Bruxelles, Emiliano presenta le proposte della Puglia sull’Ilva per uscire dall’era del carbone
Gli scenari contenuti nel documento descrivono più possibilità di intervento e delle ricadute sull’apparato economico e produttivo, dei riflessi sulle attività logistiche, portuali e retroportuali e, più in generale, sull’assetto socio-economico-ambientale
21 June, 2018
“Nella
vicenda Ilva di Taranto, le priorità assolute della Regione Puglia
sono la tutela della salute, la tutela dell’ambiente e la
salvaguardia dei livelli occupazionali.
Oggi presentiamo a Bruxelles lo stesso documento che abbiamo
consegnato al Ministro Di Maio, nel quale avanziamo le proposte della
Regione Puglia alla luce di tre scenari possibili che dipendono dalle
scelte del nuovo Governo. Questo è un momento molto importante anche
per costruire la posizione del Partito socialista europeo sulla
questione dell'ILVA perché non potrà certo rimanere quella di prima
legata alla posizione del Partito Democratico.
Adesso
dobbiamo attendere che il ministro Di Maio ci dica cosa vuole fare.
Hanno fatto un'intera campagna elettorale dicendo che devono chiudere
l'Ilva, se cambiano idea dovranno trovare il modo di spiegarlo ai
loro elettori. La
Regione Puglia, alla luce delle leggi vigenti, ha proposto da subito
la decarbonizzazione della fabbrica, cioè nuove tecnologie che
consentano di tenere il livello produttivo attuale senza uccidere la
gente.
Certo non ci ha ascoltato nessuno per tanti anni, però la
decarbonizzazione ormai è un mantra mondiale, lo dimostra anche la
giornata di discussione odierna, nella quale appunto stiamo cercando
di spiegare che si tratta di politiche europee pienamente supportate.
Tutto il progetto della Regione sulla decarbonizzazione della Puglia,
non solo dell'ILVA ma anche della centrale Enel di Brindisi, è
all'interno delle politiche europee e del Trattato di Parigi”.
Lo
ha detto il presidente della Regione Puglia Michele
Emiliano
oggi (giovedì
21 giugno, ndr) a
Bruxelles, dove ha partecipato al workshop “L’Europa
oltre il carbone, il futuro per Taranto”,
nella sede del Parlamento Europeo, evento curato dalla Regione Puglia
e promosso dall’Europarlamentare Andrea Cozzolino. È stata
l’occasione per illustrare le proposte della Regione Puglia sul
futuro di Ilva alla luce dei diversi scenari legati alle scelte –
anche legislative – che il nuovo Governo vorrà adottare. Tali
proposte sono contenuto in un documento (vedi link
https://goo.gl/dgg4YJ)
che il presidente ha già consegnato al ministro per lo Sviluppo
economico Luigi
Di Maio.
“Le
proposte avanzate dalla regione sui i possibili scenari - ha
detto l’on. Andrea
Cozzolino
- mi sembrano un utile contributo al confronto in corso. Il lavoro di
questi anni ci consente ora di fare un passo in avanti sul terreno
della difesa della salute dei cittadini, della sostenibilità
ambientale del processo produttivo e della salvaguardia del lavoro.
Ora al governo ed al confronto le decisioni finali”.
Gli
scenari contenuti nel documento della Regione Puglia descrivono più
possibilità di intervento e tengono conto dell’evoluzione del
quadro autorizzativo del complesso siderurgico, delle ricadute
sull’apparato economico e produttivo, anche in termini di indotto,
dei riflessi sulle attività logistiche, portuali e retroportuali e,
più in generale, sull’assetto socio-economico-ambientale.
Nel
documento si evidenzia che “gli
innumerevoli interventi legislativi (13 decreti legislativi), leggi e
decreti, successivi ai due decreti AIA del 2011 e del suo Riesame del
2012, hanno di fatto costruito un quadro autorizzativo complesso e
sui generis per l’Ilva di Taranto che, nel suo insieme e pur in
presenza di gravi incoerenze interne (soprattutto sulle scadenze
delle prescrizioni di volta in volta posposte), ha
consentito l’esercizio dello stabilimento siderurgico anche in
deroga alle principali prescrizioni ambientali e sanitarie, sancite
dal Codice dell’Ambiente, con negative ricadute per la salute
pubblica, oltre che in termini di sicurezza dei lavoratori e degli
addetti e di public safety”.
Gli
scenari suggeriscono azioni mirate ad un progressivo miglioramento
delle condizioni sanitarie e ambientali di area vasta.
Lo
scenario A presuppone che il quadro autorizzativo rimanga
immutato.
Secondo
la Regione, detto quadro potrebbe essere integrato con misure
prescrittive ulteriori, tali da non comportare necessariamente un
annullamento dei provvedimenti fin qui già conseguiti. In tale
ottica la Regione propone una parziale riconversione del ciclo
produttivo in sostituzione del ripristino dell’altoforno 5 ed una
riduzione, del 50%, dell’assetto produttivo autorizzato da
AIA.
Dunque
l’attuazione di tale strategia è da considerarsi di breve periodo
(tre anni), tempo che potrebbe ridursi sensibilmente ove il Governo
decida di abrogare i 13 Decreti vigenti e decida di incidere
sull’attuale assetto produttivo. In particolare, in vigenza dei
decreti AIA, è possibile proporre misure integrative, mitigazioni e
compensazioni, nonché la decarbonizzazione in regime di utilizzo del
gas come combustibile transitorio (cosiddetto “Scenario Zero
+”).
