Il ruolo delle imprese nei processi di decarbonizzazione e transizione energetica al convegno del Kyoto Club
Lunedì 21 maggio Kyoto Club ha organizzato il convegno “Imprese innovative all’avanguardia della transizione energetica e dell’economia circolare”. Una mattinata per riflettere sul ruolo delle imprese nei processi di decarbonizzazione, approfondirne le potenzialità e presentare alcune eccellenze italiane
21 May, 2018
Nel nostro Paese ci sono molte aziende che rappresentano importanti modelli di innovazione in diversi settori – da quello energetico alla produzione, dall’efficienza e digitalizzazione alla chimica verde, dalla gestione dei servizi pubblici locali sino alla distribuzione – e che, sempre di più, giocano un ruolo attivo nei processi di decarbonizzazione e di transizione energetica, mostrando una spiccata sensibilità per l’economia circolare, l’efficienza energetica e la green economy.
Di questo si è parlato oggi, 21 maggio, durante il convegno organizzato da Kyoto Club “Imprese innovative all’avanguardia della transizione energetica e dell’economia circolare” al quale hanno partecipato esponenti di importante aziende del nostro Paese che hanno presentato buone pratiche che vanno nella direzione di una nuova economia più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e dei territori.
"Alla vigilia dei 20 anni di Kyoto Club, che celebreremo nel 2019, l'impegno per l'innovazione per la sostenibilità che caratterizza le attività dell'Associazione è più che mai attuale – sostiene Catia Bastioli, Presidente di Kyoto Club e Terna e Ad di Novamont – La crisi climatica in atto può essere superata solo grazie alla ricerca e all'innovazione applicata ai territori, con una decisa transizione verso la bioeconomia e l'economia circolare. E' una grande opportunità per il "sistema Italia" che è già all'avanguardia nei settori rappresentati dalle aziende che hanno partecipato al convegno di questa mattina. Non c'è però tempo da perdere: sia per i rischi legati ai cambiamenti climatici e alla erosione delle risorse naturali, sia per giocare la partita della competitività da protagonisti”.
"Tutti noi amministratori abbiamo notato una crescita esponenziale di sensibilità da parte dei cittadini per i temi ambientali. Le politiche tese a migliorare la qualità dell'ambiente sono oggi ben accette anzi, spesso richieste espressamente da una fetta sempre più numerosa della popolazione – Sono le parole di Marco Granelli, Assessore alla Mobilità e all’Ambiente del Comune di Milano - Sono certo che anche il mondo dell'impresa abbia le stesse giuste sollecitazioni. Questo ci aiuta ad adottare provvedimenti come il vincolo recentemente adottato a Milano, dal 1 ottobre 20123 saranno vietate le caldaie a gasolio. L'obiettivo è raggiungibile per tutti grazie anche a 30 milioni di euro mettiamo a disposizione attraverso bandi a favore dei condomìni che si metteranno in regola".
“Anci Lombardia è onorata di ospitare nella sua sede un'iniziativa così importante, rivolta a quel cambiamento nelle metodologie economiche e politiche che sole possono determinare una rivoluzione degli stili di vita, volta alla salvaguardia del nostro pianeta, così compromesso da un'antropizzazione irresponsabile. Aria, acqua, terra sono risorse da utilizzare con responsabilità e parsimonia; sono beni preziosi che non possediamo. Sono affidati al genere umano e li dobbiamo preservare al meglio per le generazioni che verranno. I Comuni di Anci sono in prima fila nell' azione sinergica, volta al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, perché consapevoli attori del benessere attuale e futuro dei loro Cittadini”. Lo dice il Vicepresidente di Anci Lombardia, Sergio Zanetti.
“Un’economia più sostenibile e a misura d’uomo è più forte e competitiva. Per andare in questa direzione occorre incrociare innovazione e qualità con valori e coesione sociale, ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e antichi saperi. La green economy è la frontiera più avanzata e un formidabile fattore di competitività. Come ci dice il rapporto GreenItaly, in Italia – afferma Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola - le imprese che hanno scommesso sulla green economy esportano di più, innovano di più, aumentano l’occupazione. Le nostre aziende green sono 355mila, ossia il 27,1% del totale (quota che sale a 33,8% nell’industria manifatturiera); e sempre all’economia verde nel 2017 si devono 320.000 green jobs, pari a circa il 40% del totale dei nuovi posti di lavoro”.
“Dopo essere stata la prima utilities a vedere la transizione energetica come un’opportunità, oggi Enel ha incluso anche il tema Economia circolare tra i suoi drivers strategici – ha sottolineato Luca Meini, Head of Environmental Strategies di Enel Group - L’Economia circolare, che nella sua concezione è fortemente sinergica con la visione Open Power del Gruppo, ha consentito di coniugare competitività, innovazione e sostenibilità in ulteriori ambiti di business: dal Progetto Futur-e, la rigenerazione dei siti di 23 centrali in ottica di economia circolare al di fuori, al lancio di Enel X, Divisione che mette assieme tutte le attività innovative del Gruppo non legate alla commodity, a numerosi ulteriori progetti in tutte le Divisioni. Per questo il convegno di oggi rappresenta un’interessante opportunità per approfondire le complementarietà tra Transizione Energetica e Economia circolare e come questo si traduca in concrete opportunità di business”.
“Se dovessimo individuare oggi una sola parola che identifichi la trasformazione più dirompente del mondo tecnologico e dei modelli produttivi, questa sarebbe certamente “connettività”. Per Schneider Electric, multinazionale specialista nella gestione dell’energia e nell’automazione, il cambiamento in atto costituisce un’opportunità e una responsabilità – dichiara Laura Bruni, Direttore Affari Istituzionali Schneider Electric - Portare sul mercato nuovi modelli che utilizzino l’Internet delle Cose per ridurre i consumi energetici e aumentare l’efficienza operativa, è quanto Schneider Electric ha fatto realizzando EcoStruxure, un’ architettura aperta, nativamente predisposta all’IoT, con soluzioni su misura per gestire e controllare da uno smartphone case, edifici, città, processi industriali, infrastrutture. Chi ha il ruolo e le competenze per agire in questo scenario ha anche il dovere di fare in modo che il “nuovo mondo dell’energia” favorisca il progresso collettivo. La digital trasformation può e deve essere leva di sviluppo sostenibile, per coniugare competitività delle imprese, riduzione dei consumi energetici e delle emissioni climalteranti, benessere e qualità della vita dei cittadini".
“Oggi un'azienda innovativa e pronta a cogliere le sfide del mercato, non può pensare al proprio modello di business senza integrare la sostenibilità nel piano industriale – è quanto afferma Alessandro Russo, Presidente e Amministratore delegato di Gruppo CAP - Per chi, come noi, si occupa di gestire l’acqua pubblica, rispondendo a una delle esigenze primarie dei cittadini, la sfida non è più solo quella di garantire l’efficienza del servizio, ma anche di farlo impegnandosi a far fronte ai cambiamenti climatici, investendo in nuove tecnologie per lo sviluppo sostenibile del territorio. Solo così possiamo dare vita a un modello di governance innovativo e condiviso, pronto a rispondere con tempestività ed efficienza alle sfide sempre più impegnative che questi cambiamenti ci porteranno nel prossimo futuro”.