018
È in fase avanzata l’inchiesta che la Procura di Roma sta portando avanti, con l'aiuto della Polizia Locale, sul traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti ingombranti nella Capitale. Lo scrive oggi il Fatto Quotidiano, che parla di "un’indagine top secret che fa tremare una fetta importante dell’azienda capitolina fra quadri, capi area e semplici dipendenti". Gli attuali vertici di Ama invece si sono messi subito al servizio degli inquirenti, in quanto la stessa società che gestisce i rifiuti nella Capitale si ritiene parte lesa.
Quello di cui gli inquirenti sono certi è che c'è un gruppo organizzato di persone che saccheggia sistematicamente le isole ecologiche di Roma con l'aiuto di una parte dei lavoratori Ama. "L’attività degli smaltitori illegali avrebbe dimensioni importanti" scrive il Fatto. "Si introducono in quasi tutti i 13 centri di raccolta Ama distribuiti sul territorio cittadino e vi sottraggono ingombranti di ogni tipo, in prevalenza elettrodomestici usati. Il risultato è che i pezzi recuperati vengono spogliati di tutti i materiali più pregiati (in particolare il rame, ma anche ferro, zinco e legno) e venduti al mercato nero, mentre gli scarti vengono gettati ai bordi delle strade o nelle discariche 'spontenee" in giro per le strade di periferia o sotto i cavalcavia. Incredibile quella documentata a cavallo tra il comune di Roma e quello di Tivoli, soprannominata Frigo Valley: un’area di 60 ettari posta su un terreno privato strabordante di frigoriferi vecchi ammassati.
Non è chiaro se dietro tutto ciò ci sia una vera e propria 'regia' oppure se sia frutto di abitudini illecite reiterate e ormai consolidate.
Ma non finisce qui. C'è infatti un filone d’indagine coinvolgerebbe anche grandi distributori di elettrodomestici. "Pare che alcuni punti vendita usino smaltire i raee ritirati dai clienti utilizzando le isole ecologiche riservate ai comuni cittadini e ai piccoli imprenditori invece di utilizzare i canali a loro dedicati - scrive il Fatto - Questo permetterebbe loro di mantenere in cassa la quota del contributo raee assicurata dal decreto ministeriale 65/2010 e risparmiare sul trasporto e sul conferimento".