Lo
scenario B è uno scenario intermedio
che si realizzerebbe nell’ipotesi di abrogazione dei 13 Decreti
legislativi emanati dai precedenti Governi. In tale prospettiva la
Regione chiede di prevedere l’utilizzo di combustibili differenti
dal carbone, e quindi l’introduzione della piena decarbonizzazione,
consentendo un sostanziale revamping tecnologico ed impiantistico. Si
garantirebbero così l’assetto produttivo ed un business plan
industriale di tipo “quantitativo”, sempre al 50% del livello
produttivo autorizzato, basato sull’utilizzo del gas (combustibile
di transizione) e dell’idrogeno (fonte energetica non fossile),
cosiddetti sistemi ibridi.
Lo
scenario C è stato formulato nell’ipotesi di riconversione
integrale del ciclo di produzione dell’acciaio
e per essere attuato presuppone tempi più lunghi e comunque non
inferiori a cinque anni. Perché si realizzi è necessaria
l’abrogazione dei 13 Decreti emanati e anche una modifica
sostanziale dell’assetto produttivo con passaggio ai cosiddetti
acciai di qualità, quali ad esempio acciai speciali, acciai
intelligenti, nanotecnologie.
In
tal caso si avrebbe una produzione “green-oriented”, di tipo
“qualitativo”, dove la qualità dell’acciaio consente di
ridurre notevolmente i quantitativi prodotti, e l’eliminazione
totale dell’attuale area a caldo, ovvero parchi minerari, cockerie,
agglomerato, altoforni. Il tutto mantenendo un rapporto sostenibile
costi/benefici e con un piano occupazionale che prevede il
mantenimento dei livelli attuali interni e dell’indotto anche
attraverso le attività di dismissione impianti e bonifiche
ambientali. (Cosiddetto “Scenario Due”, Green Process and High
Quality Steel).
IL
WORKSHOP “L’EUROPA OLTRE IL CARBONE, IL FUTURO PER TARANTO”.
Il
workshop curato presso il Parlamento Europeo a Strasburgo dalla
Regione Puglia e promosso dall’Europarlamentare Andrea Cozzolino,
affiancato nella tavola rotonda dal collega PierNicola Pedicini del
M5S insieme a Rosa
D’Amato,
Elisabetta
Gardini
dei Popolari oltre che dagli Europarlamentari Pugliesi di tutti gli
schieramenti, e dal Direttore del Dipartimento Ambiente della Puglia
Barbara
Valenzano.
Il filo logico della discussione sull’Europa oltre il carbone muove
dalla disamina delle ragioni e dei costi reali (che includono anche
quelli ambientali e sanitari esternalizzati sulla società) a cura
delle massime autorità scientifiche internazionali Sir Andy Haines
della Lancet Commission on Air Pollution and Public Health giunto a
Bruxelles appositamente da Londra, a sole tre settimane dalla
chiusura a Edimburgo dell’incontro mondiale degli scienziati di
Lancet che si occupano di tutelare la salute umana e quella del
pianeta. Barbara Valenzano, direttore regionale Dipartimento
Ambiente, ha illustrato il
processo di decarbonizzazione dell’ILVA di Taranto contenuto nella
proposta della Regione Puglia, che ha l'obiettivo di ridurre da
subito in maniera significativa l’impatto ambientale e sulla
salute, salvaguardare i posti di lavoro non a breve, medio e lungo
termine;
fare di Taranto un centro di innovazione tecnologica per la
produzione di un acciaio di sempre maggiore qualità e valore
aggiunto a livello europeo; far rifiorire i settori economici di
Taranto che hanno sofferto per le attività dell’acciaieria
impostate su un modello produttivo ad alto impatto ambientale. Prisco
Piscitelli,
epidemiologo della Regione Puglia a Bruxelles, ha illustrato i dati
sanitari alla base della questione ILVA a Taranto, tra diritto alla
salute e diritto al lavoro insieme a Eduardo
Missoni,
tra i massimi esperto mondiale sul tema.
Intervenuta
anche la direttrice del Dipartimento Ambiente Salute
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Maria Neira, che ha
inviato un video messaggio da Ginevra. Punto centrale dell’incontro,
il nodo delle soluzioni tecnologiche più innovative già disponibili
a livello europeo, con l’intervento del direttore del Programma
Carbone e Acciaio della Commissione Europea Domenico Rossetti, Eric
Lacomte (DG Energia) e Paolo Argenta di Tenova, azienda leader nella
produzione di acciaio con tecnologie a gas (in Messico e USA) e ad
idrogeno (a Saltzgitter in Germania).
Esperti
e decisori italiani ed europei a confronto per disegnare un futuro
prossimo senza carbone per l’Europa e quindi anche per Taranto. La
Commissione europea è stata infatti incaricata di sviluppare una
nuova strategia climatica che prevede l’abbandono del carbone in
modo definitivo entro il 2050 al più tardi. Il calo dei costi delle
energie rinnovabili e delle nuove tecnologie significa che ora
esistono possibilità concrete per creare comunità veramente
sostenibili. Già lo scorso febbraio è stato approvato il nuovo ETS,
Emission Trade System basato proprio sulla decarbonizzazione e il
sostegno alle innovazioni tecnologiche per raggiungere tale
obiettivo.